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Il primo tunnel del Regno delle Due Sicilie che fu inaugurato due volte

1814
Galleria dell'Orco 1988
Galleria dell'Orco 1988


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È lunga appena 442 metri, è a semplice binario ed è chiusa al traffico, eppure, la Galleria dell’Orco è il più antico tunnel ferroviario del Regno delle Due Sicilie e uno dei primi ad essere costruiti in Italia.

Dopo il 3 novembre 1839, con l’inaugurazione della prima strada ferrata da Napoli a Portici, i Borbone avevano dato ampio impulso alla costruzione di binari; infatti, erano in atto il prolungamento da Portici a Nocera, una linea che congiungesse Napoli e Caserta con Roma e un’altra che collegasse i porti di Napoli e Brindisi, seguendo il percorso Cancello – Sarno – Mercato San Severino – Avellino – Ariano Irpino – Bari.

Il progetto dell’opera fu affidato all’ingegnere Melisurgo, che pensò di bypassare le colline tra l’agro sarnese-nocerino e la valle dell’Irno con un tunnel ferroviario che perforasse la collina di Paterno, tra i comuni di Sarno, polo industriale dell’epoca, e Castel San Giorgio, e che seguisse il percorso dell’acquedotto augusteo che da Serino portava l’acqua a Capo Miseno.

Siamo nel 1846 e qualora fosse stato costruito, sarebbe stato il primo tunnel ferroviario italiano. Tuttavia, Melisurgo incontrò notevoli difficoltà e fu sollevato dall’incarico da Ferdinando II in persona.

Si decise, quindi, di cambiare percorso e di perforare la collina dell’Orco. Il nome bizzarro fa riferimento al condottiero cartaginese Annibale Barca, che, durante la seconda guerra punica, valicando la collina, raggiunse Nuceria-Alfaterna e la rase al suolo, essendo questa l’unica delle città osco-sannite ad essere fedele a Roma.

Naturalmente, a guerra finita, i nocerini furono ricompensati ampiamente sia per lo status dei cittadini sia per la possibilità di battere moneta propria.

Ma ritorniamo alla strada ferrata. Poiché la collina era molto friabile da un punto di vista geologico, la galleria fu realizzata in solo venti mesi e con mano d’opera locale; infatti, le opere murarie e i due portali, esistenti ancora oggi, furono realizzati dagli scalpellini di Lanzara i cui discendenti sono stati impiegati per la realizzazione della diga di Assuan in Egitto.

Sui portali di ingresso del tunnel vi erano apposte due lapidi commemorative che sono conservate a Napoli nella certosa di San Martino; al loro posto ora vi sono due finestre murate.

Galleria dell'Orco

La galleria, creata in previsione della costruzione di un secondo binario, presenta al centro un pozzo di aerazione che sbuca sulla collina sovrastante e l’ampio sentiero selciato a fianco dei binari ha fatto sì che fino a poco tempo fa il tunnel venisse percorso dalle moto che da Sarno si dovevano recare a Mercato San Severino, accorciando di molto i tempi di percorrenza.

Durante i bombardamenti alleati del 1943 ospitava le famiglie della zona che hanno trovato un riparo sicuro; all’interno sono state incise numerose croci, forse in segno di preghiera o per ricordare qualche decesso.

Altro primato del Tunnel dell’Orco è la doppia inaugurazione, la prima il 31 maggio 1858, alla presenza del Vescovo di Nocera e del Ministro delle finanze borbonico, quando fu rischiarato da dei lumini e i carri vennero spinti a mano; la seconda, quella ufficiale, il 17 febbraio 1861 con il passaggio del primo treno alla presenza di esponenti di casa Savoia.

Galleria dell'Orco - inaugurazione 31 maggio 1858
Galleria dell’Orco – inaugurazione 31 maggio 1858

Autore Mimmo Bafurno

Mimmo Bafurno, esperto di comunicazione e scrittore, ha collaborato con le maggiori case editrici. Ha pubblicato il volume "Datemi la Parola, Sono un Terrone". Attualmente collabora con terronitv.