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SMOCSG, Cavalieri Delegazione Toscana onorano San Donato in Arezzo

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San Donato


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Solo in Italia più di 70 diocesi hanno chiese a lui dedicate e molti luoghi portano il suo nome

Una rappresentanza dei Cavalieri della Delegazione Toscana del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, su invito del Vescovo di Arezzo – Cortona – Sansepolcro, Mons. Andrea Migliavacca, anche quest’anno ha presenziato alle solenni celebrazioni in onore di San Donato.

I Cavalieri Costantiniani si sono uniti in preghiera con i fedeli, che lunedì 7 agosto 2023 hanno partecipato alle cerimonie religiose, succedendosi ora dopo ora, sia nella Cattedrale dei Santi Pietro e Donato, sia nella vicina Pieve di Santa Maria, dove è custodita l’Arca con le reliquie del santo patrono di Arezzo.

Mons. Migliavacca, di ritorno dalla Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona, nella sua omelia ha sottolineato come proprio l’esperienza della GMG sia diventata un ‘ponte’, che unisce la tradizione della festa secolare alle giovani generazioni e le problematiche, innanzitutto le guerre, che con grande semplicità cercano di affrontare.

Ha detto Mons. Migliavacca:

San Donato, se vedesse con lo sguardo dei giovani, ci esorterebbe a crescere nell’amicizia.

Lo sguardo di San Donato, oggi rivolto alla nostra Chiesa, ci direbbe di fare spazio ai giovani, perché possono brillare.

I quasi 400 giovani che torneranno da Lisbona nelle nostre comunità potranno tutti brillare.

Al termine della Concelebrazione Eucaristica, il Vescovo di Arezzo – Cortona – Sansepolcro ha salutato i Cavalieri Costantiniani, guidati nella circostanza dal Coordinatore per la Toscana Orientale, Roberto Bianchini, Cavaliere di Merito, ringraziando la Sacra Milizia sia per la presenza, sia per la vicinanza alla Diocesi aretina, cortonese e biturgense e per il concreto sostegno alle attività caritatevoli in favore dei più poveri e bisognosi.

Infine, Mons. Migliavacca ha rinnovato l’invito alla solenne processione in onore di Santa Maria Assunta, per la sera del 15 agosto prossimo, appuntamento al quale, la Delegazione Toscana dell’Ordine Costantiniano non mancherà di presenziare.

Sulla vita del patrono di Arezzo, o almeno sulle origini, ci sono varie informazioni. Secondo alcuni, San Donato era originario di Nicomedia, una località dell’odierna Turchia, mentre altre fonti ne indicano, quale luogo di nascita, proprio Arezzo. Ad ogni modo, è a Roma che Donato si forma, educato da Pimenio, diventando chierico.

Quando scattano le prime persecuzioni sotto l’Imperatore Giuliano, che secondo la tradizione avrebbero portato alla morte i genitori di Donato, raggiunse Arezzo dove il popolo inizia a parlare dei suoi prodigi.

Avrebbe ridato la vista ad una donna, scacciato i demoni dal figlio del prefetto di Arezzo, venendo poi ordinato sacerdote dal primo vescovo della città, Satiro.

Alla morte del vescovo, viene indicato da Papa Giulio come successore per la nascente diocesi aretina. Donato prosegue l’opera di evangelizzazione nonostante le persecuzioni.

Si racconta che mentre stava celebrando una messa, dei pagani irruppero, distruggendo il calice di vetro per la consacrazione. Donato, dopo aver recitato una preghiera, raccolse i pezzi e, anche se ne mancava uno sul fondo, riuscì comunque a versarci il vino. Fra lo stupore generale provocato dal miracolo, ben 79 pagani si convertirono.

Nell’agosto del 362 o del 304, Donato venne arrestato dal prefetto di Arezzo, Quadraziano, che aveva dato seguito alle persecuzioni avviate dall’Imperatore Giuliano. Il 7 agosto Donato venne decapitato.

Gelasio, suo successore, fece costruire sul ‘colle del Pionta’ la tomba che ospitò il corpo del martire. Qui venne eretta la prima cattedrale di Arezzo.

A San Donato vennero subito attribuiti alcuni miracoli, tra cui la guarigione di un bambino affetto da epilessia. Ecco perché è considerato il protettore di chi soffre di questa patologia.

Enguerrand de Coucy, capitano di ventura francese, nel 1384 depredò Arezzo e quando lasciò la città portò con sé la testa di San Donato. Fu grazie a Sinibaldo Ordelaffi, Signore di Forlì, se Arezzo rientrò in possesso della reliquia. Sinibaldo riscattò, infatti, la testa, oggi conservata nella Pieve di Santa Maria, dove si trova anche l’Arca con il suo corpo.

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