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‘Key of Today’: intervista a Giuditta Niccoli

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'Key of Today'


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L’artista toscana, presentatrice dell’evento di Piazza Mercato a Napoli’ si racconta e ci parla della splendida iniziativa

Piazza Mercato a Napoli si conferma fulcro di eventi civici di grande impatto emotivo, ospitando, dal 30 marzo per tre mesi, l’opera ‘Key of Today’ dell’artista italo – albanese Alfred Mirashi Milot, simbolo di speranza, vita, rinascita di una società aperta al dialogo, al confronto, a tutto e a tutti, di un mondo in cui ci siano possibilità e potenzialità per chiunque.

La ‘Chiave di Oggi’ apre le porte, ma è contorta, a causa delle resistenze mentali e politiche. Un ‘grido’ universale di rispetto reciproco tra gli individui, affinché convivano in pace senza spazi chiusi e distanti e in cui accoglienza ed integrazione regnino sempiterni.

E, per citare lo stesso Milot:

Eliminare le paure individuali e collettive che ci circondano; le incertezze e i dubbi. Il mio vuole essere soprattutto un messaggio positivo di speranza, perché tutti abbiamo il diritto di realizzare i nostri sogni e tutti meritano le stesse opportunità per farlo.

È in questo luogo, letteralmente e metaforicamente, che si troverà la Chiave per un nuovo approccio di ispirazioni e dinamismo per l’umanità, che sarà poi portato in tutti i continenti a testimoniare che è ora di risvegliare il pensiero collettivo verso la riscoperta dei valori di sempre.

La gigantesca scultura, realizzata in acciaio corten dall’azienda Metal Kostruksion Vata in Albania, alta dieci metri e larga venti, rientra nel progetto ‘Keys of Unity’ di Milot a cura di Maurizio de Giovanni in collaborazione con l’Associazione Mille Volti e Comune di Napoli con il Sindaco Manfredi, che ha la delega della cultura.

La Direzione artistica è di Michele Stanzione e Michele Palumbo. La Direzione Esclusiva di Michael Kaiser e Jean Wolfe. Collaboratori sono Francesco Bianco, Lai Junjie e Albine Mirashi.

Proprio in occasione dell’inaugurazione si è tenuto uno spettacolare evento tra musica e danza, alla presenza di tanti giovanissimi e di esponenti del mondo istituzionale e tra gli altri, dell’Ambasciatore albanese di Roma, Anita Bitri Lani, del Sindaco di Lac distretto di Kurbin Mojlinda e della deputata albanese Elda Hoti, presentato da Giuditta Niccoli.

La scelta di focalizzare la nostra attenzione su Giuditta non è affatto casuale, ma in linea con il senso stesso del messaggio lanciato da Milot: la chiave dell’integrazione è nella coesione e solo il conduttore, che per primo si immedesima negli spazi a disposizione, è capace di creare quel senso di aggregazione, appartenenza e familiarità indispensabili per l’ottima riuscita dell’avvenimento, inserendo ogni ospite nel suo giusto contesto.

Giuditta è un’attrice toscana nata nel 95, che ha preso parte a varie produzioni tra cui tre documentari RAI con Alberto Angela, ‘Domina’, serie TV internazionale, ‘A casa tutti bene 2’ di Gabriele Muccino e ‘Gabriel’s Redemption’ di Tosca Musk. A 16 anni esordisce al Teatro Greco di Taormina con un monologo di Alda Merini. Ha frequentato l’Actor’s Planet di Roma e si è diplomata presso l’Accademia Centro Teatro Attivo di Milano nel 2021.

Nello stesso anno ha seguito il seminario ‘Shakespeare in inglese’ presso la Civica Scuola di Teatro Grassi e la One Year Online Masterclass di Bernard Hiller in inglese. Ha collaborato come assistente dell’organizzazione di prestigiosi festival italiani del cortometraggio come il Prato Film Festival e il Safiter in Puglia.

Dal 2021 porta in scena lo spettacolo teatrale ‘Tuo, Cyrano’ e ha presentato la serata evento ‘Premio Shinema’ a Napoli per il cinema indipendente. Tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023 co-conduce, assieme al Direttore artistico del Teatro Borsi di Prato, il mini-programma TV di 16 puntate ‘Il Borsino – Affari di teatro’ in onda su TV Prato.

Ad oggi, lavora frequentemente con un team di produzione attivo in toscana come attrice ed assistente di produzione di cortometraggi, spot e videoclip.

Giuditta, in che modo sei stata e sei coinvolta in questa operazione artistica?

Ho conosciuto il produttore dell’evento Jean Wolfe due anni fa ed è subito nata una bella intesa. Da lì abbiamo lavorato molto insieme.

Ci vogliamo bene e ci stimiamo a vicenda, non manca occasione di dirmi che crede molto in me, come io credo in lui e nel suo progetto. È stato lui a propormi l’incarico di presentare la serata di gala a Le Arcate e la successiva inaugurazione dell’opera in piazza Mercato.

Per me l’importante era far passare il messaggio di apertura attraverso il monologo che ho scritto insieme a Nicola Soldani, amico e collega, che ho coinvolto nel progetto, e se ciò fosse riuscito allora posso dire di aver fatto qualcosa di bello per una così causa sociale così importante.

Che sensazione hai provato ad illustrare un evento così grande in una grande piazza popolare di Napoli, con tutti questi giovani?

Quando il messaggio è così importante e la platea così grande, è normale sentire la pressione, ma cerco di trasformarla in concentrazione ed energia da utilizzare.

Inoltre, ho capito che c’è una cosa imprescindibile, che mi fa rendere al meglio: l’essere contornata da persone alleate con cui parlare e che vogliono solo il tuo successo e quello comune di tutti i coinvolti.

E mi ritengo davvero fortunata sotto questo aspetto, avere a fianco Jean, che ci ha dato libera scelta in merito alla conduzione dei due eventi, le sue collaboratrici Michael e Catalin, sempre disponibili e di grande sostegno, e soprattutto Nicola, che mi ha davvero aiutato e seguito nella scrittura e nella preparazione.

Qual è il tuo rapporto con l’arte?

L’arte per me è un modo per liberarsi delle sovrastrutture, per esprimersi liberamente senza schemi e senza giudizi e di godere della bellezza di eventi come questi, ma rappresenta anche l’opportunità di evadere dall’ordinario, di arricchirsi di sensazioni ed emozioni, di cui, altrimenti, non si potrebbe godere.

Potrà sembrare banale dirlo, ma mai come quando faccio arte mi sento così viva.

Attrice, conduttrice, organizzatrice: cosa ti piace fare di più?

Se c’è un talento che penso di avere è quello di riuscire a capire al volo le persone e ad empatizzare profondamente con loro. Non so se sono una brava attrice, ma quello che voglio fare è arrivare al cuore delle persone, voglio poter “servire” il pubblico con la verità, con le emozioni.

Anche fare l’organizzatrice mi piace, dato che una prerogativa di quel ruolo è il dinamismo, che credo faccia parte della mia personalità. 

Ci tengo particolarmente a dire che la prima volta che ho fatto da conduttrice è stato grazie a Nicola Guarino, durante la serata conclusiva del Premio Shinema, oltretutto sempre qui a Napoli.

Nicola è un’altra di quelle persone che io stimo artisticamente e personalmente e a cui voglio davvero bene.

Da lì ho capito che non importa se faccio l’attrice o la conduttrice, quello che mi interessa è fare arrivare il messaggio.

Autore Lorenza Iuliano

Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.