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Agroalimentare, due nuovi prodotti dolciari nell’elenco dei PAT

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PAT - Prodotti Agroalimentari Tradizionali


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Dai territori montani il contributo all’Elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della Toscana per il 2023

Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.

L’anno si chiude con l’aggiornamento dell’Elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali, che vede l’inserimento di due nuovi prodotti appartenenti entrambi alla Categoria ‘Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria’.

Si tratta della ‘Befana di Barga’ la cui richiesta di iscrizione arriva dal Comune di Barga, mentre il Comune di Vicchio (FI) ha presentato la richiesta della ‘Scola’.

Già in marzo erano state approvate delle richieste di aggiornamento della scheda produttiva per i ‘Quaresimali’, mentre era stato precisato il nome della ‘Torta d’erbi della Lunigiana’ e non d’erbe.

Il totale dell’elenco dei PAT della Toscana sale così a 464.

La Vicepresidente e Assessore all’agroalimentare Stefania Saccardi ha detto

Con la Befana di Barga e la Scola cresce l’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali identificati dal Ministero. E questo non può che rallegrarci.

I PAT rappresentano un immenso patrimonio ereditato dal sapiente lavoro di chi sul territorio ha nobilitato i prodotti locali con ricette straordinarie che sono diventate un simbolo della Toscana.

Una base solida e di estrema qualità per avviare politiche integrate di sviluppo territoriale e, più in generale, una risorsa per lo sviluppo del comparto agroalimentare e la Regione si impegna a valorizzare.

La Befana di Barga sono i biscottini ricoperti di marzapane colorato di Alkermes e spolverati di zucchero, hanno le più svariate forme e sono preparati tradizionalmente nel periodo natalizio o durante l’anno in corrispondenza di occasioni particolari, matrimoni, battesimi, comunioni, cresime.

Ogni famiglia conserva tuttora i propri stampini delle forme più varie tramandati di generazione in generazione. La preparazione casalinga poi è un vero rito collettivo, dove ognuno ha i suoi compiti: l’impasto e il marzapane vengono preparati il giorno precedente e fatti riposare al fresco.

Una volta pronti ci si ritrova da chi ha la cucina più grande e possibilmente, il forno a legna. C’è chi spiana, chi dà la forma, chi pinzetta, chi aggiunge il marzapane e chi aggiunge gli elementi decorativi.

L’uso dell’apposita pinzetta richiede una manualità ed un’esperienza che si acquisisce solo con anni e anni di preparazioni. Era tradizione preparare la Befana anche per i parenti emigranti. L’arrivo del biscotto in Scozia, in America, in Brasile ecc. rappresenta infatti per i bargo-esteri un motivo di festa evocando i ricordi della terra natia.

È un prodotto che viene preparato anche dai forni e dalle pasticcerie di Barga ma è molto sentito dalle famiglie per le quali vi è perfino il concorso per ‘La migliore befana casalinga’ che si svolge il 5 gennaio.

Si racconta che gli abitanti di Castelvecchio, frazione del Comune di Barga, in occasione dell’Epifania, erano soliti regalare al poeta Giovanni Pascoli un cestino di Befana di Barga.

La ‘Scola’ o ‘Spola’ è invece un dolce allungato, morbido e profumato, arricchito da zucchero, uvetta, anice, prodotto dai forni di Vicchio e venduta come fila di 6 panini, che si possono vendere anche singolarmente

. La ‘scola’ viene prodotta annualmente solo nel mese di febbraio esclusivamente dai fornai del comune di Vicchio, prodotto è arrivato fino ai giorni nostri sostanzialmente senza modifiche nella ricetta.

Se ne riscontra la produzione già dagli inizi del 1900 dalle testimonianze di generazioni trascorse tramandate ai consumatori odierni, o in modo più puntuale, al 1940 secondo la testimonianza di alcuni produttori locali, che ricordano la produzione della ‘scola’ nella frazione di Molezzano per la festività della Candelora.

Il prodotto ‘scola’ è da collegare alla festa della Candelora, che nel calendario liturgico era dedicata alla Purificazione della Vergine avvenuta appunto 40 giorni dopo il Natale.

È interessante notare come i dizionari storici (vedi Tommaseo) riportino il lemma come variante ‘spola’, facendo riferimento a un filoncino di pane di forma affusolata come la spola di legno della tessitura.