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Bentrovato Homo Googlis

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Homo Googlis


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Voglio salutare te, lettore, insieme alle altre due persone che ti accompagnano.
Mentre leggi queste righe, infatti, sei in compagnia di altre due personalità delle quali non puoi fare a meno, che non ti abbandonano e che sono strettamente connesse a te.

Che tu lo voglia o no. Che tu lo accetti o meno.

Tu sei una persona fisica, che ha scelto di leggere un articolo, magari mentre beve un caffè o sta passeggiando. Sono tutte manifestazioni di espressione della tua personalità così come tutte le tue libere scelte e, come tali, tutelate dal diritto.

La persona fisica, lo “io” individuo, ha infatti dei diritti che lo proteggono e gli permettono di esprimere la propria personalità. Sono diritti garantiti dalla Costituzione, dai trattati internazionali, dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948 e, prima ancora, da quella dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino del 1789 per arrivare alla Carta di Nizza.

E questa è la prima persona.

La seconda è il tuo “io digitale”, quella che è definita “Identità virtuale”. Si tratta dell’immagine di ogni navigatore che la rete costruisce e utilizza gestendo e manipolando i dati personali di tutti noi mentre ci muoviamo al suo interno, indipendentemente dalla nostra volontà.

La nostra navigazione lascia sempre delle tracce. Ogni singolo click, ogni interazione, mail acquisto o like sui social, sono riferibili ad una determinata persona fisica che si muove su alcuni device di cui uno, sempre e comunque, è quello principale.

Tutta questa mole di informazioni viene recepita dal sistema e, una volta inseriti elementi sufficienti per creare un avatar, e non ne occorrono molti all’Intelligenza Artificiale, gli algoritmi decideranno sulla base degli input ricevuti, ciò che diventa una persona all’interno del web.

Si tratta di una vera e propria costruzione nuova, modellata su click, interazioni e dati. È l’immagine di come Internet ci vede e ci fa vedere al suo interno; unica e irripetibile come il DNA o un’impronta digitale.

E questa personalità non ha diritti. È utilizzata dalla rete che la fa muovere a sua discrezione anche mentre il suo titolare fisico dorme. È un soggetto che dovrà essere disciplinato a livello normativo globalmente. E non sarà facile.

Accanto a queste due già complesse personalità, ne troviamo una terza: il noi con il cellulare in mano.
Inutile provare a negarlo. Lo strumento che teniamo in mano e al quale abbiamo delegato una buona parte della nostra esistenza, ci ha modificato non solo la vita, ma anche noi come persone.

È una evoluzione dell’Homo Sapiens, quell’essere che, dopo trenta secoli di gestazione, uscì dalle caverne per conquistare il mondo all’epoca della rivoluzione del neolitico.

Oggi abbiamo un uomo nuovo, nato e sviluppatosi più o meno in un quarto di secolo, vale a dire da quando ci siamo dotati di tecnologia da tasca e di un sistema che ci permette di gestirla agevolmente.

Quest’uomo nuovo, che ha un’estensione naturale di una mano sotto forma di smartphone, ha adattato la sua vita alla macchina. Non apre un vocabolario per cercare una parola che non conosce, ma googla per trovarla e si ferma a Wikipedia; ha una vita e una presenza social, interagisce con le app, lavora in smartworking, mangia con il delivery, si sposta con Google Maps, non usa più carta e penna perché tutto è contenuto nel suo cellulare: dalle foto ai video, dal proprio lavoro al conto corrente e molto altro ancora.

Questo uomo nuovo non manda cartoline dalle vacanze ai suoi amici, ma selfie a tutta la rubrica; si sente libero di esprimersi liberamente e di attingere dall’opinione di chiunque in Internet pensando che avere una connessione gli permetta di formarsi ed esporre pensieri e opinioni senza controllo alcuno.

Quest’uomo nuovo ha anche malattie che non esistevano prima dell’avvento di Internet. E non parliamo solo della sindrome del carpale, ma di fobie e disturbi comportamentali e psicologici sempre più frequenti già nei nativi digitali.

È un essere umano diverso che non farà più lavori di una volta, come la segretaria o l’impiegato di banca che andranno a scomparire, ma farà lo YouTuber, il TikToker, il Content Creator.

È l’Homo Googlis.

È l’essere umano nuovo che si sta diffondendo sul pianeta grazie ad una macchina che ha portato benessere, comodità e molto altro ma che, forse, ha iniziato a spersonalizzarci.

Ne riparleremo. Ma intanto dai pure il benvenuto alla tua terza personalità.

Bentrovato, Homo Googlis.

 

Autore Gianni Dell'Aiuto

Gianni Dell'Aiuto (Volterra, 1965), avvocato, giurista d'impresa specializzato nelle problematiche della rete. Di origine toscana, vive e lavora prevalentemente a Roma. Ha da sempre affiancato alla professione forense una proficua attività letteraria e di divulgazione. Ha dedicato due libri all'Homo Googlis, definizione da lui stesso creata, il protagonista della rivoluzione digitale, l'uomo con lo smartphone in mano.