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Contatti Perturbativi, ‘Nylon’ di Egidio Carbone

1980
Egidio Carbone


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Tra gli appuntamenti di Futuro Remoto 2017, incontro con Egidio Carbone e Michela Alfè, che presentano il cortometraggio ‘Nylon’

Abbiamo assistito ieri, 27 maggio, ore 15:00, presso la Sala Comencini del Circolo Artistico Politecnico di Palazzo Zapata, piazza Trieste e Trento, 48, Napoli, alla conferenza dal titolo ‘Contatti Perturbativi, la Chimica nella sperimentazione costitutiva’, tenuta dal regista cinematografico e drammaturgo Egidio Carbone e Michela Alfè, chimico al CNR e pittrice nell’ambito del vasto programma dell’’edizione 2017 di Futuro Remoto dedicata alle ‘Connessioni’.

Durante l’incontro, moderato da Simona Pasquale, Carbone e la Alfè hanno illustrato le novità riguardo al lungo percorso interdisciplinare intrapreso dal regista di ‘Guado’, 2014, e Calìgo, 2016, nell’ambito della sperimentazione della ‘Teoria dell’Attore Costitutivo’.

Percorso ormai circa quindicinale, che parte dalle intuizioni di Carbone sulle relazioni tra ‘materia’ e ‘anima’.

Curioso per natura, durante i suoi studi presso la Facoltà di Ingegneria Civile condotti all’Università Federico II di Napoli, cominciò a sperimentare, come si legge nelle note di presentazione della conferenza,

le affinità esistenti tra il modo di essere di un personaggio in scena e il Legame Costitutivo dei Materiali (…)

Un lavoro di ricerca sull’azione immediata di mente e corpo, in origine ispirata al comportamento de formativo dell’acciaio, sottoposto all’azione di forze esterne, come modello di riferimento per l’attività dell’attore.

Un’intuizione che ha portato il regista a collaborare, nel corso degli ultimi anni, non solo con artisti di rilievo, quali Eugenio Bennato, James Senese e Enzo Amato, ma anche con esponenti del settore scientifico che, convinti della validità delle sue intuizioni, ne hanno supportato le iniziative fino all’incontro di ieri, che segna un nuovo capitolo nel singolare e suggestivo sentiero della Teoria dell’Attore Costitutivo.

Racconta Carbone:

Durante il corso di Scienza delle Costruzioni, il professor Nunziante parlò della cosiddetta ‘intimità della Materia’.

Fino a quel momento non avevo idea che la materia potesse avere una parte intima, ne avevo sempre pensato come a qualcosa di inerte, di morto.

Invece, in quel momento, ho cominciato a capire che l’idea che mi pervadeva, cioè quella della dualità tra scienza e drammaturgia, poteva nascere qualcosa.

Il primo lavoro che ha visto la messa in scena la Teoria dell’Attore Costitutivo fu ‘La Bufaliera’, che si tenne al Teatro San Carlo di Napoli nel 2011.

Fu, forse, la prima rappresentazione in cui riuscii ad applicare in scena questo metodo dopo almeno un decennio di lavoro.

Protagonista di questo nuovo step, è il processo chimico che sta alla base della produzione del nylon, che ha ispirato Egidio Carbone per la realizzazione di un nuovo cortometraggio sperimentale, dal titolo, appunto ‘Nylon’, che è stato proiettato durante la conferenza.

'Nylon'

Cortometraggio che Michela Alfè, che ne ha sviluppato l’idea in tandem con Carbone, ha descritto con queste parole:

Quello che vedremo nel film sarà un sistema che reagisce internamente. Detto in sintesi, ci saranno due molecole che messe insieme reagiscono formando una terza molecola, nello specifico quella che costituisce il nylon, materiale che utilizziamo ogni giorno.

L’aspetto interessante, per la sperimentazione condotta da Egidio e da me, è il fatto che questo tipo di materia cambia internamente, e non all’esterno, come precedentemente avevamo osservato con gli esperimenti di stress sull’acciaio, il quale, a un certo punto, reagisce in maniera ‘drammatica’, potremmo dire.

In questo caso il provino, cioè il sistema posto sotto osservazione, reagisce chimicamente al suo interno, generando nuove cose nel provino stesso. Cambia la struttura della materia.

Sfida molto interessante, che Egidio ha provato a rappresentare e che speriamo possa dare seguito ad una serie di nuove rappresentazioni sempre più ardite.

Le luci nella sala diventano più soffuse: la proiezione ha inizio.

Una scenografia essenziale e ipnotica, quella del film, in cui le inquadrature in primo piano del processo di formazione del nylon, condotti in ‘provino’, si alternano a ombre sui muri di figure umane che, con gestualità da mimo, suggeriscono le reazioni che stanno avvenendo a livello microscopico.

Al termine del processo, il volto incantato dell’attore protagonista, Salvatore Cirillo, deformato dal contenitore dei reagenti, trasporta lo spettatore in una dimensione in cui l’infinitamente piccolo diviene visibile: una pinzetta che afferra la neonata materia, filiforme e molle come una placenta, ci mostra l’alchimia che sta tra scienza e arte.

È l’esatto momento in cui le parole che hanno accompagnato la conferenza diventano un fatto.

La Teoria dell’Attore Costitutivo, forse un po’ ostica da spiegare a parole diventa, in quel preciso istante, semplice semplice, naturale come respirare.

Il ‘miracolo’ di Egidio Carbone è proprio questo, rendere visibile l’invisibile, palese ciò che era nascosto, essenziale ciò che sembrava estremamente complesso.

Elemento essenziale del cinema di Carbone è la musica, che anche in ‘Nylon’ riveste un ruolo cruciale.

Grazie, infatti, alle composizioni originali di Gianluca Rovinello, le immagini si fanno musica inseguendo un rapporto simbiotico che ci pare essere stato raggiunto pienamente, contribuendo in maniera sostanziale alla creazione della forza catalizzatrice che si percepisce fortemente nei pochi, intensi minuti della proiezione.

Durante la conferenza il regista ha inoltre annunciato che è attualmente impegnato nella realizzazione di un nuovo film che costituirà il completamento della trilogia iniziata con ‘Guado’ e proseguita con Calìgo.

Ricordiamo che Egidio Carbone è anche direttore artistico del teatro AvaNposto Numero Zero, sito in via Sedile di Porto, 55, Napoli.

Egidio Carbone Ensemble

Autore Michele Ferigo

Michele Ferigo, napoletano, classe 1976, si occupa d’arte da sempre. È musicista, compositore, disegnatore e film-maker.