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Moda, FCM di Campi Bisenzio (FI): stop ai licenziamenti

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Via libera alla ‘continuità aziendale’

Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.

Dopo la lunga discussione che ha impegnato ieri il tavolo regionale di crisi convocato da Valerio Fabiani, la Società FCM di Campi Bisenzio (FI), l’azienda di accessori moda di proprietà della multinazionale Oerlikon ha confermato di voler cessare l’attività a Campi ma si è resa disponibile a supportare il Piano di continuità aziendale e la piena ricollocazione dei lavoratori, gli stessi per i quali era stato avviato il licenziamento collettivo a settembre e da allora in stato di agitazione.

La discussione si è conclusa in Regione nel pomeriggio di martedì 5 novembre con un Accordo firmato da management FCM, Confindustria, FIOM CGIL, FIM CISL, UILM UILV, Regione – ARTI e Comune di Campi Bisenzio.

L’accordo scongiura i licenziamenti forzosi e prevede uscite incentivate con il criterio della cosiddetta ‘non opposizione’, quindi a titolo volontario e con incentivo economico da parte dell’azienda.

Lo spiega il Consigliere per lavoro e crisi aziendali di Eugenio Giani.

Accanto all’articolato sistema di tutele e incentivi definito al tavolo per supportare livelli di occupazione e re industrializzazione del sito, Fabiani ribadisce l’importanza del metodo seguito:

Condivisione e confronto fra tutte le parti al tavolo, un modo di gestire i problemi ispirato al buon senso e alla tutela per quanto possibile dei lavoratori e anche delle unità produttive, cercando di favorirne il rilancio.

Nel merito, accanto alle uscite solo volontarie e con incentivo economico a carico di FCM, il licenziamento viene sostituito con un ammortizzatore sociale che l’azienda ha già richiesto non appena firmato l’accordo.

Inoltre, continua Fabiani:

Nel solco delle migliori esperienze degli accordi ai tavoli di crisi in Toscana compare una dote per la ricollocazione dei lavoratori presso altre aziende anch’essa a carico della FCM, cui si aggiunge una dote pubblica a carico della Regione: un incentivo per la ricollocazione dei lavoratori provenienti da crisi più un ulteriore dote per il rilancio del sito pari a 8mila euro per ogni lavoratore riassunto dall’impresa che re industrializzerà il sito stesso.