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Yemen: ancora mille manifestanti nelle carceri Houthi

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Dopo le proteste spontanee del mese scorso, quasi un migliaio di giovani yemeniti stanno ancora languendo nelle carceri Houthi di Sana’a

Il Ministro yemenita dell’Informazione, Muammar Al-Eryani, ha lanciato l’allarme. Dopo i recenti arresti dei ribelli Houthi, quasi 1.000 giovani che partecipavano alla celebrazione del 61° anniversario della Rivoluzione del 26 settembre sono ancora in carcere.

Sono persone che avevano promosso manifestazioni spontanee nella capitale Sana’a, e in altre zone in mano alle milizieIl Ministro ha spiegato che il 24, 25 e 26 settembre scorso, gli Houthi hanno creato decine di posti di blocco nelle strade principali di Sanaa, hanno fermato auto, motociclette e giovani che issavano la bandiera nazionale.

Lo ha riportato anche il notiziario dell’agenzia yemenita, Saba.

Per gli Houthi issare la bandiera della Repubblica dello Yemen per celebrare il Giorno della rivoluzione costituisce una cospirazione finanziata dall’estero, un crimine il cui autore viene punito con la confisca della libertà e la sparizione forzata.

Il governo yemenita esorta da tempo gli Houthi a rilasciare i prigionieri civili e le persone ingiustamente scomparse con la forza.

Ha inoltre invitato la comunità internazionale ad esercitare maggiori pressioni su questo gruppo affinché si sottometta alla volontà popolare e internazionale e propenda per l’opzione della pace.

Dal mese scorso sono stati avviati sforzi regionali e internazionali, coordinati con le Nazioni Unite, per spingere verso una tregua umanitaria più completa, in preparazione alla ripresa del vacillante processo di pace nel Paese e alla successiva conclusione di un accordo permanente tra le parti yemenite.

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Autore Redazione Arabia Felix

Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.