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‘Medeae… da Euripide in poi’ torna al Tempio di Nettuno

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Medeae


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In scena il 22 agosto nel Parco Archeologico di Paestum (SA) nell’ambito della rassegna ‘…dal Mito a + ∞’

Riceviamo e pubblichiamo.

Giovedì 22 agosto 2024, alle ore 21:30, il Tempio di Nettuno nel Parco Archeologico di Paestum (SA) sarà il magico scenario di ‘Medeae… da Euripide in poi’ che

quest’anno festeggia dieci anni di incontri col suo pubblico a Paestum: dove la poesia si fa sangue

afferma l’attrice e regista Sarah Falanga.

Nel titolo dello spettacolo il genitivo latino del nome (Medea, ae), ossia ‘di Medea’: un intenso e delicato susseguirsi, legato da un filo di sangue, di quanto la letteratura di ogni tempo abbia dedicato a Medea. È il viaggio di Medea, la visione ‘globale’ del ruolo che questo personaggio ha avuto nel corso dei secoli.

Euripide ha giocato sicuramente un ruolo decisivo. Infatti, fa da spartiacque tra due modi diversi di interpretare questa figura. L’elemento centrale della leggenda di Medea, o meglio quello che era divenuto centrale dopo Euripide, l’infanticidio, era stata un’innovazione del tragediografo ateniese rispetto alla tradizione precedente.

Dopo il 431 a.C., la rappresentazione euripidea ha esercitato il suo influsso sulle letterature successive. Euripide, Seneca, Grillparzer, Alvaro, Pasolini, fino a Christa Wolf, sono compagni di questo viaggio teatrale verso Medea, per portare tutto quello che “di Medea” abbiamo imparato nei secoli.

Mi affascina il tentativo di giungere, per quanto possibile, alla base di tutte queste tradizioni, non con approccio scientifico, bensì come attrice e regista, con immaginazione e fantasia nutrite tuttavia da un’ampia conoscenza delle condizioni di vita di questa figura.

Medea vive l’eterna tragedia di dover portare in scena la sua storia, da tutta l’eternità, ossia da quando è stato scritto per la prima volta il suo nome, famoso ormai tra gli dei e tra gli uomini di ogni tempo. Ogni volta che vi sarà un pubblico, come in un girone dantesco, sarà costretta a rivivere la sua tragedia, il tradimento, il dolore e l’estremo gesto dell’infanticidio lucido e cosciente. L’inizio dello spettacolo è generato dalla fine di uno che, poc’anzi, è terminato.

Alla vista di un nuovo pubblico, il personaggio si prepara e rivivere tutto, per raccontarsi a nuove donne ed a nuovi uomini. “È un dolore che non vuole passare, un dovere dato dalla sua stessa natura”.
Sarah Falanga

Tutti gli autori di Medea sono stati di supporto al riadattamento del testo, curato dalla stessa Sarah Falanga, che va in scena leggero, lineare, moderno nell’essenza e nella messa in scena.

Ecco una parte del prologo, scritto di getto, in un sol fiato, pensando a quanto di Medea vi sia in ogni donna attrice e spettatrice:

Io, Medea. È l’ultimo sguardo. Attraverso l’ultima stanza di questo palazzo che mi vide padrona, madre, tradita.

Ora, la libertà! La libertà è l’esilio e la condanna a una missione suprema… Condanna di luce per l’eternità, per chi mi incontrerà. La luce di una scoperta. Scoperta e valore di una dignità.

Esilio. Esilio. Esilio, sì! Per ogni donna il racconto, la storia, il viaggio… Il meraviglioso sacrificio di un viaggio… Il mio castello, da ora in poi, è il mondo! Ed è affanno, è verità… È sofferenza di libertà… Ricomincia il gioco del dolore…
Sarah Falanga

La scena è un ring entro il quale il pubblico è avvolto. Persa la dimensione abituale, rompendo la “quarta parete”, lo spettatore è al centro della vicenda, proprio come succede nell’animo di chi si trova, costrette a rivivere il suo dramma ogni volta che il teatro lo chiede, o meglio ogni volta che il “dovere di catarsi” richiama l’essenza di un personaggio teatrale.

In scena sette Medee, che rivivono il tormento dell’uccisione come estrema ratio, fino a giungere all’epilogo che chiude il cerchio, che presagisce un nuovo inizio… il ritmo ininterrotto di un’esperienza che da secoli il personaggio è votato a donare al pubblico e dal quale non può esimersi, destino dal quale non può prescindere, ed in questo ciclo v’è l’eterno tormento, dal quale per sua stessa natura non può liberarsi nonostante l’estrema sofferenza di ogni spettacolo.

La donna, infatti, è piena di paura, vile di fronte alla forza; ma quando viene offesa nel suo letto non c’è altra mente che sia più sanguinaria. Donne di Corinto, vi parlo perché non abbiate nulla da rimproverarmi.

Eccomi qua, questa l’ultima stanza del Palazzo? Ma no… se il mio palazzo è il mondo…questa non è che la continuazione di un viaggio… e ci sarà una nuova stanza, ed un’altra ancora… dove incontrare altri sguardi. Il mio viaggio nelle coscienze dell’eternità… Medea.
Sarah Falanga

Medea: libera, magica e orgogliosa creatura!

Un particolare ringraziamento, per aver sostenuto moralmente l’iniziativa, va all’Amministrazione comunale della Città di Capaccio Paestum, nella persona della Vicesindaco, nonché Assessore alla cultura Dott.ssa Maria Antonietta Di Filippo ed alla Soprintendenza dei Parchi Archeologici di Paestum e Velia Dott.ssa Tiziana D’Angelo.

Riadattamento e regia: Sarah Falanga

Cast artistico: Sarah Falanga, Christian Mirone, Sergio Toscano, Giusy Paolillo, Giorgia Palmucci, Damiano Agresti, Marco Gallotti, Aurora Pascale, Una Danzatrice e con la Partecipazione Delle Piccole Diletta Sgritta e Maria Vittoria Lembo.

Disegno luci: Christian Mirone
Costumi: Leticia Craig
Produzione: Teatrinedito AMG & Accademia Magna Graecia

Giovedì 22 agosto 2024, ore 21:30
Location dello spettacolo: Tempio di Nettuno – Area Archeologica di Paestum
Durata: 1 h 30 min circa
Prenotazione obbligatoria – Evento a pagamento
Lo spettacolo prevede delle sedute, posto unico

Apertura cancelli, varco tempio di Nettuno – area pedonale, alle ore 21:15
Evento Facebook: https://www.facebook.com/events/1003967604714705

Per info, biglietti e prenotazioni: 333-7650338 WhatsApp

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