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Palinuro, vacanza tra arte e mare

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Baia del buon dormire Palinuro


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La località, che deve il nome al nocchiero di Enea, precipitato in mare, è rinomata per le sue acque e la sua storia

Se navigate per le meravigliose acque limpide che lambiscono la costa cilentana approderete in un luogo magico, dove storia e mare si incontrano e si fondono in un abbraccio senza tempo.
Stiamo parlando di Palinuro, frazione di Centola, che deve il suo nome al leggendario nocchiero di Enea immortalato da Virgilio nell’Eneide.

Il canto riporta che la flotta dei troiani sopravvissuti alla distruzione della loro città, dirigendosi verso l’Italia e attraversando il tratto di mare adiacente al golfo di Policastro, perde il suo nocchiero, Palinuro, che, colto da un colpo di sonno, precipita in mare e, dopo esser rimasto per tre giorni in balia delle onde e del Noto, un vento che spira da Sud, approda sulla costa dei Veli.

Scambiato per un mostro marino viene ucciso e il suo corpo non ottiene una degna sepoltura, condizione necessaria per sopportare la permanenza nel Regno di Ade.

In realtà, la morte del nocchiero è il tributo da pagare al Dio del Mare Poseidone, che ha richiesto una vittima ad Afrodite, madre di Enea e protettrice dei troiani, affinché la flotta solchi indenne le acque campane.

Nel canto successivo, Palinuro, vagando tra le anime degli insepolti, incontra Enea nel regno dei morti e lo supplica di seppellire i suoi resti, così che la sua anima possa riposare in pace.

Sarà la Sibilla, che accompagna l’eroe figlio di Venere e Anchise, a predire al nocchiero che il suo corpo non verrà mai ritrovato, e quindi tumulato, ma che i suoi assassini gli ergeranno un monumento funebre e che quel luogo porterà per sempre il suo nome:

aeternumque locus
Palinuri nomen habebit.

Questa amena località, considerata la perla del Cilento, è una delle mete turistiche più ambite.

Negli anni Cinquanta, non disponendo di grandi infrastrutture, era raggiungibile rapidamente solo in treno, poiché la superstrada che collega Sapri con Agropoli verrà completata solo negli anni Novanta. Il Club Méditerranée implementò una propria struttura, poi chiusa nel 1981, che ha portato milioni di turisti provenienti da tutto il mondo.

Altra menzione speciale merita la struttura del King Hotel, location di svariati film e di eventi musicali con star internazionali tra cui Toquinho.

Oggi, Palinuro rappresenta la vacanza ideale per chi ama il mare, il relax, la natura, il buon cibo e, perché no, anche le attività sportive.

Più volte ha ottenuto la Bandiera blu dalla Foundation for Environmental Education e le Vele di Legambiente per mare cristallino, qualità ambientale e dei servizi offerti.

Le spiagge, ampie e sabbiose, si alternano a tratti rocciosi. Le più degne di nota sono quella della Marinella, una sorta di bacino naturale, le Saline, dove il mare deposita, appunto, grandi quantità di sale, e la Baia del Buon Dormire, accessibile esclusivamente via mare.

Di una bellezza sconvolgente sono le grotte, tra cui la Grotta del Sangue, così chiamata per le sfumature rossastre assunte dalla luce che vi penetra, e la famosissima Grotta Azzurra, dove la luce si riflette sulle pareti, creando un’atmosfera magica e fiabesca, sospesa tra mito e realtà.

Per chi ama il trekking o un contatto osmotico con la natura, Capo Palinuro offre diversi percorsi, in cui la fusione del mare e della macchia mediterranea e le torri saracene permettono di ammirare vedute mozzafiato e di ripercorrere la storia di questa località.

Simbolo della vegetazione autoctona è la Primula palinuri, una caratteristica pianta che cresce sulle pareti rocciose del promontorio.

Primula palinuri

Infine, è obbligo la visita all’arco di roccia, che domina il paesaggio e permette l’accesso ad un’affascinante baia caratterizzata da una piccola spiaggia sabbiosa protetta da alte scogliere, situata vicino alla foce del fiume Mingardo.

Arco di Palinuro

Infine, il buon cibo, dal fico bianco, all’olio extra vergine delle colline sovrastanti. Come non ricordare, poi, che la Dieta Mediterranea è nata proprio in Cilento?

Insomma, infiniti motivi per recarsi in questo piccolo angolo di paradiso, che va visitato almeno una volta nella vita.

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Autore Mimmo Bafurno

Mimmo Bafurno, esperto di comunicazione e scrittore, ha collaborato con le maggiori case editrici. Ha pubblicato il volume "Datemi la Parola, Sono un Terrone". Attualmente collabora con terronitv.