Richiesto rilascio immediato di migliaia di detenuti
Il 15 novembre le Nazioni Unite hanno chiesto il rilascio immediato di migliaia di detenuti in relazione alla loro partecipazione a manifestazioni pacifiche in tutto l’Iran.
L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha affermato che uno dei manifestanti è stato condannato a morte.
Il portavoce dell’UNHCR Jeremy Lawrence ha dichiarato ai giornalisti a Ginevra:
Esortiamo le autorità a rilasciare immediatamente tutti gli arrestati in relazione alle proteste pacifiche e a ritirare le accuse contro di loro. La legge sui diritti umani protegge il diritto delle persone a riunirsi pacificamente e alla libertà di espressione.
Lawrence ha anche confermato l’emissione di più di mille incriminazioni contro i detenuti in connessione con le proteste nella sola provincia di Teheran, aggiungendo che i crimini che non portano direttamente e deliberatamente alla morte non possono essere usati come base per la pena di morte.
Pertanto, chiediamo alle autorità iraniane di interrompere l’esecuzione della pena di morte, di astenersi dal portare accuse che comportano la pena di morte e di abolire le condanne a morte emesse per crimini che non sono considerati i crimini più gravi.
Ha anche rivelato che il bilancio delle vittime quest’anno ha superato quello registrato durante le manifestazioni del 2019 in Iran, che ammontavano a 324 morti, spiegando che al 12 novembre, l’uso eccessivo della forza da parte delle forze di sicurezza ha portato all’uccisione di almeno 326 persone, di cui 43 bambini e 25 donne.
Dall’omicidio della donna curda di 22 anni, Mahsa Amini, avvenuto il 16 settembre, 3 giorni dopo essere stata arrestata dalla polizia della moralità, le manifestazioni in Iran non si sono placate. Il suo decesso ha scatenato proteste senza precedenti, guidate, nella maggior parte dei casi, dai giovani del Paese.
Autore Redazione Arabia Felix
Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.
