Al via la XII edizione. Teatro, danza, musica, incontri, performance, installazioni
Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.
L’edizione 2024 di ‘Orizzonti Verticali – Arti sceniche in cantiere’ si snoda dal 31 luglio al 3 agosto a San Gimignano (SI), una delle mete più iconiche della Toscana, eletta patrimonio dell’UNESCO nel 1990.
Il festival mette insieme appuntamenti di danza, teatro, musica, performance, incontri, installazioni e si avvale della direzione artistica di Patrizia de Bari e Tuccio Guicciardini.
La rassegna è realizzata con il contributo di Regione Toscana e Comune di San Gimignano – Assessorato alla Cultura, nell’ambito della manifestazione ‘Accade d’estate 2024’.
È curata dalla compagnia Giardino Chiuso, in collaborazione con Fondazione Fabbrica Europa per le arti contemporanee.
Programma
Il festival si apre il 31 luglio alle ore 18:00 al Bar Le Torri di piazza Duomo con la performance ‘Vis-à-vis’ della compagnia Egribianco, interpreti Gianna Bassan e Vittorio Criniti.
È un lavoro urbano che si svolge per strada e per questo è fruibile da tutto il pubblico, l’argomento trattato è molto semplice: una coppia seduta al bar che si confonde con gli altri avventori. Ad un certo punto qualcosa scatta e la performance ha inizio.
Il coreografo Raphael Bianco racconta:
Questo è sorprendente e ci piace proporre ‘Vis-à-vis’ perché è un modo diverso di accostare il pubblico, di stare insieme al pubblico e soprattutto di coinvolgerlo direttamente.
Non vi sono spettatori passivi, ma spettatori all’interno delle dinamiche perché sono seduti al bar insieme ai danzatori. Questo crea una sinergia, un dinamismo molto particolare.
Le note del tango di Astor Piazzolla accompagnano gli umori della coppia che passano dalla rabbia, all’amore, dalla passione, alla complicità.
‘Vis-à-vis’ si replica alle 20:00 alla Rocca di Montestaffoli e il 1° agosto alle ore 11:00 da Magnino Bistrot – P.tta Filippo Buonaccorsi 5.
In un luogo segreto del borgo, il Sottomondo, va in scena il 1° agosto alle ore 19:00 ‘Entanglement’, il lavoro coreografico del Duo Zakuro, vincitore del Premio Twain_direzioniAltre 2021, replica il 2 agosto alle ore 18:00
‘Entanglement’ nasce dall’indagine di Jennifer Rosati e Lorenzo Di Rocco su un affascinante concetto appartenente al mondo delle particelle: l’entanglement, quel misterioso fenomeno della meccanica quantistica già definito da Einstein come ‘un’azione a distanza’, in cui due microparticelle, inizialmente fatte entrare nello stesso stato quantico, possono risultare connesse anche se poste successivamente a grande distanza una dall’altra.
Dall’esplorazione di questo micro fenomeno scaturisce una riflessione sul rapporto tra atomo e uomo, intesi come uno la riproduzione in scala dell’altro e l’ipotesi che il fenomeno dell’entanglement possa verificarsi anche nella nostra realtà.
Scagliati in una dimensione in cui micro e macro si fondono, due corpi la esplorano, mossi verso un incontro involontario; entrando uno nello spazio intimo dell’altro iniziano a comunicare e, attraverso un incessante contatto, intrecciano i fili di una connessione creando immagini di esperienze passate, presenti o future, attraverso una delle forme più emblematiche del contatto umano, ‘l’abbraccio’.
Alle 21:15 nellla piazza Pecori segue il gruppo teatrale romano Eat the catfish con ‘Tre liriche’, spettacolo vincitore del festival Direction under 30, Gualtieri (RE), del festival Intransito, Genova, e del festival Pillole, Roma.
Con la regia e la drammaturgia di Jacopo Neri ‘Tre liriche’ esplora il nesso tra amore e paura: paura del coinvolgimento, durante le prime fasi della relazione, paura della perdita, mentre il rapporto si fa più stabile, paura dell’oblio della vita condivisa, quando la storia sta ormai volgendo al termine.
Lungo il corso dello spettacolo, l’Io parlante tenterà in tutti i modi di controllare l’inevitabile volubilità dei legami umani, adottando i comportamenti più surreali dentro e fuori la vita di coppia, nell’utopica ricerca di una sicurezza totale.
I tre attori Dario Caccuri, Chiara Ferrara, Jacopo Neri incarnano le diverse parti di una sola identità presa nei travagli dell’amore: la parte razionale, che vuole risolvere il turbamento con la logica, quella emotiva, che cerca costantemente di mediarlo, quella inconscia, infine, che lascia esplodere nel mondo tutto il carico dionisiaco del dolore.
In accordo alla complessità delle tematiche trattate, ‘Tre liriche’ si serve di linguaggi fortemente ibridi: uno stile testuale che mescola elementi narrativi, elementi poetici e quelli propri del monologo classico; una partitura musicale che unisce acustico, elettronico e rumoristico; una recitazione in bilico tra naturalismo e studio dell’espressività vocale al microfono.
Evento atteso il 2 agosto la prima regionale del concerto dell’Accademia Musicale Chigiana alla Galleria Continua alle ore 21:15: ‘A man in a room, Gambling’ di Gavin Bryars, protagonisti il Quartetto Nous, formato da Ekaterina Valiulina, Alberto Franchin, Sara Dambruoso, Riccardo Baldizzi, con la partecipazione di Giuseppe Ettorre al contrabbasso e Angelo Romagnoli, voce recitante.
‘A man in a room, Gambling’ è una straordinaria scultura sonora, l’invenzione di uno spazio mentale che esiste esclusivamente nella mente dell’ascoltatore. C’è un uomo in una stanza che gioca d’azzardo nella tua testa.
Adrian Searle, The Guardian
La composizione del 1992 è una delle opere più rappresentative scritte dal celebre musicista britannico Gavin Bryars su commissione di Artangel, un’organizzazione artistica londinese fondata da Roger Took e diretta dal 1991 da James Lingwood e Michael Morris, che ha commissionato e prodotto una serie di notevoli opere site-specific, oltre a diversi progetti per TV, film, radio e web.
Per la realizzazione Bryars si è avvalso per la parte testuale della collaborazione dello scultore spagnolo Juan Muñoz, che con la sua opera ha indagato la relazione tra artista e spettatore, esprimendo tutta la propria fascinazione per la magia, l’illusionismo, l’ironia, il gusto del paradosso e la finzione nel racconto. L’artista amava autodefinirsi un ‘narratore’ e si è interessato anche alla sceneggiatura e alle arti uditive, specialmente radiofoniche.
Il progetto è stato concepito come una serie di 10 episodi della durata di circa 5 minuti ciascuno, che descrivono diverse strategie impiegate nei giochi di carte. Il testo è intervallato e frammentato dalla musica ed è espresso in modo volutamente tecnico, con una precisione quasi scientifica.
Le spiegazioni sembrano formule chimiche o ricette di cucina; gli ascoltatori sentono una voce melliflua che recita le istruzioni, ma per quanto provino a concentrarsi, si dovranno confrontare sempre di più con l’impossibilità di seguirle tanto da finire per esserne spiazzati.
L’opera è racchiusa perciò nell’assurdità del tentativo di ricostruire un’esperienza visiva senza l’uso di immagini. Originariamente era destinato ad essere trasmesso radiofonicamente, all’ora della radio cronaca della tarda serata, in dieci distinti appuntamenti.
Ogni segmento inizia con:
Buonasera. Oggi vi insegneremo il tal trucco.
Muñoz e Bryars immaginavano un ascoltatore che guidava di notte lungo un’autostrada, confuso da questa curiosità fugace e forse enigmatica.
Ascoltando la serie compressa in un’unica sequenza, il senso di irrealtà è accentuato come se il programma stesso fosse un trucco per il quale il suono e il ritmo, sia della parola che della musica, affascinano trascendendo il proprio significato testuale in un assurdo controsenso, un’illusione della sensibilità e del pensiero, un gioco in cui tutte le informazioni vengono fornite ma finiscono in ogni caso per rimanere occulte.
Il 3 agosto alle ore 19 nella loggia del Teatro in Piazza Duomo Teatro Studio Krypton presenta ‘Bodyscaping/Architetture Dinamiche per il Corpo’ di Massimo Bevilacqua.
‘Bodyscaping’ è un’opera che mixa performance, videoinstallazione e sound design, in cui viene sperimentato l’utilizzo di tecnologie interattive per creare una partitura drammaturgica in cui il corpo agisce per rileggere paesaggi urbani e naturali.
Partendo da una riflessione sulla radice etimologica comune alle parole ‘abito’ e ‘abitare’, Bevilacqua si sofferma sulle abitudini e l’identità che la nostra ‘seconda pelle’ comunica attraverso il suo linguaggio e come attraverso questa il nostro essere occupi gli spazi che abitiamo.
Il performer indossa un abito/scultura la cui superficie è esaltata dalla dinamicità delle elaborazioni visuali e, grazie ai sensori di movimento, attiva paesaggi sonori e narrazioni simboliche inusitate.
Il corpo con la sua sovrastruttura si espande e si contrae grazie alle sollecitazioni percettive di suono, luce e immagine, dando vita ad un’architettura mutevole e in movimento.
La performance si configura come un live electronics in cui il corpo diventa strumento in dialogo con i quattro musicisti e si sviluppa in 8 quadri, in ognuno dei quali la composizione musicale percorre un ambiente, un paesaggio specifico della città e della natura.
La scena è una installazione video generata attraverso quella che nella fotografia analogica è definita come tecnica della ‘doppia esposizione’, in cui il corpo in movimento diventa luogo che abbraccia il paesaggio e si confonde con esso dandogli nuove forme e nuovi ritmi.