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‘Waiting for Godot’, performance in 6 quadri in inglese

1992
'Waiting for Godot'


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Il 5 giugno al Théâtre de Poche di Napoli

Riceviamo e pubblichiamo.

Lunedì 5 giugno, ore 18:00, presso il Nouveau Théâtre de Poche, via Salvatore Tommasi, 15, Napoli, andrà in scena ‘Waiting for Godot’, performance in 6 quadri da ‘Aspettando Godot’ di Samuel Beckett, workshop teatrale in lingua inglese. Adattamento e regia Leda Conti.

“Ma cosa significa?” È la domanda che spesso ci si pone davanti a un’opera del Teatro dell’Assurdo, qual è ‘Aspettando Godot’ dell’irlandese premio Nobel Samuel Beckett, una tragicommedia in 2 atti scritta tra il 1948 e il 1949 dapprima in francese, per mantenere maggiore distanza dalla materia trattata, e poi in inglese.

La risposta non può e non deve essere univoca.
Da un punto di vista drammaturgico, la sua struttura circolare stravolge la tradizionale linearità espositiva e l’evocazione continua di un personaggio assente risulta una trovata geniale.

Sembra che non accada nulla, invece si ripetono di continuo azioni, parole, emozioni, a tal punto che protagonisti e pubblico perdono cognizione del tempo e della memoria, categorie che finiscono per essere prive di significato e d’importanza.

Qui non c’è trama né vicenda, tema unico è l’Attesa, metafora della Vita, segmento di Tempo a cavallo tra la Nascita e la Morte.

Forse proprio per esorcizzare l’angoscia che deriva da tale condizione, all’umanità è concesso solo di ammazzare il Tempo, d’ingannare l’Attesa, chiacchierando di cose futili o speculando sui massimi sistemi.

È quello che fanno i protagonisti della pièce, Estragon, detto Gogo, e Vladimir, detto Didi, due vagabondi, smarriti in un non-luogo, una “terra desolata” in cui resiste solo un albero rinsecchito, con il sole e la luna che si avvicendano nello scorrere indefinito di giorni e stagioni.

Si chiedono incessantemente se non sia meglio andare via, separarsi.
Ma restano lì, fermi, irrimediabilmente immobili.

Sono lì forse da sempre, aspettano uno sconosciuto, Godot, che probabilmente non arriverà mai, o che magari con il suo arrivo li salverà dalla loro esistenza disperata, ma pur sempre piena di gioia di vivere, intrisa di humour.

Del resto, lo stesso Beckett affermò che i due protagonisti sono ispirati alle figure clownesche di Stanlio e Ollio, Buster Keaton, i fratelli Marx.

In fondo, a nulla serve sapere se esista e chi sia davvero Godot: Dio, il Tempo, il Destino? Ciò che conta è capire cosa significa attendere.

Ognuno di noi è un viandante alla ricerca del proprio sé, alla continua ricerca della felicità.

Così la strada, l’attesa, la solitudine, il silenzio, la stasi del tempo, l’incomunicabilità e l’ignoto sono soglie di verità e apparenza nella continua ricerca di una nozione del mondo, luogo del vivere che possa ridare identità a se stessi.

Ma l’assenza di riferimenti è anche metafora della verità teatrale: l’opera esiste solo nel luogo e nel tempo della messinscena.

Tutto ciò rende questo capolavoro del ‘900 sempre attuale – non si aspetta più nulla, non si hanno più certezze – e anche per questo è assolutamente perfetto da proporre agli allievi di un workshop teatrale che hanno così l’opportunità di “giocare” con un’ampia gamma di situazioni sceniche e tecniche diverse e con un obiettivo in più, recitare in inglese.

Dichiara Beckett:
“Di una sola cosa sono certo, nella seconda guerra mondiale Didi e Gogo facevano la resistenza”.

Ancora oggi Didi e Gogo fanno la resistenza, esattamente come noi, nella vita, come a teatro.
Leda Conti

Cast:
Estragon: Annalourdes Auciello, Giuseppe Fedele, Cristina Mauriello, Marica Ferone, Antonio Polese
Vladimir: Federica Cinque, Alessia Lamoglia, Luca Cotugno, Francesca Vico, Davide Raffaello
Pozzo: Salvatore Testa
Lucky: Luca Cotugno
Boy: Francesca Somma
G.: Claudia Scuro

Special thanks to Sergio Di Paola – Laura Zaccaria

Nouveau Théâtre De Poche
Direzione Artistica:
Massimo De Matteo, Sergio Di Paola, Peppe Miale

Info:
081-5490928

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