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Carceri Lazio, Regimenti: Tavolo per prevenzione rischio suicidario

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L’Assessore: 500mila euro per reinserimento sociale dei detenuti

Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa della Regione Lazio.

Ieri la rivolta nel carcere di Velletri, pochi giorni fa il suicidio di un detenuto a Rebibbia.

Sono solo gli ultimi episodi di una lunga scia di lutti, sofferenze e criticità che coinvolgono gli istituti penitenziari del Lazio dove, come in tutta Italia, si registra una situazione non più sostenibile tanto per coloro che stanno scontando la pena quanto per chi è chiamato a lavorare in questi luoghi.

Una questione di dignità e civiltà che chiama in causa tutte le Istituzioni e alla quale la Regione Lazio, nell’ambito delle proprie competenze, è pronta a dare il suo contributo.

Lo evidenzia Luisa Regimenti, Assessore al Personale, alla Sicurezza urbana, alla Polizia locale, agli Enti Locali e all’Università della Regione Lazio.

L’Assessore conclude:

Ritengo cruciale, a questo scopo, la cooperazione tra Istituzioni: per questo mi sono fatta promotrice di un tavolo di lavoro e di studio interistituzionale che si svolgerà il 9 settembre per avviare un percorso finalizzato alla stesura di un Piano regionale aggiornato per la prevenzione del rischio suicidario negli istituti penitenziari del Lazio.

È il primo passo di un percorso da avviare insieme a tutti gli attori coinvolti nel sistema carcerario italiano, a partire dall’Amministrazione penitenziaria e dal Garante dei Detenuti, per preservare la salute e la sicurezza dei detenuti.

Vogliamo, inoltre, dare concretezza a quanto stabilito dalla Costituzione sul fine rieducativo della pena: stiamo lavorando a un bando di 500mila euro per garantire il reinserimento sociale dei detenuti con misure per ampliare il diritto allo studio, per rafforzare il diritto alle cure e all’assistenza sanitaria, l’effettivo esercizio del diritto al lavoro e alla formazione professionale.

Altri progetti stanno arrivando dagli altri assessorati che ringrazio per la collaborazione avviata attraverso il tavolo interassessorile dello scorso febbraio.

Un sistema carcerario che non dà speranze è una sconfitta per tutti: è una sofferenza per la democrazia, per la società, per la giustizia, che diviene meno credibile.

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