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Un piccolo esercito di esperti dronisti a difesa dell’ambiente

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Si è conclusa la seconda esercitazione congiunta in Italia

Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.

Utilizzare i droni per il monitoraggio e il controllo delle dune e della linea di costa, di aree bruciate, di cumuli di rifiuti, del corso dei fiumi e dello stato delle cave per le azioni di ripristino.

Sono questi alcuni degli obiettivi che un piccolo esercito composto da circa settanta esperti di droni si sono dati nel corso della seconda esercitazione italiana del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente.

La Regione Toscana, spiega l’Assessore regionale alle infrastrutture digitali, ha messo a disposizione degli enti locali toscani e non la sua ‘3D data’, la piattaforma gratuita che raccoglie ed utilizza i dati raccolti dai droni e se ne serve per garantire il monitoraggio e il controllo del territorio.

È fondamentale che le procedure operative siano le stesse in tutte le regioni e i dati raccolti comparabili.

Secondo l’Assessore regionale si tratta di un supporto tecnologico che pone la Toscana all’avanguardia in Italia e la Regione sta facendo in modo che sia conosciuto ed utilizzato visto che la progressiva diffusione dell’uso dei droni e, più in generale, delle tecniche di osservazione della terra nelle attività delle Agenzie ambientali e di ISPRA rappresenta un significativo miglioramento delle capacità di monitoraggio, controllo e ricerca ambientale.

La piattaforma ‘3D data’ insomma sintetizza l’esperienza di una sperimentazione di due anni e si posiziona come un ulteriore strumento, già disponibile per il territorio, per l’attuazione della strategia di cultura e gestione dei dati.

‘3D data’ si affianca alla piattaforma per i big data regionali Smart Region e a Dati.Toscana.It utile per la pubblicazione di open data.

Dopo il primo incontro in Emilia Romagna che si è svolto lo scorso novembre, le aree coinvolte in questa occasione sono gli ambienti costieri nel comune di San Rossore (PI), i Monti Pisani, comune di Calci (PI) e alcune cave dismesse nella zona di Monsummano (PT).

Lo scopo dell’esercitazione è stato quello di rendere più efficace il monitoraggio ambientale attraverso l’uso di tecniche di osservazione della terra da remoto.

L’impiego di Unmanned Aircraft Systems (UAS – Sistemi aeromobili a pilotaggio remoto) è una realtà già diffusa nell’ambito del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente.

Tuttavia, si punta a una crescente omogeneizzazione delle procedure operative con l’obiettivo di definire uno standard comune SNPA, cioè dei protocolli metodologici condivisi a livello nazionale per l’uso di queste tecnologie nell’ambito dei controlli ambientali.

Gli UAS vengono utilizzati in campo ambientale per la mappatura delle trasformazioni del territorio e degli habitat, nell’ambito del monitoraggio delle acque superficiali e della qualità dell’aria, come supporto a ispezioni di impianti o all’individuazione di illeciti ambientali quali scarichi e abbandoni di rifiuti.

L’elevato dettaglio delle informazioni rilevate, la versatilità – che permette di acquisire nei momenti più adatti alla descrizione dei fenomeni di interesse – e la ripetibilità a costi contenuti costituiscono punti di forza di queste tecniche, a cui si aggiunge una maggiore sicurezza e produttività per gli operatori, soprattutto nei contesti ambientali di difficile accessibilità.

Tra gli obiettivi del confronto, la possibilità di integrare il monitoraggio svolto mediante tecnologie UAS con i dati e prodotti di osservazione satellitare della Terra, quali quelli messi a disposizione dal programma europeo Copernicus, nell’ambito del progetto FPCUP Copernicus4SNPA.

La tre giorni formativa è stata organizzata da ISPRA e ARPA Toscana con il supporto della Regione Toscana, di ARPA Valle d’Aosta e di ARPA Lombardia.