Ingredienti
2 chili di fave fresche
1 mazzetto di finocchietto selvatico
2 cipollotti
2 carote
1 spicchio d’aglio
olio EVO q.b.
Sale q.b.
Pepe q.b.
Procedimento
Ormai tra i banchi degli ortolani cominciano a vedersi le prime fave fresche, uno degli ingredienti principali delle ricette primaverili.
Spesso abbinate a salumi o a verdure di stagione, come la cicoria, soprattutto al sud.
In particolare, questo piatto che vi propongo, è originario della zona di Agrigento, anche se si prepara senza grosse variazioni anche a Catania.
Innanzitutto, sbucciamo le fave e le priviamo della pelle esterna, che durante la cottura potrebbe risultare dura e più lenta da cuocere.
Possiamo usare anche quelle secche decorticate, l’importante è tenerle a bagno nell’acqua tutta la notte.
Tritiamo le carote e i cipollotti e facciamo soffriggere tutto in abbondante olio EVO assieme ad uno spicchio d’aglio in camicia schiacciato, che togliamo appena si sarà dorato.
Quando si saranno imbionditi anche i cipollotti aggiungiamo le fave, che facciamo rosolare.
A questo punto allunghiamo dell’acqua fino a coprire le verdure e aggiungiamo il finocchietto, regolando di sale e di pepe.
Le fave si devono cuocere molto, fino a disfarsi completamente, ci aiutiamo mescolando spesso e schiacciandole con una forchetta fino ad ottenere una vera e propria crema. Ovviamente quando sarà necessario allunghiamo un poco d’acqua.
Lo serviamo caldo con un filo di olio EVO a crudo, con una macinata di pepe nero e con dei crostini.
Volendo lo possiamo usare anche come condimento per la pasta. Come formato possiamo usare la pasta mista o gli spaghetti spezzati. In questo caso aggiungiamo l’acqua e cuciniamo la pasta direttamente nelle fave.
In altre zone si consuma anche il giorno dopo, tagliata a fette e fritta.
Abbiniamo un Diornu bianco.
Buon appetito!
Autore Carolina Barra
Carolina Barra, impiegata in pensione, profonda conoscitrice del cibo in tutte le sue declinazioni, adora cimentarsi nei piatti tipici della tradizione e scoprirne i trucchi per poterli tramandare.