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Cardito: visitate il Parco Taglia

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Il parco Taglia a Cardito tra incuria e degrado

“Benvenuti a Cardito, visitate il parco Taglia”, “Vivi la Villa”, così recitano striscioni sparsi all’ingresso del territorio di Cardito e del parco Taglia. Cinque anni fa, l’allora sindaco Giuseppe Barra  inaugurava in pompa magna un grande progetto, quello del parco Taglia per l’appunto.

La villa, con i suoi 160 mila metri quadrati di verde è stata progettata per essere il fiore all’occhiello dell’intera Campania, essendo seconda per estensione soltanto al bosco di Capodimonte. Onore al merito, così si disse, ed effettivamente il merito c’era.

Il comune ricevette il premio nazionale “La città per il verde” ,come prima città ecologica dai 15 mila ai 100 mila abitanti. Certo, il premio “città ecologica” ad un comune i cui cittadini ancora non hanno colto il principio della raccolta differenziata potrebbe far sorridere, ma almeno ci stavamo impegnando. Un entusiasta Luciano Riccio, allora assessore ai lavori pubblici, così si espresse dinanzi alla stampa locale: “Spesso non viene sottolineato il fatto che il parco Taglia rappresenta in assoluto l’opera più importante mai realizzata a Cardito. Troppo spesso la stampa locale si preoccupa solo di mettere in risalto polemiche, tra l’altro infondate e nulla più. È bene che si evidenzi anche questa importante opera”.

A discapito delle dichiarazioni dell’assessore, degli aspetti positivi se ne parlò fin troppo. Orgoglio e congratulazioni per la prova fisica di una Cardito che s’impegnava ad essere un po’ meno accidentata, un po’ meno sporca. Un po’ meno vuota. Però si sa, quando sono lontani dal clamore e dagli applausi, i fiori belli qui possono pure appassire.

I bagni pubblici sono stati chiusi pochi mesi dopo l’apertura del parco e non sono mai più stati fruibili all’utenza. Certo è che i bisogni fisici chiamano anche se l’amministrazione non si premura di metterli nuovamente a disposizione del grande pubblico, tant’è che tutta l’area circostante è maleodorante e zeppa di rifiuti organici.

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Stesso discorso vale per le gallerie sottostanti l’Arena centrale, che versano in un degrado (se possibile) ancora maggiore rispetto agli attualmente (in)esistenti servizi igienici. Non solo: al di sotto dell’arena furono progettati degli spazi che presumibilmente avrebbero dovuto essere utilizzati come spogliatoi. Attualmente le porte d’accesso sono tutte sbarrate. Qualche catenaccio i tossici del posto sono riusciti a spezzarlo, e la desolazione interna è lampante: sono aree sporche, allagate il più delle volte, inutili come gli sforzi fatti per costruirle. Dei piccoli gazebo disposti sul prato non c’era più traccia già un paio di mesi dopo l’inaugurazione, così come della giostra coperta, di cui restano quattro sgabelli sparuti e nient’altro. Divertimenti sicuramente distruttivi, quelli dei nostri compaesani, che speriamo in estate se lo stiano godendo quel gazebo in giardino.

Siamo una città ecologica, noi, che non abbiamo neanche capito che i cestini disposti sul vialone principale servivano per gettarci l’immondizia, che non abbiamo ancora chiaro il concetto che se decidiamo di liberare le nostre occlusioni intestinali sul pavimento nessuno verrà a ripulire e profumare il tutto. Noi che non abbiamo ancora capito che le cose belle qui non succedono spesso, e soprattutto, una volta rovinate, tornano belle ancor meno frequentemente.

http://www1.asmenet.it/cardito/index.php?action=index&p=364