La prima volta che sussurrarono la Parola Perduta al mio orecchio, non ne compresi il significato! Non riuscii nemmeno a decodificarne il suono e le lettere. Non intesi neppure che lingua avessero usato.
All’epoca ero giovane ed inesperta di vita, non solo massonicamente.
Ogni volta che un “vecchio massone” si avvicinava per pronunciarla durante una tornata, cercavo di concentrarmi al massimo per decifrare quel bisbiglio.
Non ripeterla a nessuno, non inciderla su nulla, non scriverla
mi dicevano!
Solo che io non capivo perché.
Ci ho messo veramente tanto tempo a comprendere che la “Parola Perduta” altro non è che un concetto onnipresente ed affascinante in Massoneria con tutti i suoi risvolti, ma che ci spinge, inevitabilmente, ad andare oltre al simbolismo spicciolo, perché ci troviamo di fonte ad un corpus di conoscenze, esperienze e pratica “iniziatica”.
Che non si fraintenda però; la Parola Perduta viene sì esplicitata con un vocabolo, ma non è fine al termine stesso.
Si racconta che essa fu smarrita con l’uccisione del maestro Hiram e che dalla sua morte sarebbe poi iniziata la sua ricerca perpetua.
Un’altra interpretazione della leggenda di Hiram recita che Salomone, appresa la notizia della morte del Maestro, decise che quella che fino ad allora era stata la sua parola sarebbe stata poi sostituita con i primi vocaboli proferiti nel momento in cui sarebbe stato ritrovato il suo corpo.
Quello che è accaduto dopo è solo frutto di decisione prese da altri uomini, in contesti diversi ed in Obbedienze differenti.
Io voglio pensare alla Parola Perduta come stimolo, a quel mantra da ripetermi ogni volta in cui mi trovo in un momento di difficoltà o di smarrimento. Ma anche come incitamento e giubilo per un traguardo raggiunto.
Noi Massoni contemporanei abbiamo quasi l’obbligo di preservarla perché se così non fosse significherebbe perdersi e perdere una parte di quella memoria massonica che, nel corso del tempo, si è tramandata semplicemente grazie al fatto di averla saputa preziosamente conservare.
Essa, inoltre, porta con sé tutto lo studio, la passione, la speranza con cui è stato eretto quel Tempio Universale e Atemporale che, ad oggi, esiste ancora, anzi, è in costruzione continua, un lavorio incessante.
Possa la Parola Perduta farci ritrovare la pace dentro di noi, permettendoci di restituirla ad un mondo che soffre, che vuole uscire dalle lotte e dall’oscurità e aspira alla Luce, all’amore e alla pace.
Anzi, predichiamo la Parola Perduta tra quei Fratelli che, per motivi oscuri, l’hanno dimenticata, non l’hanno mai veramente ascoltata o l’hanno condivisa con orecchie sorde; richiamiamola alla loro memoria.
La Massoneria esisterà finché ci sarà Fratello che bisbiglierà all’orecchio di un altro la Parola Perduta. Essa verrà ritrovata ogni volta che Hiram risorgerà attraverso l’iniziazione di un Fratello che, da Compagno diventerà Maestro Massone.
Autore Rosmunda Cristiano
Mi chiamo Rosmunda. Vivo la Vita con Passione. Ho un difetto: sono un Libero Pensatore. Ho un pregio: sono un Libero Pensatore.