Un produttore cinese specializzato in tecnologie di sorveglianza è il principale fornitore di tecnologie di spionaggio per le Guardie rivoluzionarie iraniane
Una società di sorveglianza cinese sta fornendo all’Iran una tecnologia di spionaggio avanzata che ha aiutato il regime di Teheran a reprimere i manifestanti scesi in piazza nelle ultime settimane.
Tiandy, un produttore cinese specializzato in tecnologia di sorveglianza, è il principale fornitore della tecnologia usata dalle Guardie della rivoluzione iraniana, secondo una recente indagine di IPVM, un gruppo di sicurezza che tiene traccia di queste industrie avanzate, come riportato dal “Washington Free Beacon”.
Secondo IPVM, Tiandy, uno dei quattro maggiori produttori di sistemi TVCC in Cina, è l’unico gigante cinese della sorveglianza con una presenza diretta in Iran ed ha firmato una partnership quinquennale con un distributore iraniano.
I risultati dell’IPVM sulla cooperazione tra Iran e Cina, che potenzialmente viola le sanzioni statunitensi imposte a Teheran, stanno acquisendo una rinnovata importanza tra le proteste a livello nazionale in Iran che hanno minacciato la presa del potere da parte del regime intransigente.
Gli sforzi per reprimere le proteste, compreso l’uso di gas lacrimogeni, la carica dei manifestanti e gli arresti, non sono riusciti a fermarle.
L’Iran sta sfruttando le tecniche di sorveglianza di massa cinesi per rafforzare il suo settore di sicurezza, che consiste nella polizia segreta e nel Corpo delle Guardie Rivoluzionarie iraniane.
Funzionari iraniani e cinesi hanno promosso relazioni bilaterali tra i due paesi durante gli incontri tenuti la scorsa settimana incentrati sul rafforzamento della “cooperazione nei settori della sicurezza e della cooperazione di polizia”, secondo i media iraniani.
Nel 2021 Iran e Cina hanno firmato un accordo economico di 25 anni del valore di 400 miliardi di dollari in questo campo.
Autore Redazione Arabia Felix
Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.