Scognamiglio: ‘Difesa dignità settore in UE’
Riceviamo e pubblichiamo.
Il settore della pesca è al centro dell’agenda di governo. Dopo anni di difficoltà di dialogo con le istituzioni, va riconosciuto al Ministro Lollobrigida di aver impresso una svolta concreta, che consente al comparto, oltremodo tartassato, di guardare con più fiducia al futuro.
Così Gennaro Scognamiglio, Presidente nazionale di UNCI AgroAlimentare.
il numero uno dell’associazione del mondo cooperativistico prosegue:
Esprimiamo apprezzamento innanzitutto per il percorso intrapreso ormai da tempo, attraverso un costante confronto con la categoria, che ha consentito di giungere a provvedimenti concreti ed efficaci, il cui obiettivo è salvaguardare le imprese e i lavoratori.
Su questa linea si colloca anche il ricorso depositato ieri dall’esecutivo nazionale, su proposta del ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, presso la Corte di Giustizia dell’Unione europea, avverso il Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ai nuovi, quanto inopportuni, ulteriori controlli che si intendono introdurre sulle imbarcazioni da pesca professionali, che non solo comporterebbero un ennesimo aggravio di spesa per gli operatori già in difficoltà, ma costituiscono una vera e propria criminalizzazione degli stessi ed un appesantimento burocratico per le attività.
Il governo Meloni aveva già espresso voto contrario in sede di approvazione, all’obbligo di utilizzo da parte dei pescherecci di strumenti di controllo elettronico a distanza, in particolare telecamere a circuito chiuso e la registrazione elettronica delle catture.
Appare importante, pertanto, l’impugnazione di un provvedimento che conferma l’atteggiamento pregiudiziale e ostile di Bruxelles nei confronti della pesca, con un prezzo altissimo soprattutto per la marineria italiana.
Significativa ed utile, inoltre, risulta la decisione assunta da Lollobrigida di porre una limitazione nella pesca dilettantistica e sportiva all’utilizzo degli ami con il sistema del palamito, riducendoli da 200 a 50. L’attrezzo in questione infatti appare poco coerente con una attività di profilo hobbistico e quindi è più che mai opportuna la riduzione dell’impatto sullo stock ittico, soprattutto in una fase complessivamente delicata per il comparto.
Lo sforzo congiunto del Ministro, che ha assunto una posizione chiara e netta, e delle associazioni del settore può effettivamente traghettare la pesca verso lidi più tranquilli, restituendole la dignità che merita e il ruolo economico e sociale conquistato sul campo, compromesso però da scelte sbagliate consumatesi nei Palazzi del potere e da congiunture sfavorevoli.