Il contributo ad ExPartibus di Donne speciali nella Giornata mondiale contro la violenza sulle donne
Nella Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, ExPartibus ha chiesto a personalità note in vari settori di dedicare un pensiero, una frase, una riflessione, secondo la propria sensibilità, per aiutarci a capire la condizione della donna dei giorni nostri, sempre più vittima, sempre più oggetto, in ogni sfumatura si voglia intendere questo termine.
Lo abbiamo chiesto a donne che stimiamo, soprattutto per il loro impegno, non solo nella professione che esercitano, nell’arte in cui infondono la loro meravigliosa femminilità, ma soprattutto per il loro esempio di libertà e dignità.
Quando mi dici che non sono abbastanza e che non sono capace. Quando il mio lavoro vale meno del tuo, a parità di capacità e di titolo di studio. Quando la maternità è un diritto, ma se resto incinta smetto di lavorare. Quando la diversità fisica è inferiorità e non semplice differenza. Quando “stai zitta tu, che dici solo cazzate”. Quando mi vedo con i tuoi occhi e non mi piaccio abbastanza. Quando invecchiare non è crescere ma sentirsi da buttare. Quando le parole sono botte e le botte non sono solo parole. Quando è violenza, fa sempre male.
Paola Cereda, Scrittrice.
Se volete conquistarci e tenerci con voi, usate le carezze, non le violenze. Imparate il dialogo e aprite il cuore.
Leda Conti, Attrice.
Le donne e le mamme dovrebbero sempre sorridere: noi bambini dipendiamo da questo.
Sofia Costarella, 10 anni.
Ci vuole tanto impegno per estirpare alla radice la violenza nei confronti delle donne: da quelle più fragili e incapaci di difendersi a quelle che si ribellano alla prevaricazione e che per questo “devono” essere rimesse “in riga”. Troppo spesso l’uomo, abituato da millenni a “comandare” e a farsi “ubbidire”, davanti a una inaspettata affermazione di indipendenza sente franare il terreno sotto i piedi e reagisce fino alle estreme conseguenze. Per questo non basta una giornata contro svariati secoli; tutti i giorni, tutto l’anno dovrebbe essere il 25 novembre. Perché la strada da percorrere, in tutto il mondo, è ancora molto lunga.
Simonetta De Chiara Ruffo, Giornalista.
Credo che finché continuiamo a dircele fra noi le cose non cambierà mai niente. Io sono una donna che ha avuto ed ha tutti gli strumenti per non subire violenze e ricatti né sul lavoro né nella vita personale. E nel mondo occidentale non credo sia giustificabile una donna che accetta “perché crede che sia amore”. Non è amore e lo sappiamo ce lo siamo dette in tutte le salse. Altro è la cultura di paesi in cui le donne non sono minimamente tutelate né dalle leggi né da altro. Non possiamo consentirci debolezza o autocommiserazione. Perciò credo che l’esempio di un comportamento civile e adulto possa con fermezza essere di esempio anche per gli uomini. Quindi con tutto il cuore meno celebrazioni è più impegno. Nel mio piccolo io lo faccio.
Rosaria De Cicco, Attrice.
Nel mio ultimo spettacolo, che ho scritto e che interpreto proprio in questi giorni in cartellone al Sancarluccio di Napoli, una delle due protagoniste, Didone, dice che la parità non esiste. Dice proprio così, e sostiene le sue ragioni aggiungendo che è sbagliato il punto di partenza del ragionamento, nel senso che non dovrebbero essere le donne a rincorrere gli uomini nel tentativo di somigliar loro, bensì dovrebbe essere il contrario. E dunque, tanto per cominciare, per rendere veramente “pari” la gara, i maschi dovrebbero partorire, avere le mestruazioni ogni mese, e beccarsi la menopausa tra capo e collo quando meno se l’aspettano. Ecco, al di là delle battute, penso possa essere una lettura interessante quella di provare a capovolgere la prospettiva da cui solitamente si guardano le cose… e se fosse davvero così, se fossimo davvero NOI quelle cui vale la pena di somigliare? Se parità volesse dire portare i maschi a fare tutto quello che solitamente fanno solo le donne, più tutto il resto? Per questo, faccio mie le parole di Mary Wollstonecraft Shelley e dico: non auguro alle donne di avere potere sugli uomini, ma (finalmente) su se stesse.
Gigliola De Feo, Attrice.
La violenza sulle donne nasce da un piccolo uomo, che non sa essere all’altezza della donna, che pur di essere grande sa solo usare la forza.
Chiara De Pasquale, Danzatrice.È sicuramente necessario continuare a incoraggiare le vittime alla ribellione e alla denuncia, ma credo sia importante ricordare che la violenza sulle donne è innanzitutto un problema maschile. Bisogna punire con decisione i violenti, come è accaduto ora con l’esemplare condanna all’ex compagno e carnefice di Carla Caiazzo, ed educare gli uomini, fin dall’infanzia, al rispetto e alla stima dell’altro.
Vanessa Gravina, Attrice.
“Ancora un femminicidio dall’inizio dell’anno”. L’ho appena sentito al tg che ha ufficializzato il numero di vittime del 2016. Delitto passionale, dicono. Delitto culturale, penso, e il “non una di meno” è già l’una in più, da stasera. Partiamo dai ragazzi, aiutiamo loro a conoscere le differenze di genere e a non avere pregiudizio alcuno. È l’unica strada percorribile, e auspicabile, per una leale ed equa convivenza.
Silvana Iannacone, Giornalista.
Violenza, psicologica o fisica, sottile e subdola, sempre aberrante, sempre ingiustificata, sempre lancinante, sempre sfiancante, sempre dettata dalla pochezza, dall’insoddisfazione, dal senso di inadeguatezza, dall’incapacità di concepire che la vera forza dell’uomo risiede nella capacità di compenetrare l’essenza, il valore, la sensibilità della donna.
Lorenza Iuliano, Giornalista.
La donna è il sesso “debole”; credo che questo lo imponga la natura, l’uomo è fisicamente più forte. La violenza perciò non è un esercizio che si pratica contro le donne ma contro i più “deboli”. E anche questo è un aspetto “naturale” dell’uomo in quanto specie. Ma la natura ci ha anche dotato di un istinto volto alla condivisione, all’amore, alla costruzione comune.
Siamo animali capaci di elaborare scelte. Ecco per ché la NON VIOLENZA è una scelta possibile. Scegliamo di NON essere, per affermare la vita. Si può fare.
Lorena Leone, Attrice.
Due riflessioni di vita vissuta insieme a tante donne.
Innanzitutto, solo le donne possono aiutare le donne ad aprirsi, ad abbattere quel muro del silenzio sedimentato, perché è da lì che nasce la paura. E, a volte, anche se denunci, la struttura della società è tale da non riuscire a venirti incontro totalmente, con il rischio di trovarti da sola con ancora più paura di prima. Solo una rete di solidarietà femminile basata sull’ascolto riesce a far sentire una donna capita e non giudicata e a farla parlare.
Anche per l’esperienza diretta di un’amica, che è riuscita a condividere la sua esperienza di violenza solo quando intorno a lei si è creato appoggio, sostegno.Inoltre, l’emancipazione della donna negli anni ’60 si è basata molto sull’indipendenza economica, sulla libertà sessuale, sull’inserimento nella società, ma, in realtà, non c’è mai stata una vera evoluzione dal punto di vista di percezione del valore di sé come essere umano, dal punto di vista del cuore, dei sentimenti, degli affetti. Occorre, invece, che ognuna di noi risvegli l’altra, perché smetta di avvertire quella base di inferiorità che la porta a subire.
È un risveglio necessario per cambiare il concetto di emancipazione in quanto persone.
Marina Lorenzi, Attrice.
La violenza a cui è soggetta la donna nelle strade è la violenza di una cultura che continua a pesare più di un macigno. È la piaga dell’imbecillità, ottusità maschile che nella violenza dichiara la propria incapacità di essere in un rapporto pari, intelligente.
La paura di non essere all’altezza spinge alla più bieca bassezza. Ma la violenza domestica spesso parte da quella che innanzitutto la donna compie su se stessa assoggettandosi a dinamiche che la porrebbero al riparo di debolezze e altre paure. A volte, la fierezza di essere sole rimane sconosciuta, schiacciata dal timore di esserlo.
Gea Martire, Attrice.
Una riflessione sulla violenza alle donne, che dire! La prima cosa che mi viene da pensare è che l’emancipazione femminile nei paesi occidentali ad un certo punto si sia arrestata.
Le generazioni successive a quelle degli anni ‘70 non sono riuscite a portare avanti un processo che ha richiesto più di 100 anni per approdare ai risultati odierni e, proprio per questo, ha lasciato delle lacune culturali in alcune sacche delle popolazioni. Occorre abbandonare il pregiudizio e fare i conti con i tantissimi episodi che riguardano anche i ceti medi e intraprendere studi approfonditi su questa tematica. Chiedersi perché neppure lo studio e l’abitudine al ragionamento ci preservi da atti violenti è pressoché doveroso.Penso sia molto difficile riuscire a comprendere a fondo le ragioni per cui in un mondo evoluto non si riesca a debellare la violenza di genere. Purtroppo non sono solo le donne a farne le spese, ma anche i bambini e tantissime specie animali. Sono un numero spropositato le situazioni in cui prevale l’istinto atavico alla ragione e il più forte, anche nel mondo evoluto, sovrasta il più fragile.
Credo che bisognerà fare ancora molta strada e, soprattutto le donne, dovranno essere molto attente a non regredire ad un passato nemmeno troppo remoto in cui i maltrattamenti facevano parte della quotidianità femminile ed erano avallati dalle donne stesse.
Grazia Mellia, Scrittrice.
Sono donna creatrice, porto in me il tuo seme e da me nasci anche tu: bambino, uomo, padre, fratello, amico… non distruggermi.
Amati.
Carla Merone, Pittrice.
Mentre oltraggi una donna uccidi la madre che ti ha generato.
Non c’è etica, nessuna poética, in quel grido che lacera l’anima.
Barbara Napolitano, Regista e Scrittrice.
Mi è sempre stato insegnato che solo la gentilezza genera gentilezza, un proverbio brasiliano bellissimo, non ho mai capito come non si arrivi a comprendere che alzare le mani è l’unico immediato modo per distruggere i sentimenti, la dignità, il rispetto.
Il mio vero pensiero è rivolto alle vittime omertose: l’amore è cura di se stesso e dell’altro, se non c’è questo, cerchiamogli un altro nome, ma non distruggiamo l’unico valore per cui vale ancora la pena credere in qualcosa.
Titti Nuzzolese, Attrice.
Volenza sulle donne, un appello alle mamme: educhiamo i nostri figli al rispetto della donna e sapremo di aver allevato un uomo capace di… difendere una Donna!
Sonia Palmeri, Assessore Regione Campania.
25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne… mi viene da pensare che forse un solo giorno non basta a ricordare le 107 vittime di femminicidio nel solo 2016, non basta a giustificare la nascita di un termine: femminicidio, appositamente coniato per indicare “qualsiasi forma di violenza esercitata sistematicamente sulle donne (…) allo scopo di perpetuarne la subordinazione e di annientarne l’identità attraverso l’assoggettamento fisico o psicologico, fino alla schiavitù o alla morte”; in un solo giorno non si riesce a dar coraggio a chi subisce e ancora non trova la forza di denunciare; un solo giorno non basta a far capire a chi quella violenza la perpetua che la donna che gli sta accanto non è di sua proprietà.
Un solo giorno non può bastare ma serve per cominciare a cambiare le cose e le cose si cambiano giorno per giorno… affinché gli uomini di oggi capiscano e ci aiutino a lottare e a far sì che i nostri figli, gli uomini di domani siano uomini migliori accanto a donne libere.
Antonella Prisco, Attrice.
Nonostante decenni di lotte e conquiste, sono riemerse le differenze di fondo che esistevano tra i due sessi, sul piano umano, di sopraffazione e possesso. La cronaca ci racconta sempre più frequentemente di gravi episodi di violenza sulle donne, spesso celati tra le mura domestiche, al riparo di una normalità di facciata. Violenza che riguarda donne di ogni età e condizione sociale, non soltanto in ambienti degradati.
Purtroppo opinione pubblica e autorità sono disinteressate alla prevenzione del fenomeno.
Da stilista, vivamente inserita nell’universo femminile, sono quotidianamente a contatto con donne molto diverse, anche in carriera o comunque di ceto alto, che sono interessate dal problema ad ogni livello. Pertanto, a mio avviso, bisognerebbe sensibilizzare le coscienze, a partire dalle scuole, dalle famiglie, che hanno il compito di trasferire valori sociali e rispetto per ogni essere vivente. Infine, servirebbero pene più drastiche, per ripristinare una sana convivenza civile, che possa salvaguardare la libertà e dignità per cui le donne lottano da sempre.
Teodolinda Quintieri, Stilista.
La donna: segno e sogno da quando è nato l’uomo. A volte martire, spesso guardata nella sua spiritualità a cui si sono ispirati poeti, scrittori, artisti di ogni epoca, e anche oggetto dei desideri irraggiungibili e terreni. La donna in società, nel suo ruolo di madre, figlia e in carriera, più di ogni altro portavoce delle debolezze di un intero vissuto umano. La donna ha dovuto lottare nel corso dei secoli per la sua autonomia di pensiero, di parola e di azioni, per le violenze che ha subito e che hanno alimentato nonostante tutto la sua forza e la sua voglia di emergere, ‘sottolineando’ la debolezza maschile che ancora non sa come rapportarsi ad essa.
Il mio pensiero in merito all’argomento sul femminicidio non è dettato da un atteggiamento femminista, ma ammirazione per come riusciamo a esprimere noi stesse nonostante il mare di violenza che ci galleggia intorno, dimostrando che un fiore può crescere dove c’è la roccia.
Cristina Sodano, Pittrice.
Donna significa Vita: origine e continuità.
Forza della donna è il disarmo dell’accoglienza e dell’ascolto, ma anche il vigore del suo operare vigile e dignitoso. La Donna realizza se stessa realizzando il suo Tempo: più la lasci libera di esprimersi, più raccogli la ricchezza dei suoi doni. Offenderla, aggredirla è atto di vigliaccheria, di insipienza. Un macigno di intralcio ai passi verso il futuro.
Lucia Stefanelli Cervelli, Attrice, Scrittrice, Drammaturga.
Immagine di copertina: “Riflessi”, di Cristina Sodano.