In un mondo ‘democratico’ dove la libertà di pensiero e di espressione sembrano essere garantite da leggi e convenzioni, si nasconde una forma subdola e pervasiva di censura, che non usa la forza bruta ma la manipolazione, la disinformazione, la delegittimazione, la gogna mediatica, la ridicolizzazione, la cancellazione.
Si tratta di una decapitazione simbolica dei dissidenti, di coloro che osano mettere in discussione il pensiero dominante, le narrazioni imposte, le verità ufficiali.
Una decapitazione che mira a separare la testa dal corpo, l’intelletto dalla vita, la ragione dal cuore, la coscienza dall’essere.
Questa pratica non è nuova nella storia dell’umanità. Già nei tempi antichi, i regimi tirannici e oppressivi usavano la decapitazione fisica o l’uccisione come mezzo di intimidazione e di eliminazione dei nemici politici, religiosi, culturali.
Basti pensare ai martiri cristiani sotto l’impero romano, ai filosofi greci condannati a morte per le loro idee, ai rivoluzionari francesi ghigliottinati durante il Terrore, ai dissidenti russi fucilati durante il comunismo, ai giornalisti e agli attivisti decapitati dai gruppi terroristici islamici.
Tutti questi esempi mostrano come la “decapitazione” sia stata usata come un simbolo di potere, di dominio, di sopraffazione, di annientamento.
Ma la decapitazione ha anche un altro significato opposto, più profondo e nascosto, che si ricollega alla Tradizione perenne, quella corrente di pensiero che attraversa le epoche e le culture, e che si basa su principi universali e immutabili.
Secondo questa prospettiva, la decapitazione può essere intesa come un atto iniziatico, una morte simbolica che precede una rinascita spirituale, una liberazione dalla schiavitù del corpo e dei sensi, una purificazione dalla mente ordinaria e dalle sue illusioni, una apertura alla Luce dell’Intelletto superiore e alla Sapienza divina.
In questo senso esoterico, la decapitazione è un gesto di amore, di sacrificio, di trasformazione, di elevazione.
Questa duplice interpretazione della decapitazione ci fa riflettere sul ruolo e sul destino dei dissidenti nel mondo moderno.
Da una parte, essi sono vittime di una censura strisciante che li priva della loro dignità, della loro voce, della loro identità. Dall’altra, essi sono testimoni di una verità alternativa, che sfida il conformismo, che stimola il pensiero critico, che apre nuove prospettive di bene e progresso.
Essi sono, in un certo senso, degli iniziati, dei cercatori della Luce incessante che scrutano l’Universo con occhi contemplativi e penetranti.
Non lasciamoci intimidire dalla decapitazione mediatica dei dissidenti. Dalla censura strisciante che vuole imporci un pensiero unico e omologato. Non lasciamoci separare dalla nostra testa, dal nostro intelletto, dalla nostra coscienza.
Al contrario, cerchiamo di ascoltare la voce del nostro spirito libero, un vento che soffia dove vuole, e le voci di coloro che vanno ‘in direzione ostinata e contraria’, confrontandoci con le loro idee e apprezzando il dono della diversità.
Forse, in questo modo, potremo avvicinarci a quella fonte di Luce e di Sapienza che illumina i tempi e i luoghi, che unisce le teste ai cuori e che canta l’armonia dell’Uno-Tutto.
Autore Raffaele Mazzei
Da bambino, mia nonna mi raccontava storie straordinarie che mi facevano sentire speciale. Storie che mi hanno insegnato che comunicare è toccare il cuore con un’intenzione pura. Non basta informare. Bisogna creare una connessione autentica con il proprio pubblico, facendogli sentire che fai parte della sua storia, del suo progetto, del suo sogno. Oggi le neuroscienze lo confermano: il coinvolgimento emotivo aumenta l’attività e la recettività cerebrale. Io ne ho fatto la mia professione. Sono Raffaele Mazzei, esperto di comunicazione e copywriter. Con il mio team di professionisti, ti aiuto a creare un messaggio che fa la differenza. Un messaggio che non impone, ma conquista. Che non manipola, ma ispira. Vuoi scoprire come? Visita il mio sito www.raffaelemazzei.it e scopri l’Arte di comunicare.
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