Home Sardegna Medio Campidano Slow Food Italia lancia il Manifesto del pane Slow

Slow Food Italia lancia il Manifesto del pane Slow

153
Pane di grano saragolla del beneventano, Presidio Slow Food - Campania
Pane di grano saragolla del beneventano, Presidio Slow Food - Campania


Download PDF

Ponte di pace tra i popoli e prospettiva di accesso a un cibo buono, pulito, giusto e sano

Riceviamo e pubblichiamo.

Slow Food Italia celebra le Giornate mondiali dell’Alimentazione e del Pane 2024 con il Manifesto del pane Slow, cibo di base quotidiano che rappresenta identità culturale e, al contempo, condivisione, solidarietà, scambio tra le comunità. Una sorta di ponte di pace tra i popoli.

Eppure, il pane è anche uno dei cibi più sviliti: farcito di additivi, ultra-processato, congelato, precotto, imbustato e distribuito su larghissima scala.

I grani con cui si produce, spesso, affrontano viaggi transoceanici, sono coltivati utilizzando grandi quantità di chimica in campo, in Canada, ad esempio, uno dei principali Paesi fornitori, e sono oggetto di speculazioni da parte di multinazionali e gruppi finanziari.

Ma c’è un’altra storia che Slow Food vuole raccontare, quella del pane come strumento fondamentale per rivitalizzare le aree interne e diffondere pratiche agroecologiche, l’unica prospettiva di futuro capace di garantire a tutti un accesso a cibo buono, pulito, giusto e sano.

Un pane per il diritto al cibo

Serena Milano, Direttrice di Slow Food Italia, sottolinea:

La grande sfida di garantire il diritto al cibo per una vita e un futuro migliori, come indica la FAO in questa Giornata mondiale, per noi parte dal modo in cui gli alimenti sono prodotti, trasformati e distribuiti, anche il pane.

C’è un cibo che fa male, frutto di un sistema preciso, dove spreco, sfruttamento e fame sono elementi necessari, l’altra faccia del consumo e del profitto. E poi c’è un cibo che fa bene alle persone e ai territori, fatto di storia, cultura, convivialità, piacere.

Il Manifesto del pane Slow ha l’obiettivo di riunire contadine e mugnai, fornai e pastaie, ma anche cuochi, tecnici e istituzioni che in esso si riconoscono e lavorano per coinvolgere una comunità sempre più ampia di cittadini.

Nelle aree interne, in particolare, i grani tradizionali prodotti con pratiche agroecologiche possono rappresentare una leva di sviluppo importante.

Su quali principi si fonda il pane Slow

Qualità del prodotto: il pane Slow è realizzato con pasta acida lievitata – evitando l’uso di agenti lievitanti chimici – acqua e farine integrali o semi-integrali, per un prodotto genuino che conservi tutte le proprietà nutrizionali e i sapori autentici.

Agroecologia: promuoviamo metodi di coltivazione e gestione dei terreni che rispettino l’ambiente e favoriscano la biodiversità, impiegando grani tradizionali locali che arricchiscono il patrimonio agricolo.

Giusta remunerazione: crediamo nella valorizzazione del lavoro di tutti gli attori della filiera, agricoltori, mugnai, panettieri. È essenziale garantire loro la giusta remunerazione, riconoscendo l’impegno e la passione di chi produce il nostro pane.

Un patrimonio da trasmettere: il pane Slow ha la missione di tramandare l’arte della panificazione locale alle nuove generazioni. Vogliamo far conoscere le forme, i colori e i profumi che raccontano storie e tradizioni di un’arte antica e preziosa, ma anche le molte ricette regionali che hanno il pane come ingrediente, soluzioni semplici, economiche ed equilibrate dal punto di vista nutrizionale, che vanno nella direzione di una cucina senza spreco.

Una ricchezza da condividere: promuoviamo lo scambio di lieviti e la condivisione di conoscenze tra i diversi componenti della rete, creando una comunità di appassionati che valorizza il pane come simbolo di identità culturale, di socialità e di sostenibilità.

Una storia fatta di grani

Il Manifesto del pane Slow è il frutto di un percorso importante dell’Associazione.

Mimmo Pontillo, referente della Rete Slow Grains, ricorda:

Era il 2016 quando, con la prima edizione di ‘Sementia’, a Benevento, Slow Food cominciava a mettere a punto i principi di una rete nata dal basso che valorizzasse i grani tradizionali locali, rafforzasse le filiere e con esse i territori, le culture e le professionalità.

Oggi la rete conta oltre 150 aziende che in tutta Italia producono, trasformano e offrono prodotti a base di grani che fanno bene ai territori, alle comunità, alla salute di chi li produce e di chi li mangia.

La rete Slow Grains si è appena riunita a Terra Madre per fare il punto sulle crisi del settore e discutere insieme di possibili soluzioni.

Il prossimo appuntamento sarà a Benevento, il 26 e 27 ottobre, con la sesta edizione di ‘Sementia’, organizzata da Slow Food Campania.

Leggi il Manifesto del pane Slow