Avere davanti agli occhi l’opera ‘Astronomie’ di Nicolas Camille Flammarion (1842-1925) permette alla Mente di aprire un’altra prospettiva al nostro Animo, consentendogli, così, di andare Oltre.
Voglio utilizzarla qui a simbolo grafico non solo di una entità, bensì anche di un comportamento proattivo in questa e da questa opera ispirato.
Chi, o Cosa, e forse meglio detto, Chi e Cosa identifichiamo come Grande Altro?
Qui voglio identificare il concetto di Grande Altro con quella Cupola di Detenzione di “Ciò che si assurge a detenere affinché sia definito, contenuto ed imposto”.
Ciò è pronome dimostrativo e lo utilizzo per indicare la sommatoria delle cose, ovvero un insieme che ben supera il mainstream, oggi in italiano inteso come “corrente principale”, e, di conseguenza, anche tendenza dominante” e “opinione corrente” spingendosi fino a “convenzionale”, “di massa”, che questa stessa Entità che è il Grande Altro preprogramma come giusto o meno giusto fino al condannabile; nel linguaggio, nella cultura, nelle istituzioni ed in tutto ciò che costituisce gli elementi dello spazio personale di cui viviamo e dello spazio sociale che occupiamo.
Si è pronome riflessivo di terza persona, quella forma impersonale data dal potenziamento che risulta dalla complicità di molteplici persone attraverso atti, comportamenti e pensieri, espressi e non, che in correlazione varia e complessa, anche attraverso cose ed oggetti, articolano il Ciò.
E proprio dall’immagine Astronomie di Flammarion invito ad identificarsi con l’Uomo che valica il limite della Cupola di Detenzione e pone la sua mente oltre Oltre.
La conoscenza e la comprensione del passato, come del presente, non ci permette di calcolare il futuro. Intendendo per calcolare il computare per definire ciò che certamente accadrà, quasi, con un rapporto di causa ed effetto.
La Storia non si ripete, ma insegna.
La conoscenza e la comprensione ci danno l’opportunità di poter esercitare la Volontà e la Speranza di realizzare gli eventi che desideriamo, esercitando, al tempo stesso, il timore per quelli che non vorremmo.
È alla luce di tale consapevolezza che dobbiamo imparare a riconoscere gli ammansimenti e quei comportamenti eterodiretti che ambiscono a più sottili forme di moderno colonialismo da parte di un, a volte invisibile, Grande Altro.
Proprio perché quello di autodeterminazione è un principio, lo stesso non è un dato né un luogo, bensì un obbiettivo da raggiungere e/o una condizione da difendere come un Valore.
Ma quanto davvero tendiamo alla realizzazione dell’autodeterminazione del proprio sé?
Ed in che modo?
Autore Alfredo Marinelli
Alfredo Marinelli è Professore di Oncologia presso l’Università Federico II di Napoli, nonché docente e componente del board scientifico dell’Istituto di Psicologia Umanistica Esistenziale “Luigi De Marchi” di Roma. Oltre che di pubblicazioni scientifiche è coautore di testi universitari per Mcgrow Hill et al. È componente del Grande Oriente d’Italia – Massoneria Universale. Profilo ed attività presenti su www.Linkedin.com