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Porte aperte ad ISPRO, Open Day occasione per lanciare multiscreening

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Bezzini: ‘Essenziale sensibilizzare i cittadini sul tema della prevenzione, soprattutto dopo i mesi più terribili della pandemia’

Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.

La prevenzione fa la differenza, soprattutto nel caso dei tumori. E prevenire vuol dire anzitutto adottare un salutare stile di vita, fare moto, mangiare in modo corretto e senza abusi, ma anche screening e controlli per diagnosticare un tumore quanto prima possibile.
Il problema è che le persone a volte rimandano: nei due anni di pandemia più acuta ancora di più. Ci sono poi gli impegni della vita personale: trovare i giusti incastri non è sempre semplice. Abbassare la guardia è invece il peggiore degli errori.

Così, per venire incontro ai cittadini e semplificare loro la vita, ma invogliarli a fare prevenzione, l’ISPRO di Firenze, l’istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica, un’assoluta eccellenza regionale ed anche nazionale, che ieri, 26 ottobre, ha spalancato le porte di Villa delle Rose, sopra Careggi, a cittadini e scolaresche con un ‘Open Day’, prova a lanciare l’idea del multiscreening: ovvero la possibilità di fare più esami nel corso di una stessa visita.

Lo ha fatto approfittando del mese dell’Ottobre Rosa dedicato al tumore al seno. Così alle donne invitate, per ragione anagrafiche, a sottoporsi alla periodica mammografia è stato proposto di sfruttare l’occasione anche per gli screening della cervice uterina e del tumore al colon-retto. E su 75 donne, il 60 per cento ha detto sì e il 40 per cento che ha detto no lo ha fatto solo perché quegli esami li aveva già fatti.

Racconta la Direttrice dell’istituto, Katia Belvedere:

L’offerta messa a disposizione per queste giornate si è riempita a velocità incredibile.

Il multiscreening piace.

Sottolinea l’Assessore al diritto alla salute Simone Bezzini, che ha partecipato all’iniziativa:

L’Open Day di ieri non è solo un’occasione per aprire le porte e mostrare quello che è stato fatto fino ad oggi o i servizi offerti: cosa comunque importante, per sensibilizzare i cittadini sul tema della prevenzione dopo i mesi più terribili della pandemia e del Covid-19 che hanno calamitato ogni attenzione.

Approfittando dell’Open Day si prova anche a sperimentare nuovi modelli per rilanciare l’attività di screening. Il prossimo passo sarà estendere questa sperimentazione ad altri contesti territoriali e, se capace di dare risultati, farla diventare una buona pratica regionale.

Ogni anno in Toscana vengono diagnosticati circa 25 mila nuovi casi di tumori, esclusi i tumori cutanei diversi dal melanoma: 13 mila riguardano gli uomini e 12 mila le donne.

Secondo il registro del triennio 2013-2015 il tumore più frequente nelle donne è quello alla mammella, 28% di tutte le diagnosi, seguito da colon-retto, 12% e polmone, 7%.

Negli uomini al primo posto c’è il tumore alla prostata, 17% e poi polmone, 15% e colon-retto, 13%. Prima dei cinquant’anni tiroide e melanoma sono la seconda e terza diagnosi più frequente tra le donne e melanoma, testicolo e tiroide tra gli uomini.

Commenta l’Assessore regionale:

Quella di ISPRO è sicuramente una risorsa da far conoscere.

L’ISPRO è un unicum nazionale per molti aspetti: si occupa di oncologia a tutto tondo, dagli screening alle attività sanitarie e di laboratorio, dall’individuazione precoce del tumore fino alla riabilitazione del corpo ferito, che non è solo fisica ma accompagna i pazienti a riconquistare, senza disagio, i propri spazi di vita.

Il laboratorio che sequenza i test sulla cervice uterina, solo una tra le eccellenze, è il più grande d’Italia e tra i più grandi d’Europa. L’istituto vanta registri e campioni biologici conservati sotto azoto di coorti lunghe trent’anni. E naturalmente fa anche ricerca, lavorando, tra i tanti fronti, sull’oncologia di precisione e la medicina personalizzata: la frontiera del futuro.

Tra i locali aperti al pubblico ieri c’erano anche i laboratori, che tanta attenzione hanno raccolto tra le scolaresche di studenti in visita. Lì si studiano cellule e geni alterati e uno dei progetti in corso ha l’obiettivo di capire in che modo una persona possa rispondere ad una terapia: semplicemente sequenziando il DNA attraverso un piccolo prelievo di sangue ed analizzando il modello che ne scaturisce.

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