Al Porto Antico di Genova dal 1° al 4 giugno
Riceviamo e pubblichiamo.
Ricercatori, climatologi, divulgatori scientifici, istituzioni e realtà private ma soprattutto loro, i pescatori, che il mare lo vivono ogni giorno sulle loro barche e sulle banchine dei moli.
Sono alcuni dei protagonisti delle conferenze, dei forum, degli approfondimenti in programma a Slow Fish 2023, la manifestazione biennale che dal 1° al 4 giugno approda al Porto Antico di Genova.
Organizzata da Slow Food e Regione Liguria, con il patrocinio del Comune di Genova, del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste e del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Slow Fish tocca alcune delle parole più ricorrenti nell’agenda politica e, purtroppo, anche nella quotidianità di molti di noi.
La crisi climatica, tra siccità e alluvioni, l’inquinamento da plastiche, specialmente post Covid, e le strategie per arginarlo, il rapporto tra costa e mare, tra città e ambiente naturale…. Scopriamole insieme scorrendo il programma degli incontri.
Le Conferenze e i forum La parola ai pescatori
Luoghi di confronto per eccellenza, le Conferenze e i forum La parola ai pescatori sono l’occasione per approfondire i grandi temi e riflettere sulle proprie scelte di acquisto.
Ogni giorno nella Slow Fish Arena, ospitata nell’area Masaf, gli approfondimenti vedono protagonisti biologi marini, studiosi, scrittori, climatologi e rappresentanti delle istituzioni, ma anche i pescatori e i mitilicoltori, la cui testimonianza spesso si fa denuncia di problematiche ambientali, economiche, sociali.
Il 1° giugno alle 15, la conferenza Dove la terra incontra l’acqua entra nel merito del tema di Slow Fish 2023: le interconnessioni tra mare e terra. Coast to Coast vuole essere infatti un invito ad ampliare lo sguardo, a non leggere mari e oceani come separati dal resto, ma come parte di un tutto che comprende anche la terraferma.
Ogni due respiri che facciamo, uno lo dobbiamo al mare
ci ricorda la scienziata, divulgatrice e attivista Mariasole Bianco, protagonista del dialogo insieme al biologo e “planctologo” Pierre Mollo e Jacopo Pasotti, giornalista e comunicatore scientifico.
Continua Bianco:
Il mare è la nostra linfa vitale: produce il 50% dell’ossigeno che respiriamo, sequestra un terzo dell’anidride carbonica presente in atmosfera, regola il clima, è uno scrigno di biodiversità, nel quale vive l’80% delle specie viventi.
Questi pochi dati sono sufficienti a chiarire quanto gli ecosistemi acquatici siano fondamentali per la nostra stessa esistenza.
Il 2 giugno alle 11:30, con Acqua alle corde trattiamo il tema, sempre più contemporaneo e impellente, della crisi idrica, un risvolto drammatico del cambiamento climatico.
Estati caldissime, riserve di neve insufficienti, ghiacciai che si sciolgono, precipitazioni scarse, fiumi dimezzati, le coste flagellate dall’erosione e da eventi climatici estremi sempre più frequenti.
E poi c’è l’acqua che non si vede, ancora più a rischio: quella dolce nelle falde sotterranee, quella che mangiamo, indossiamo, esportiamo attraverso i beni di consumo…
Alla conferenza ne parliamo grazie agli interventi del climatologo Luca Mercalli, Anna Gavioli, biologa e referente tecnico del Parco Delta del Po e Marisa Iannelli, progettista ambientale e ricercatrice italiana, specializzata in water management e comunicazione, e presidente di Water Grabbing Observatory.
Afferma Mercalli nel contributo video registrato a inizio maggio, subito dopo la prima alluvione nel Ravennate e purtroppo quanto mai attuale:
Stiamo vivendo la peggiore siccità da 200 anni nella zona alpino padana, dove non piove in modo consistente da 17 mesi, dalla fine del 2021.
C’è stata una parentesi di pioggia a maggio, lo stesso episodio che a soli 200 chilometri di distanza ha dato il fenomeno opposto, cioè l’alluvione nelle aree di Bologna e Ravenna.
Questo ci dice come i fenomeni estremi ormai siano radicali. Queste piogge non sono riuscite a compensare il deficit nell’intero bacino del Po. Questo vuol dire che possiamo confidare soltanto nelle piogge dei prossimi mesi. Il nostro Paese di acqua ne ha molta…
Ha periodi di siccità, ma anche di piogge intense. L’importante è migliorare le modalità con le quali gestiamo l’acqua e la tratteniamo nei periodi in cui c’è per i periodi in cui manca.
Per sostenere concretamente la rete Slow Food in Emilia-Romagna, Slow Food Italia APS ha attivato una raccolta fondi attraverso un conto dedicato all’alluvione in Emilia-Romagna: IT 73 B 03268 46040 0529044 02311.
Il 3 giugno alle 12:00, con Ripuliamo il mare, generiamo bellezza, torniamo su un tema non nuovo a Slow Fish, l’inquinamento e la plastica, e diamo voce a chi raccoglie i rifiuti dal mare, a chi studia il comportamento delle plastiche in acqua e sulle coste, a chi recupera la posidonia e la valorizza dal punto di vista ecologico in maniera funzionale nell’ambito dell’ecosistema spiaggia, a chi trova soluzioni alternative alle reti di plastica per l’allevamento dei mitili…
Sottolinea Franco Borgogno, divulgatore scientifico dell’European Research Institute Onlus, che insieme a Marco Capello, oceanografo dell’Università di Genova, ci permette di raccontare il progetto Splash & Co:
La plastica è tornata alla ribalta con il Covid, con l’immissione nell’ambiente di un quantitativo immenso di supporti monouso: guanti, mascherine, bottiglie…
Non parliamo solo della vita biologica, anche la vita economica è a rischio. Va da sé, pertanto, che dobbiamo fare sì che l’ambiente continui a garantirci lo svolgimento di queste attività.
Non solo plastiche. Focalizzeremo l’attenzione su un tema ingiustamente interpretato da molti come una forma d’inquinamento, ossia la posidonia spiaggiata.
Così Stefano Pisani, Sindaco di Pollica, che chiude dicendo:
La posidonia è importantissima per l’ecosistema costiero: non solo preserva l’erosione costiera delle spiagge, ma è anche un incubatore di biodiversità. Alla fine del suo ciclo vitale arriva sulle spiagge, ed è in questa fase che a Pollica la recuperiamo per il suo smaltimento e la trasformazione in energia utile a coprire il fabbisogno di 5000 famiglie.
Abbiamo trasformato un potenziale problema – la posidonia spiaggiata che non piace ai bagnanti – in un’opportunità per l’educazione dei cittadini e per le politiche sociali.
A Slow Fish, su questo tema, interviene anche Paolo D’Ambrosio, direttore dell’Area Marina Protetta Porto Cesareo.
Sottolinea Marco Dadamo, biologo e membro dell’Advisory Board di Slow Fish, introducendo il tema della conferenza in programma nella Slow Fish Arena domenica 4 giugno alle 15:00 ‘Baciate dal mare. La rigenerazione delle città costiere’:
Le città costiere sono fragili, perché densamente abitate e perché su di loro si concentrano gli effetti di tante, diverse, pressioni di natura antropica, tra cui gli interessi turistici, industriali, artigianali e commerciali che insistono sulle fasce costiere.
E poi, naturalmente, c’è una questione idrogeomorfologica, poiché proprio sulle coste si riversano anche le problematiche che hanno origine nell’entroterra e che le vie dell’acqua, come i fiumi, trasportano fino alle foci.
Ma le città costiere, proprio per via della loro particolare fragilità e delle caratteristiche che le contraddistinguono, possono essere straordinari laboratori di innovazione: luoghi dove sperimentare soluzioni, dove realizzare in prima battuta la transizione che le porti a diventare smart cities. Farlo richiede consapevolezza e volontà di mettersi in discussione.
La parola ai pescatori
A Slow Fish, come in tutte le manifestazioni di Slow Food, il palcoscenico è riservato innanzitutto a chi il mestiere lo sente sulla propria pelle. E mai come nel caso di chi lavora con il mare possiamo affermarlo: i pescatori artigianali vivono a contatto con l’acqua per 365 giorni all’anno.
Se ci occupiamo del benessere degli ecosistemi acquatici, pertanto, è fondamentale ascoltarli e comprenderne il punto di vista. Per questo uno degli appuntamenti fissi della Slow Fish Arena è La parola ai pescatori dove, insieme a temi importanti come la biodiversità ittica, la crisi climatica e l’arrivo delle specie aliene, possiamo ascoltare le testimonianze di chi ogni giorno affronta il fascino del mare e con esso le difficoltà, tra rarefazione delle specie, mutamenti ambientali, difficoltà nel far valere i propri diritti e vedere riconosciuta la peculiarità delle proprie tecniche artigianali.
Partiamo dalle cooperative della pesca e dalle esperienze di ittiturismo che in Liguria rivestono un ruolo importante, come la Cooperativa Mitilicoltori Spezzini e la cooperativa dei pescatori artigianali di Noli.
Approdiamo sulle sponde del Tirreno con l’ecosistema fragile con cui hanno a che fare i pescatori artigianali dell’Isola del Giglio e la Cittadella della pesca di Viareggio, impegnata in un percorso teso a minimizzare lo sforzo di pesca sostenendo al contempo la redditività delle imprese associate.
Saltiamo dall’altro lato dell’Italia e approdiamo nell’Adriatico con i pescatori del Presidio del mosciolo selvatico di Portonovo, la cui sopravvivenza è messa a rischio dalle mareggiate da un lato e dalla pesca selvaggia dall’altro.
Mettiamo a confronto tecniche di pesca, come la magghia del Golfo di Catania e la menaica del Cilento, entrambe destinate alla pesca delle alici ed entrambe riconosciute Presidio Slow Food.
Terminiamo il nostro percorso immergendoci nelle acque dei laghi italiani e ascoltando i racconti dei pescatori della storica cooperativa del Trasimeno, della Comunità Slow Food per il pesce delle Alpi e Prealpi Occidentali, del Presidio Slow Food della sardina essiccata tradizionale del lago d’Iseo e del lago del Turano.
Lo spazio incontri Slow Fish
In Area Mandraccio, cuore storico e pulsante del Porto Antico, si affaccia lo Spazio Incontri di Slow Fish, dove riflessioni e approfondimenti permettono di guardare al futuro del mare attraverso molteplici esperienze.
Ragioniamo innanzitutto su un turismo più consapevole e capace di cogliere la vera identità dei territori. Un modello di viaggio autentico, che viene raccontato con il progetto Slow Food Travel e le sue destinazioni di mare, tra Carso e Trieste, Torre Guaceto e il Sulcis Iglesiente.
In linea con questa visione, anche la nuova fase del programma di UniCredit Made4Italy, che ha l’obiettivo di favorire un sistema integrato turismo-agricoltura per la crescita e la valorizzazione dei territori.
Approfondiamo anche il tema delle politiche del cibo e della pesca sostenibile, conoscendo il lavoro di organizzazioni e progetti importanti sui temi della lotta agli sprechi, come quello di Cuki, che in un incontro ci svela in maniera divertente i segreti della conservazione degli alimenti in frigorifero, o della sostenibilità, come la onlus Worldrise.
Ideata dai giovani per i giovani, Worldrise ha l’obiettivo di conservare e valorizzare l’ambiente marino attraverso un percorso incentrato sulla sensibilizzazione, la creatività e l’educazione.
A Slow Fish, in particolare, illustra le guide del pesce ligure di stagione e Meroir, il progetto per portare avanti un filo comune tra prodotto della pesca, cultura, tradizione e territorio.
Infine, ci interroghiamo anche sui mercati, luoghi in cui acquistare prodotti di qualità e dove, nel nostro piccolo, poter contribuire allo sviluppo dell’economia locale.
Slow Fish è realizzato grazie al sostegno di numerose realtà che credono nel progetto, a partire dai Main Partner BBBell, Pastificio Di Martino, Quality Beer Academy, Reale Mutua e UniCredit. In Kind Partner Liebherr, Bormioli Luigi e Bormioli Rocco, Acqua San Bernardo; Green Partner sono Amiu, Pool Pack e Ricrea.
La manifestazione gode, inoltre, della collaborazione del Porto Antico di Genova e del supporto di Fondazione Carige, con il sostegno della Camera di Commercio di Genova.
Partner culturale è l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale.