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Quando Napoli era Hollywood

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Napoli - Vomero


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Fino all’avvento del Fascismo, a Napoli venivano girato quasi tutti i film che venivano distribuiti in Italia

Sembrerà strano a molti, eppure, Napoli, fino alla fine degli anni venti del secolo scorso era la capitale del cinema italiano e la collina del Vomero era una sorta di Hollywood dove venivano girati i film.

Protagonista assoluto fu Gustavo Lombardo, un “Carneade” per molti, ma che, come vedremo, è stato l’artefice della nascita e dello sviluppo della cinematografia italiana.

Nato a Napoli nel 1885, da una famiglia borghese, a tredici anni fu “folgorato” dal mondo della celluloide quando assistette ad una delle prime proiezioni dei fratelli Lumière al Salone Margherita nella Galleria Umberto.

Sei anni dopo, contro il parere dei genitori che desideravano per lui una carriera forense, fondò sia una società di distribuzione cinematografica che una rivista specializzata, Lux.

Lo sviluppo del cinematografo e l’apertura di nuove sale, nonché il monopolio distributivo nel centro e sud Italia, arricchirono notevolmente Lombardo.

Decise, quindi, di mettersi in proprio, e nel 1919, fondò la Lombardo Film, scegliendo la collina del Vomero come location per gli studi cinematografici.

A quel tempo l’urbanizzazione del quartiere era solo agli albori e la collina era dominata dal verde, ma proprio la presenza degli studi spinse all’urbanizzazione di via Scarlatti, per l’elevata richiesta di abitazioni da parte di attori e tecnici.

Gustavo scritturò attori e registi di grosso calibro, tra cui la diva del cinema muto e sexy symbol degli anni venti Leda Guys, pseudonimo di Giselda Lombardi, che sposò nel 1932.

Gustavo Lombardo era dotato anche di grande ingegno, infatti, sebbene i film fossero muti, faceva introdurre delle persone sotto al palco che, con un megafono, ripetevano le battute degli attori; parliamo di una sorta di doppiaggio ante litteram.

La Lombardo Film produceva i due terzi dell’intera cinematografia nazionale, molta della quale in lingua napoletana, e ciò era avverso al Fascismo, anche perché era più difficile il controllo della censura.

Il regime, infatti, impose a Lombardo di trasferire l’intera produzione a Roma, che fu invogliato da incentivi economici e dalla costruzione di Cinecittà, e cambiò il nome in Titanus.

Lombardo ebbe il merito di lanciare cinematograficamente Totò, ingaggiandolo per la somma di seimila lire. Lo straordinario artista partenopeo debuttò nel 1937 nel film ‘Fermo con le mani’.

Gustavo, malato ormai da tempo, si spense a Roma all’età di 66 anni, dopo aver lasciato la Titanus nelle mani del figlio Goffredo.

Autore Mimmo Bafurno

Mimmo Bafurno, esperto di comunicazione e scrittore, ha collaborato con le maggiori case editrici. Ha pubblicato il volume "Datemi la Parola, Sono un Terrone". Attualmente collabora con terronitv.