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Yemen: Presidente al-Alimi chiede pressioni su Houthi

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Per impedire che continuino a violare la tregua

Il 7 settembre il capo del Consiglio di comando presidenziale yemenita, Rashad Al-Alimi, ha confermato all’inviato delle Nazioni Unite in Yemen, Hans Grundberg, che le milizie Houthi continuano a violare l’armistizio in corso e stanno cercando scuse per farlo.

Durante il suo incontro con Grundberg, il Presidente yemenita ha anche espresso la speranza che la comunità internazionale eserciti maggiori pressioni per spingere le milizie ad affrontare seriamente gli sforzi di pace e di dare priorità agli interessi del popolo yemenita rispetto agli interessi espansionistici dell’Iran.

Al-Alimi ha confermato il continuo sostegno del Consiglio agli sforzi dell’inviato speciale delle Nazioni Unite, al fine di stabilizzare l’armistizio e obbligare le milizie ad attuare le loro promesse relative all’apertura di strade a Taiz e in altre città e al pagamento degli stipendi dei dipendenti dalle entrate ricavate dai Porti di Hodeidah.

Da parte sua, l’inviato dell’ONU ha espresso il suo apprezzamento per gli sforzi compiuti dal Consiglio presidenziale e dal governo, al fine di rendere la tregua un successo e basarsi su di essa per raggiungere un accordo di cessate il fuoco permanente e una pace globale e giusta nello Yemen.

È interessante notare che le Nazioni Unite avevano annunciato il 2 agosto scorso che le parti yemenite avevano concordato di prorogare l’armistizio per altri due mesi, alle stesse condizioni.

La milizia Houthi ha finora rifiutato di aprire le strade di Taiz e revocare l’assedio imposto alla città per più di 7 anni, oltre a pagare gli stipendi dei dipendenti statali dalle entrate delle tasse e delle dogane dei derivati ​​​​del petrolio.

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Autore Redazione Arabia Felix

Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.