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Polsi: il cuore sacro dell’Aspromonte

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Santuario di Polsi


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Meta ambita da popoli di ogni tempo e terra di frontiera tra Oriente e Occidente, la Calabria vanta scenari naturali straordinari, paesaggi che, nella loro variopinta conformazione, si rinnovano ad ogni soffio di vento e non temono il tempo.
Benché il moderno turismo ne valorizzi maggiormente le mete balneari, questa terra antichissima, da sempre fulcro di una spiritualità mistica, ha accolto non solo vari popoli, ma anche le loro tradizioni, adeguando i culti preesistenti alle ritualità introdotte dai nuovi insediamenti, riscontrabili anche nelle costruzioni in seguito edificate.

Queste diversità architettoniche, evidenti nella comparazione tra costruzioni megalitiche, templi pagani e luoghi di culto cristiani, come conventi, monasteri, abbazie cattedrali, sono testimoni tangibili di una religiosità arcana, che ha inizio con il culto della Dea madre, per poi evolversi nei rituali fondati sull’ideologia pagana e, in seguito, su quella cristiana.

Il nuovo culto cristiano, che si impone su quello ortodosso, trova il suo vertice nel centro dell’Aspromonte in un luogo isolato e quasi inaccessibile chiamato Polsi.

Cuore pulsante della cristianità calabrese, il santuario, devoto alla Vergine Maria vanta una lunga scia di leggende che, più delle fonti storiche, ne raccontano l’origine.

Secondo la leggenda, la venerazione della Madonna di Polsi, trae le sue radici dalla presenza della Sibilla aspromontana, che risiedeva a poca distanza dal luogo, e che, per aver rivaleggiato con la madre del Salvatore fu rinchiusa in una grotta adiacente, un chiaro riferimento alla fine della ritualità pagana a favore di quello cristiana.

Un altro racconto, molto più conosciuto associa la fondazione della prima chiesa al posto in cui un pastorello ritrovò il toro fuggito, inginocchiato di fronte ad una croce, la stessa che possiamo ancora oggi ammirare all’interno del santuario, dove la Madonna si rivelò al giovane chiedendogli di edificare un tempio in suo onore.

Ma cosa testimoniano le fonti storiche sulla sua origine?

Molto si sarebbe potuto raccontare attraverso le testimonianze archeologiche emerse da recenti lavori di restauro e consolidamento, avvenuti a cavallo del nuovo millennio, ma, come riportato nel volume più completo sull’edificio ecclesiastico, di recente pubblicazione dal titolo ‘Il Santuario di Polsi e la Carovana Misteri della Gioia di San Giorgio Morgeto’, Patrum edizioni Firenze

I lavori sono stati portati avanti senza la presenza di un solo assistente della Soprintendenza Archeologica.

Sappiamo che sono state rinvenute tombe, strutture murarie e antichi reperti, ma immediatamente tutto è stato occultato.

Nonostante non ci siano pervenute fonti attendibili sulla fondazione di questo luogo sacro, sappiamo che fu edificato intorno a IX secolo, arricchito di stucchi, decori e molti altri elementi e arredi solo nel secolo XVIII e, negli ultimi anni, è stato oggetto di importanti opere di restauro da parte della Soprintendenza.

Una bella realtà che non è stata però affiancata da un’adeguata tutela delle stradine, strette e dissestate, responsabili di non pochi incidenti.

In un continuo crocevia di pellegrinaggi dei fedeli chiamati Carovane, che raggiungono il culmine nelle prime giornate di settembre, quando una moltitudine di gente si affolla per rendere omaggio alla Regina della Montagna, nonostante la lunga ed estenuante tratta a piedi attraverso un sentiero poco rassicurante.

In queste giornate di festa si respirano ancora riti e tradizioni accompagnate da canti e danze, probabilmente le stesse atmosfere più volte descritte dal più famoso scrittore calabrese, Corrado Alvaro, natìo in un comune vicino Polsi.

Nei suoi mille anni di storia il santuario ha vissuto un susseguirsi di epoche, eventi, terremoti, alluvioni, epidemie, siccità, che hanno messo in ginocchio questo luogo, geologicamente isolato che, pur non consentendo riparo alcuno di fronte a calamità naturali, non è mai stato abbandonato dai suoi abitanti, profondamente devoti alla loro Regina della Montagna, in cui hanno sempre riposto fiducia e speranza.

Ci auguriamo la stessa fede che unisce gli abitanti di Polsi e dei comuni vicini, si estenda anche alle istituzioni, affinché si attivino a rendere sicure queste vie affollate e pericolose per i residenti come per i pellegrini e comprendano l’importanza di rendere stabile e percorribile un sentiero da sempre considerato sacro.

Autore Daniela La Cava

Daniela La Cava, scrittrice, costumista, storica del Costume. Autrice di volumi sulla storia del costume dal titolo "Il viaggio della moda nel tempo". Collabora con terronitv raccontando storie e leggende della sua terra, che ha raccolto nel volume "Calabria: Echi e Storie di una Terra tra due Mari".