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L’Intelligenza artificiale, balzo evolutivo della tecnologia

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Intelligenza artificiale


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L’IA non è solo il progresso tecnologico in continuo divenire, ma un vero e proprio balzo evolutivo che indurrà a ripensare al futuro della società globale

L’Intelligenza artificiale, normalmente abbreviata con l’acronimo AI dall’inglese Artificial Intelligence, è un ambito dell’informatica dedicato alla creazione di sistemi in grado di simulare l’intelligenza umana.
È diffusamente conosciuta per la capacità di dialogare, tramite chat vocali o testuali, verosimilmente ad una conversazione umana, ma è molto di più che un’alternativa ai più noti motori di ricerca che fornisco informazioni disponibili nella rete globale Internet.

I criteri fondamentali dei sistemi convenzionali di interrogazione, come Google, Bing ed altri, sono determinati dalla corrispondenza del contenuto rispetto alla domanda formulata dagli utenti e dalla rilevanza dell’argomento ricercato.

Utilizzano complessi algoritmi, cioè sequenze logiche di azioni che vengono eseguite in ordine sequenziale per risolvere una richiesta, fornendo il miglior risultato finale, quali:

• attinenza della risposta ad una domanda;

• rilevanza in relazione all’attendibilità delle fonti di informazione acquisite per le risposte prodotte, Page Authority;

• qualità del contenuto, chiaro e ben scritto;

design del sito presentato, semplice per navigazione e compatibile con dispositivi mobili, quali smartphone e tablet;

• utilizzo di “parole chiave” nel titolo, sottotitolo e corpo del testo;

• sicurezza del sito ricercato, identificabile dal prefisso HTTPS://;

• prevalenza di argomenti recenti, freshness;

• posizione fisica dell’utente che esegue una ricerca, al quale verranno proposti risultati geograficamente più vicini.

L’AI normalmente utilizzata, invece, è quella delle chatbot, che sono software di simulazione della conversazione umana in grado di interagire, in modalità continua, con utenti umani.

Non è da interpretare come l’alternativa ai motori di ricerca, poiché la potenzialità è notevolmente superiore, servendosi di una intelligenza non solo in grado di comprendere il linguaggio, ma di rispondere con una elevata qualità conversazionale di tipo “umano”, interagendo in totale autonomia, se il caso lo necessita, con motori di ricerca e banche dati esterne per informazioni che non trovano nei propri database.

Una delle peculiarità rilevanti di una chatbot è il Machine Learning. Parte integrante dell’AI, permette l’autoapprendimento, che incrementa la capacità di prendere decisioni ed elaborare previsioni.

L’apprendimento automatico è costruito con un processo a quattro livelli:

1) addestramento del sistema: è la fase “educativa” che caratterizza il comportamento dell’AI;

2) apprendimento: capacità del sistema di riconoscere modelli di input e di output, con il conseguente miglioramento dei parametri dell’addestramento, imparando, di conseguenza, a reagire con il miglior comportamento;

3) processo decisionale e previsionale: autonomia nel prendere decisioni e fare previsioni accurate in relazione alla conoscenza detenuta e acquisita da grandi insiemi di dati interni ed esterni;

4) miglioramento continuo nel tempo: adozione di un ciclo di revisione e di perfezionamento costante per identificare ed eliminare difetti, sprechi, o inefficienze.

Non tutte le chatbot si avvalgono del Machine Learning, come ad esempio quelle sui siti predisposti per fornire solo un determinato tipo di risposte preconfigurate e semplici, FAQbot, oppure menu a tendina, che inducono l’utente a seguire determinati percorsi per ottenere risposte, Chatbot menu-driven, e non sono in grado di interpretare domande diverse da quelle attese per le riposte disponibili.

Tra le più note chatbot che si avvalgono del Machine Learning, ci sono gli assistenti vocali Apple-Siri, Amazon-Alexa, Microsoft-Cortana e Google Assistant.

La rilevante singolarità dell’AI è l’elaborazione del linguaggio naturale, Natural Language Processing, NLP, così da essere in grado di comprendere e interpretare il linguaggio umano, interagendo e rispondendo in modalità scritto – parlato come una persona reale.

Un aspetto molto particolare è la Sentimental Analysis, cioè la capacità di interpretare, dal tenore delle conversazioni, le emozioni di chi scrive.

L’Intelligenza artificiale non si configura esclusivamente come un’innovazione tecnologica dell’informatica, resa dal continuo divenire del progresso, ma un vero e proprio balzo evolutivo, che segna il confine con il passato, compiendo il passaggio generazionale verso un nuovo piano comportamentale nell’interazione uomo – macchina.

Apre una profonda riflessione su cosa sia l’intelligenza, quale ruolo le competa per l’autonomia che la caratterizza, quali valori umani assuma, trattandosi di macchine sempre più verosimili all’umanità, più che a macchine di calcolo; inoltre, anche al diverso impiego dell’intelligenza umana che usufruirà degli enormi e indiscutibili vantaggi delle nuove frontiere dell’AI.

È conseguentemente inevitabile riconsiderare cosa significhi essere intelligenti, la manipolazione della conoscenza, denotando il senso della vera e propria comprensione e apprendimento.

Riflettere sul valore etico del comportamento dell’AI, distinguendo chi sarà il responsabile del suo modo di agire, in particolare per la devianza dal bene per l’Umanità e il compimento di atti criminali.

Ripensare al senso della morale e della giustizia, del giudizio di forme di pensiero e di scelte che comportino la distinzione tra il bene e il male verso entità – macchine che matureranno in autonomia un quanto di coscienza, giustificando la creazione di un Diritto civilistico e penale specifico per l’AI.

Soffermarsi sul senso dell’Uguaglianza, considerando il possibile dominio acquisito da Paesi che detengono il maggior potenziale di AI, nei confronti di altri più deboli, verso i quali potrebbero sorgere nuove forme di oppressione; nonché la rilevanza della dignità erosa dall’AI, che sostituisce e predomina le attività umane.

Domandarsi cosa sarà e che significato assumerà la libertà di pensiero, sollevando il dubbio sul limite degli algoritmi rispetto alla prevalenza di una forma di libero arbitrio autoreferenziale.

Con l’affermarsi dell’AI, lo scenario uomo – macchina rappresenta una coesistenza dai confini molto sfumati, con forme di intelligenza innovativa capaci di competere, di fondersi e di confondersi con l’Umanità, aprendo profondi spunti di riflessione sulla moralità, l’autonomia e sul ruolo stesso dell’intelligenza, persino sfidando il significato della coscienza quale caratteristica fondamentale dell’esperienza umana, in relazione ad una tecnologia radicalmente diversa, inducendo a rivedere, sotto una nuova luce, il futuro della società globale.

Autore Adriano Cerardi

Adriano Cerardi, esperto di sistemi informatici, consultant manager e program manager. Esperto di analisi di processo e analisi delle performance per la misurazione e controllo del feedback per l’ottimizzazione del Customer Service e della qualità del servizio. Ha ricoperto incarichi presso primarie multinazionali in vari Paesi europei e del mondo, tra cui Algeria, Sud Africa, USA, Israele. Ha seguito un percorso di formazione al Giornalismo e ha curato la pubblicazione di inchieste sulla condizione sociale e tecnologia dell'informazione.