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A Napoli la prima linea della Metropolitana

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Piazza Garibaldi a Napoli


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Spetta alla città partenopea il primato della prima metropolitana in Italia, a contenderselo due tratte, la Cumana e la Linea 2, che superano entrambe il secolo di attività

Quella che comunemente oggi chiamiamo Linea 2, fino al 2007 era conosciuta come la Direttissima ed era percorsa sia dai treni metropolitani che dai più importanti e prestigiosi convogli che univano il Nord con il Sud del Belpaese.
La Direttissima, inaugurata nel 1925, collegava Roma e Napoli in meno di due ore, con velocità commerciale di gran lunga superiore alla media dell’epoca; si raggiungevano, infatti, i 160 km/h, anche se, in alcune corse prova, i nuovi “elettrotreni” superarono i 200 km/h.

Questa linea aveva alcune peculiarità. Lungo i 216 km che separavano la città eterna da quella fondata da Partenope non vi erano attraversamenti stradali e il distanziamento dei convogli avveniva tramite congegni elettrici.

Infine, dalla cittadina di Villa Literno la linea si biforcava per una doppia penetrazione nella città del Sole: una in superficie e un’altra “interrata”, giungendo nell’odierna stazione di piazza Garibaldi, che, all’epoca e lo sarà fino agli anni Sessanta, era a cielo aperto ed era un solo corpo con la stazione centrale. In questo modo, i treni più prestigiosi che congiungevano il Nord con il Sud, non dovevano invertire la marcia nella stazione di Napoli Centrale.

Proprio questo tratto di linea fu oggetto di un progetto sperimentale e fu trasformato in un passante cittadino, che vedeva la “convivenza” di stazioni tradizionali e di fermate prettamente per servizio metropolitano. Su sei fermate, tre erano interrate ad oltre cinquanta metri di profondità, sotto la collina del Vomero, ed erano raggiungibili tramite ascensori e centinaia di scalini.

Era preclusa la circolazione delle locomotive a vapore, mentre l’alimentazione era elettrica, a 650 V in corrente continua, con captazione dell’energia da una terza rotaia a terra. Ciò risultava ovviamente pericoloso per i viaggiatori, che attendevano lungo le banchine. Nel 1935 l’alimentazione dei treni fu trasformata in 3000 volt in corrente continua e la ricezione avvenne tramite linea aerea di contatto.

Il regime fascista diede grande risalto mediatico a quest’opera, anche se il progetto era datato 1906 e i lavori tardarono, sia per il periodo bellico, sia per le caratteristiche morfologiche dei luoghi.

Il servizio metropolitano iniziò nel settembre del 1925 e collegò Pozzuoli con piazza Garibaldi, toccando Fuorigrotta, che poi sarà ribattezzata Campi Flegrei, logisticamente la più importante con il suo immenso fascio di binari, e Chiaia, l’odierna Napoli Mergellina. Due anni dopo, il servizio venne prolungato fino a Gianturco.

La stazione di Napoli Mergellina è un vero gioiello architettonico. La vista dal piano stradale presenta eleganti decorazioni a stucco, pilastri e colonne; due archi laterali, riccamente decorati, corrispondono ai due accessi della stazione, mentre quello centrale, in alto, ospita un orologio sorretto da angeli in stucco; di notevole pregio è anche la pensilina a sbalzo in ghisa.

L’interno è costituito da due saloni, uno degli arrivi e l’altro delle partenze, entrambi coperti da volta a botte decorata in stile liberty e vetrocemento. Il pavimento è marmoreo. Singolare è la biglietteria, tutta in legno e con quattro sportelli, uno soltanto era preposto per la vendita per i biglietti della metropolitana.

Biglietteria Mergellina

Al binario 1, precluso ai viaggiatori, un locale, riccamente decorato, era adibito all’accoglienza delle autorità, come dei reali, in un primo momento, e del Presidente della Repubblica, in seguito, che, da lì, avrebbero poi proseguito per Villa Rosbery per un periodo di vacanza o per una visita alla città e divenne la stazione di “rappresentanza” sulla quale si attestavano i treni più prestigiosi, che servivano il capoluogo campano, come la Freccia del Vesuvio, il Peloritano e l’Aurora.

Nel 2007, la Direttissima perse tutti i treni a lunga percorrenza e venne attraversata solo da quelli metropolitani. Dal 14 dicembre 2014 il capolinea per i treni metropolitani è stato spostato da Napoli Gianturco a Napoli San Giovanni – Barra, ancora oggi capolinea della Linea 2, la Pozzuoli Solfatara – Napoli San Giovanni – Barra.

L’altra linea che rivendica il primato di prima metropolitana italiana è la Cumana, che collega il popoloso e popolare quartiere di Montecalvario con Pozzuoli e il litorale flegreo, toccando Mergellina, Fuorigrotta, Agnano, Pozzuoli, Arco Felice, il lago Lucrino, il lago Fusaro, dove è possibile visitare la Casina Vanvitelliana, fino al capolinea di Torregaveta, da cui è possibile raggiungere Miseno, Baia e Cuma tramite un servizio di bus.

La linea fu inaugurata ufficialmente nel 1892, da un’idea dell’ingegnere napoletano Melisurgo. L’esercizio ferroviario era inizialmente a vapore e la linea fu elettrificata nel 1927.

A causa dello sviluppo demografico ed espansionistico della città, la Cumana ha subito delle profonde modifiche al tracciato urbano. Oggi, il percorso è a doppio binario, prevalentemente in galleria, fino alla stazione di Agnano. Da qui, a semplice binario, costeggia la costa fino a Torregaveta.

Cumana

Da subito, la linea ebbe grande successo e servì allo sviluppo balneare e turistico dell’area flegrea. Oggi è utilizzata in inverno da pendolari e studenti, dato che la fermata di Arco Felice è a ridosso dello stabilimento Prysmian, ex Pirelli, mentre in estate è presa d’assalto dai napoletani che, per scappare dalla calura cittadina, si riversano sui lidi flegrei, tanto che l’EAV, l’ente che gestisce la linea, sta pensando ad un unico biglietto treno + stabilimenti balneari, come accadeva alla fine del 1800.

E poiché le due metropolitane possano venire a contatto, dalla stazione di Agnano, un binario collega la ferrovia Cumana alla Linea 2 della metropolitana, la Direttissima.

Autore Mimmo Bafurno

Mimmo Bafurno, esperto di comunicazione e scrittore, ha collaborato con le maggiori case editrici. Ha pubblicato il volume "Datemi la Parola, Sono un Terrone". Attualmente collabora con terronitv.