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Codice Rosa Toscana, operatori ed operatrici formati sui crimini d’odio

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Codice Rosa Toscana


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Giani e Bezzini: ‘La Toscana ha fatto scuola in questi anni. Vogliamo far emergere il fenomeno’

Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.

C’erano medici, infermieri, ostetrici, psicologi, assistenti sociali ed altri professionisti della sanità toscana oggi, 13 novembre, nell’auditorium di Santa Apollonia a Firenze per confrontarsi sul codice rosa, ovvero quello speciale percorso di accesso al pronto soccorso dedicato alle vittime di violenze ed abusi, in particolare donne e bambini, esteso più di recente anche alle vittime di crimini d’odio.

Commenta il Presidente della Regione, Eugenio Giani:

Il Codice Rosa ha fatto scuola a livello nazionale: un esempio tra i tanti della capacità di lavorare in squadra e condividere le migliori esperienze.

Nell’ultimo anno nuove attività si sono concentrate sul fronte dei crimini d’odio.

Sottolineano il Presidente della Toscana Giani e l’Assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini:

Come per la violenza di genere vogliamo infatti che anche questo fenomeno possa emergere e per questo riteniamo necessario rafforzare il percorso già previsto nel nostro servizio sanitario.

Abbiamo avviato un lavoro di confronto con gli altri settori regionali per mettere in rete tutte le realtà pubbliche e private che si occupano di riconoscere, accogliere e sostenere le persone vittime di discriminazioni.

Abbiamo realizzato anche un corso di formazione rivolto alle operatrici e operatori della rete, partendo da assistenti sociali e psicologi e che proseguiremo con altre edizioni dedicate al personale del pronto soccorso.

Il Codice rosa nasce nel 2010 nella ASL di Grosseto: un’esperienza pilota poi diventata rete. Un progetto che coinvolge professionalità e discipline anche non sanitarie.

Infatti oggi a Firenze c’era pure Margherita Cassano, attuale presidente della Corte di Cassazione, magistrato – per una lectio magistralis ed una riflessione sul codice rosa e il codice rosso, ovvero la legge nazionale sulla violenza di genere approvata nel 2019, tra luci ed ombre – e c’erano professori universitari, per parlare del master sul codice rosa, ed esperti di protezione dei dati. L’impatto della riforma Cartabia, e quindi del nuovo processo penale, sul codice rosa è stato al centro delle riflessioni della mattina.

È stata l’occasione anche per tirare le somme sui numeri del 2022, che si è chiuso con 1918 segnalazioni di maltrattamenti, 305 quelli che riguardano, tra questi, i minori, 218 denunce di abusi e 2138 episodi di stalking, tra cui a minori rispettivamente 53 e 358.

Dopo la sessione mattutina, nel pomeriggio il confronto si è concentrato su temi molto operativi.

Riassume Vittoria Doretti, responsabile della rete regionale Codice Rosa:

Abbiamo parlato della possibilità di sperimentare nuovi modelli organizzativi ancora più efficaci ed efficienti, partendo anche dalle esigenze che arrivano dal territorio.

È stata l’occasione per cementare un lavoro di squadra e raccogliere ottimi spunti di cui terremo conto nell’elaborare il progetto di attività per il prossimo anno.