Dalla protoscienza alla scienza, il percorso compiuto dall’astrologia prescinde dal progresso scientifico dell’astronomia per rinserrarsi nella superstizione
Che l’astrologia sia un dato di fatto che conta una miriade di persone al seguito è ineluttabile. Che detenga un ‘fare’ scientifico è forse confutabile. Che sia una scienza è indubbiamente errato.
Di origine remota, l’astrologia si pone quale arte divinatoria che studia l’influsso astrale sulla vita umana, ed è fondata sull’analisi dei segni zodiacali.
La presunta scienza, compiuto un percorso millenario, ad un certo punto si separa dal progresso scientifico dell’astronomia, permanendo, nell’immaginario collettivo, come punto di riferimento al quale molti si ispirano per valutare processi decisionali, influenzare l’umore quotidiano, alimentare il bisogno di conforto, e può anche essere un modo innocuo e divertente di intrattenersi.
La lunga storia dell’astrologia risale al 3000 a.C. circa, con le civiltà mesopotamiche dei Sumeri, dei Caldei e dei Babilonesi.
Proprio questi ultimi hanno codificato lo zodiaco, come ancora oggi lo conosciamo, dividendo il cielo visibile all’osservatore in 12 parti ognuna delle quali corrispondente alla costellazione che il Sole, nel suo moto apparente intorno alla Terra, attraversa in un determinato periodo.
Il termine ‘zodiaco’ deriva dal greco zōdiakos kyklos, che significa ‘cerchio degli animali’, che sono le figure prevalentemente rappresentative delle costellazioni alle quali, oltre alla denominazione del corrispondente animale disegnato nel cielo dalla posizione delle stelle, sono stati attribuiti simboli e caratteristiche.
Seppur l’interpretazione scientifica dello zodiaco sia mutata nel tempo, ha mantenuto la propria rappresentazione anche in astronomia.
I simboli associati alle costellazioni sono composti da parti dei segni della croce, della terra, della mezzaluna e del cerchio del sole, che armonicamente unite tra loro, compongono le figure ad esse rispettivamente attribuite.
Le caratteristiche equivalgono al significato simbolico del segno: per esempio, il Leone rappresenta la potenza, l’Ariete l’impetuosità del risveglio della primavera, il Cancro la fecondità dell’estate, la Bilancia la calma dell’autunno e il Capricorno l’energia sotterranea dell’inverno.
Lo zodiaco ha poi assunto rilevanza nell’antica Grecia e nell’Impero Romano, integrandosi a filosofia e medicina, e nel Medioevo gli è stata riconosciuta la legittimità di scienza, influenzando con rilevanza la società, la politica e gli studi scientifici.
Con il progresso del metodo scientifico, l’astrologia inizia a perdere il proprio status di scienza.
Il mutamento generato dall’innovativa metodologia indebolisce gli antecedenti della scienza astrologica, introducendo un processo logico e rigoroso ai fini della conoscenza, fondato sulla verifica delle ipotesi formulate sul mondo naturale.
Secondo tale procedimento, osservato un fenomeno vengono enunciate congetture, che devono essere testate dalla sperimentazione, alla quale segue un’accurata analisi dei dati raccolti, che possono confermare e negare i presupposti, traendo conclusioni dalle quali potranno sorgere nuove ipotesi oppure teorie.
Di conseguenza, l’oggettività e l’imparzialità sono i fondamenti rivoluzionari per trarre le conclusioni, assolutamente scevre da opinioni personali.
Nel ‘700 l’avvento dell’Illuminismo è la grande rivoluzione culturale che cambia profondamente la società occidentale, determinandosi come movimento intellettuale e filosofico orientato all’illuminazione delle menti per liberarle dalle tenebre dell’ignoranza, della superstizione, e fondato sul razionalismo come strumento per comprendere il mondo e migliorare la società.
I fondamentali illuministici sottraggono all’astrologia ogni rimasuglio di pensiero scientifico, non più considerata ‘scienza’ dalla comunità scientifica, non essendo basata su metodi scientifici rigorosi e non avendo prodotto prove empiriche a sostegno delle sue affermazioni.
Ciò nonostante non è trascurabile l’influenza che esercitata sulla cultura e la società umana e permane quale sistema di credenze che associa le posizioni e i movimenti dei corpi celesti con gli eventi e le caratteristiche umane. Non sono pochi coloro che, ancora oggi, se ne avvalgono per prendere decisioni importanti su questioni come la carriera, le relazioni e la salute.
Nel tempo, l’astrologia diviene un terreno fertile della ciarlataneria con la quale alcuni sedicenti veggenti suggeriscono rimedi esistenziali a soggetti in stato di depressione, disposti a pagare cospicue cifre in danaro per sentirsi dire che grazie a certe intersezioni planetarie risolveranno le spiacevoli esperienze vissute, conseguendo nebbiosi miglioramenti in tempi non ben definiti.
A prescindere dall’abuso da parte di alcuni nei confronti della buona fede di altri, il raffronto dell’astrologia con l’astronomia comporta il negazionismo verso la scienza, analogamente ad altre credenze quali, ad esempio, il terrapiattismo, di cui ci siamo occupati in un precedente articolo.
Ambedue rigettano qualsiasi realtà scientificamente dimostrata, voltando le spalle e proseguendo in altra direzione senza ripensamenti e nulla curanti della scellerata ostinazione nei confronti della scienza, per chiudersi in un’aura tutta propria entro la quale formulare inconsistenti teorie.
Il percorso evolutivo della conoscenza umana ha progressivamente elevato il sapere a livelli di ordine maggiore, traslando le scienze dallo stato embrionale che, per l’ampiezza della visione scientifica antica, riuniva diversificate discipline intersecate tra di loro.
Ma l’evoluzione epistemologica generata dalle speculazioni filosofiche ed il sempre maggiore approfondimento delle ricerche compiute, hanno comportato l’inevitabile separazione degli ambiti scientifici, sempre più caratterizzati da grande specializzazione e profondità in materia.
Il progresso ha inoltre mutato la visione scientifica e l’effetto su discipline antecedenti. Ad esempio, l’alchimia è evoluta nella chimica, ed è curioso come l’astrologia non lo sia nell’astronomia.
Senza addentrarsi molto nelle varie differenze del credo astrologico verso quello astronomico, il paradosso tra scienza e credenza è oggettivamente rappresentato dallo zodiaco, persistente negazione della conoscenza scientifica.
La seguente tabella riporta le costellazioni astronomiche confrontate con quelle astrologiche:
I segni zodiacali corrispondenti alle costellazioni non sono 12, come afferma l’astrologia, ma 13, e i periodi non hanno la stessa durata.
Pertanto, suddividerli in 12 cicli di 30 giorni circa, determinando la durata annua di 365 giorni, non ha alcuna rilevanza scientifica.
Ofiuco è la tredicesima costellazione che ha sollevato il dibattito tra astronomia e astrologia quando, nel 1995, Jacqueline Mitton, della British Royal Astronomical Society, annunciò durante una divulgazione trasmessa dalla BBC, che lo zodiaco non era composto da 12 segni, ma da 13.
In una pubblicazione scientifica anche la NASA ha confermato l’esistenza del tredicesimo segno zodiacale, affermando categoricamente:
Studiamo l’astronomia, non l’astrologia. Non abbiamo cambiato lo zodiaco, abbiamo solo fatto dei calcoli
stabilendo fermamente la differenza tra l’astronomia, che studia astri e universo, e l’astrologia, che è una mera interpretazione della posizione degli astri.
La NASA ha altresì chiarito che i babilonesi, seguendo i loro miti, hanno diviso lo zodiaco in 12 parti ‘come una pizza’, attribuendo a ciascuna una costellazione, e poiché Babilonia aveva un calendario di 12 mesi, conforme alle fasi lunari, a ogni mese ne assegnarono una, escludendo Ofiuco, già conosciuto all’epoca.
Con l’introduzione del tredicesimo segno lo zodiaco astronomico differisce in modo sostanziale da quello astrologico, determinando una rilevante traslazione anche dovuta alla durata dei cicli astrali.
Questi ultimi, infatti, ricorrono con una frequenza variabile. Il più breve lo Scorpione, di 7 giorni, dal 23 novembre al 29 novembre; il più lungo la Vergine, di 45 giorni, dal 16 settembre al 30 ottobre.
Leggendo la tabella molti scopriranno, con stupore, di appartenere ad una costellazione ben diversa da quella alla quale l’astrologia ci ha abituati.
Ne consegue il dubbio che, ad esempio, i nati il 27 luglio di un certo anno non siano sotto il segno del Leone, ma del Cancro, e i nati il 13 dicembre non siano del Sagittario, ma del tanto escluso Ofiuco.
Volendo poi trascorrere alcuni minuti di leggerezza ascoltando l’oroscopo giornaliero, i primi dovranno ascoltare quello del Cancro o insistere nel credere che le migliori caratteristiche saranno quelle della loro presunta costellazione del Leone?
E gli Ofiuchini? Di fatto non avranno influenza concreta, e potranno così optare indifferentemente per lo Scorpione o il Sagittario? Fluttuando a loro discrezione tra le predizioni più opportune?
Comprensibile la reazione degli astrologi che, sentendosi soggetti ad astronomica rivoluzione, permangono nella frammentazione in 12 porzioni di pizza astrale, lasciando all’abbandono i ‘derelitti’ astronomi scienziati, e loro ‘seguaci’, serrandosi nella superstizione.
Autore Adriano Cerardi
Adriano Cerardi, esperto di sistemi informatici, consultant manager e program manager. Esperto di analisi di processo e analisi delle performance per la misurazione e controllo del feedback per l’ottimizzazione del Customer Service e della qualità del servizio. Ha ricoperto incarichi presso primarie multinazionali in vari Paesi europei e del mondo, tra cui Algeria, Sud Africa, USA, Israele. Ha seguito un percorso di formazione al Giornalismo e ha curato la pubblicazione di inchieste sulla condizione sociale e tecnologia dell'informazione.