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‘Il talismano della felicità’ in Sala Assoli

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'Il talismano della felicità'


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Il 24 e il 25 marzo a Napoli Martina Di Leva e Cecilia Lupoli protagoniste di un atto unico che unisce passione culinaria e ascolto radiofonico in cuffia

Riceviamo e pubblichiamo.

Cibo, cucina, recitazione femminile, due monologhi che confluiscono in un atto unico, con una radio a fare da trait d’union: ecco gli ingredienti de ‘Il talismano della felicità’ del Collettivo LunAzione che va in scena in Sala Assoli venerdì 24 e sabato 25 marzo con doppio turno alle ore 19:00 e alle ore 21:00.

Dopo il debutto al Torino Fringe, il lavoro per la prima volta arriva a Napoli.

Attrici, cuoche e registe dello spettacolo, Martina Di Leva e Cecilia Lupoli in un altare – cucina condurranno gli spettatori e le spettatrici in un viaggio immersivo, attraverso due fulminanti monologhi al femminile in cui il cibo è protagonista di vicende spiazzanti e grottesche: ne ‘L’arrosto’ una donna legata alla sedia instaura un irresistibile dialogo dal sapore beckettiano con il suo aguzzino, mentre in ‘Arcano I’ a parlare è la celeberrima assassina Leonarda Cianculli, che ci conduce negli inquietanti meandri della sua macabra vicenda.

Il menu che accompagna i due atti unici è composto da un Aperitivo ‘Rosso in Fm’, un Primo Morso (Maltagliate emiliane patate e provolone d’Irpinia), un Secondo Morso (Baci ardenti di Porco al flambé di cognac) e un dessert (Zite al cioccolato croccante).

La prenotazione è obbligatoria, i posti nella sala sono limitati.

Scrivono le attrici – registe nelle note di regia:

L’idea è nata in risposta alla call del Festival Play With Food rivolta a compagnie Under 35, in cui si chiedeva una proposta di regia che mettesse insieme due monologhi.

Cercando i punti in comune abbiamo deciso che quello che volevamo costruire era un viaggio sensoriale che, esplorando appunto tutti i sensi, tenesse lo spettatore immerso in un’esperienza quasi ipnotica, fino allo svelamento finale.

La cucina è come un laboratorio alchemico in cui i singoli ingredienti, mescolati, danno vita a pozioni prelibate.

Può la felicità essere raggiunta attraverso i riti magici della cucina? Ada Boni, nel suo celebre ricettario di fine ‘800, ‘Il talismano della felicità’, doveva certamente pensarlo.

Ma si può anche esser sazi nutrendo corpo e anima in altro modo: l’esaltazione dei sensi o la soddisfazione di bisogni intimi e finanche perversi, come può essere un omicidio.

In scena si vuole rivivere la catarsi che porta con sé l’atto del mangiare/cucinare in un ambiente universale come appunto la cucina.

Il pubblico è l’invitato speciale, che condivide con le cuoche – attrici palcoscenico e portate, pensieri e fatiche di due vite arrivate al limite della sopportazione.

La preparazione del pasto diventa quindi il momento di confessione di un peccato grave – parliamo di due assassine – ma altrettanto necessario per le protagoniste che si illudono di trovare la loro felicità.

I due monologhi confluiscono in un atto unico, il cui trait d’union è una radio che autonomamente decide cosa fare ascoltare e perché.

Un podcast? Un programma di cucina? O il flusso di pensieri delle protagoniste che, misteriosamente, questa radio riesce a captare e trasmettere?

A ogni spettatore sarà data una cuffia wireless, biglietto di sola andata per questo viaggio immersivo e sensoriale.

Continuano le note:

Nella lavorazione dei podcast ci siamo avvalsi dell’aiuto di un sound artist che ha rielaborato i suoni di una cucina miscelandoli e integrandoli nelle storie, trasformate in due radiodrammi trasmessi simbolicamente da una radio.

I piatti presenti nei testi vengono cucinati e gustati al momento e accompagnati da vino rosso sangue; la scenografia è una vera e propria cucina che permette di avere i fuochi accesi, e dunque ogni ingrediente emana il suo profumo fin dall’inizio.

Il pubblico osserva la preparazione delle pietanze, scopre i segreti del mestiere, assiste alla trasformazione degli elementi, trattati come sostanze alchemiche da elaborare.

Il parallelismo tra l’alchimia e la cucina è lampante: il riferimento alla figura dell’arcano I dei tarocchi, nominato anch’esso nelle storie ascoltate, richiama fortemente il mestiere del cuoco, che ha in mano tutti gli strumenti del lavoro: la coppa, che è il pentolone del mondo, il bastone, che è il mestolo con cui amalgama gli ingredienti, e la spada – mannaia per tritare. Mette ordine al caos, così come le protagoniste mettono ordine nella loro vita.

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