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‘L’Equilibrista’ di Lello Savonardo

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Presentazione videoclip L'Equilibrista


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La presentazione al Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli

Giovedì 16 marzo, ore 10:00, presso la Sala Martucci del Conservatorio di San Pietro a Majella, via San Pietro a Majella 8, Napoli, è stato presentato il videoclip del brano ‘L’Equilibrista’ Feat. Edoardo Bennato, nuovo singolo del sociologo-cantautore Lello Savonardo.

Presenti il Vicedirettore del Conservatorio, Angela Morrone, il Direttore del Centro Rai di Napoli, Francesco Pinto, il prof. Sergio Brancato del Dipartimento di Scienze Sociali dell’Ateneo Federico II e Luciano Colella, Consigliere Direttivo e Direttore Tecnico del Consorzio Medianetwork, la regista Barbara Napolitano e il sociologo-cantautore Lello Savonardo.

Dopo una breve introduzione da parte di Angela Morrone, che porta i saluti del Direttore del Conservatorio, Elsa Evangelista, impegnata in altre attività istituzionali, e i ringraziamenti di rito, si procede alla visione del suggestivo videoclip, inserito nell’album ‘Bit Generation’ di Lello Savonardo; Edoardo Bennato ha curato il testo della canzone arricchendo il singolo con il suono della sua armonica. La post produzione è di Iovinocinemakers – Gabriel Isaak Iovino.

Nonostante l’importanza dei soggetti coinvolti, i veri protagonisti del video sono gli allievi del Corso di Teorie e Tecniche della Comunicazione del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, che hanno scritto il soggetto e realizzato il lavoro di produzione, avvalendosi della guida della docente e regista Barbara Napolitano. Interprete straordinario del video è il bravissimo attore Adriano Falivene.

La mattinata rappresenta una serie importante di riflessioni teoriche di livello accademico, splendidamente calate nella realtà con progetti concreti come lo stesso videoclip, che risulta, così, un prodotto tangibile dell’alta formazione dei giovani talenti del Conservatorio.

Barbara Napolitano spiega che per realizzare il videoclip ci sono voluti diversi mesi.
I ragazzi hanno affrontato questo impegno con grande entusiasmo e serietà e il fatto di muoversi in un contesto a loro pressoché sconosciuto, utilizzando un linguaggio diverso da quello cui sono abituati da musicisti, li ha motivati moltissimo.

Il risultato è oggettivamente ottimo. Tutto ciò che è stato mostrato nel backstage è stato ideato e scelto da loro, tanto che, alla fine hanno optato per una musica classica per commentarlo.

Rivolge, quindi, i suoi ringraziamenti al Conservatorio che asseconda anche le sue ‘follie’, sottolineando come un luogo ‘sacro’si presti volentieri a forme di didattica inusuali, come fare esercitare un ragazzo sui trampoli e farlo muovere su di una enorme palla rossa da circo.

Ringrazia poi Pinto che le dà la possibilità di dare fiato a queste sue ‘follie’ e che le ha insegnato che l’azienda per cui lavora fuori dal Conservatorio, la Rai appunto, nonostante sia un posto pieno di spine è pur sempre una rosa rossa. Non manca però di rivolgere un pensiero dolcissimo anche a Raffaele, il signore che ha preparato la sala per la videoproiezione.

Al termine dell’evento, ci dirà, in disparte, che la scelta dell’utilizzo nel video di alcune parti in bianco e nero e di altre a colore era appunto legata al messaggio che si voleva inviare, ovvero il rimando al ciclo della vita che è anche temporale.
Dato che si tratta di un corso di Teorie e Tecniche della Comunicazione si è optato per una successione relativa alle immagini, che a loro volta, da sempre, hanno a che fare con il passato, e di qui l’assenza di colore, e con il presente, ed ecco spiegato il colore. Nelle stesse c’è addirittura un tentativo di saturazione che le proietta nel futuro, per cui alcune sono coloratissime.

L’ultima curiosità che ci toglie riguarda il perché dell’ambientazione di alcuni esterni nel cortile del monastero di Santa Chiara. Molto semplicemente si tratta dell’unico posto di Napoli in cui si può tendere indisturbati un filo da una parte all’altra e in cui Adriano Falivene, l’equilibrista del video, si allena costantemente, conoscendo bene la quota di sostenibilità delle strutture. Inoltre, una diversa ambientazione avrebbe implicato il rilascio dell’autorizzazione comunale, che inevitabilmente, avrebbe dilatato la tempistica.

Ma torniamo alla conferenza.

Prende la parola Lello Savonardo, dice che sia proprio la regista il vero motore di questa bella operazione. Rimarca, opportunamente, come il video utilizzi un linguaggio particolare, nuovo, quello del cinema muto, con bellissimi rimandi a Chaplin, e sia metafora dell’uomo contemporaneo nel circo della vita, in quel perenne e precario equilibro che caratterizza la quotidianità dell’essere umano.

Tocca quindi a Brancato che sottolinea come possa sembrare a volte irriverente realizzare eventi di comunicazione come quello odierno tra il Conservatorio e l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” in cui insegnano sia lui che Savonardo. Auspica, invece, maggiori scambi e incontri tra le istituzioni che producono, conservano e tramandano l’attività culturale, così come sottolinea la necessità di un dialogo interculturale a più livelli per potenziare proprio l’industria culturale, tornata prepotentemente d’attualità.

Fa un breve excursus sulla nascita a Napoli di quei prodotti culturali innovativi, come la fiction italiana e lo stesso video, tra fine anni ’70 e inizi ’80, su cui il più importante sociologo italiano della comunicazione, Alberto Abbruzzese, allora docente nel prestigioso ateneo partenopeo, ha improntato i suoi studi insieme al pool di esperti tra cui proprio Brancato e Pinto. Tale lavoro partiva dal racconto del mondo attraverso ricerche diverse rispetto al passato, come la video-arte e l’audiovisivo, utilizzando, appunto, le nuove tecnologie nel campo delle forme estetiche e nella comunicazione; il capoluogo campano appare, quindi, fin dagli anni ‘70, luogo di produzione di forme estetiche, ma anche di ricerca sulle stesse, assai più di quanto accadesse altrove in Italia.

Occorre riprendere la scia di tale tradizione e, in questo senso, l’operato di Savonardo si pone in perfetta linea di continuità, analizzando il problema della ricerca ma anche quello della produzione, l’incrocio tra il sapere e il saper fare, quell’unificazione importante che tutti noi dovremmo raccogliere.

Quindi si sofferma sul fatto che il videoclip, dal formidabile impatto comunicativo, come formato espressivo dalle caratteristiche giovani ed innovative, sia capace di dialogare con l’audiovisivo del passato in modo flessibile, legandosi alle nuove piattaforme digitali estetiche della contemporaneità. Ed ecco spiegato l’omaggio a Chaplin nel video, soggetto ineludibile nella riflessione sui media.

La sinergia della collaborazione a vari livelli è rafforzata dalla presenza in sala di Luciano Colella, Consigliere Direttivo di Videometrò, il canale televisivo della Metro di Napoli, il sistema televisivo regionale delle metropolitane della Campania, che evidenzia la responsabilità sociale e culturale del suo circuito per incidere positivamente sul territorio.

Spiega che le eccellenze vanno valorizzate e supportate cercando di darne quanta più evidenza possibile attraverso un’idonea strategia di comunicazione.
Alla diffusione del videoclip, pertanto, sarà dedicato un minuto per 40 spot al giorno nelle varie metro regionali, per un totale di circa 24.000 spot trasmessi al mese.

È il turno di Francesco Pinto, Direttore del Centro di Produzione Rai di Napoli, massima espressione dell’industria culturale in Campania, già docente all’Unina, nonché ex allievo di Abbruzzese, che rimarca quanto la Cultura, per definizione, sia irriverente e tenda a raccontare ciò che ancora non c’è, esattamente come fa il videoclip.

Chiarisce che siamo in un periodo in cui la sequenza temporale ha caratteristiche tali da annullarsi, per cui tutto sembra, al contempo, passato, presente e futuro; utilizzare nel videoclip L’Equilbrista un linguaggio che partendo dal cinema muto, passi agli anni ’80, per arrivare poi alla contemporaneità, equivale a raccontare un azzeramento del tempo.

È un’operazione che solo giovani possono fare, perché sono i soli a poter rivelare ciò che ancora non c’è. Non si tratta affatto di gioventù intesa da un punto di vista anagrafico, piuttosto l’atteggiamento definito dall’incoscienza, dal coraggio, dall’approccio verso il mondo, introducendo ovunque l’innovazione.

Le strutture culturali del Paese sono vecchie perché si raffrontano in maniera ormai inappropriata al contemporaneo e vanno appunto svecchiate. Il fermento culturale e la spinta di energia positiva che Napoli è in grado di dare, devono diventare lo sprone per progetti ambiziosi e lungimiranti.

Pinto conclude il suo intervento e l’incontro stesso, elogiando il lavoro di Barbara Napolitano e di Lello Savonardo, che sono riusciti a coinvolgere, con entusiasmo, armonia e professionalità, un’intera classe che ha dato il meglio di sé nella realizzazione di un progetto non facile come il videoclip.
Il lavoro, chiosa, vale in quanto risultato dell’impegno di un gruppo verso un obiettivo comune e, a maggior ragione, quello dei media è e deve essere un lavoro comunitario.

Foto di Barbara Napolitano e degli allievi Corso di Teorie e Tecniche della Comunicazione.
Foto di Carlo Caputo.

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Autore Lorenza Iuliano

Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.