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Serata d’amore omaggio ad Annibale Ruccello

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Isa Danieli


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Isa Danieli dal 26 al 30 ottobre al Teatro Nuovo di Napoli

Riceviamo e pubblichiamo.

Dal 26 al 30 ottobre al Teatro Nuovo di Napoli andrà in scena lo spettacolo Serata d’amore omaggio ad Annibale Ruccello di Manlio Santanelli e Isa Danieli, con con Isa Danieli. Costumi di Annalisa Giacci, musiche Carlo De Nonno, regia Manlio Santanelli, produzione Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro.

Serata d’amore è la ripresa di uno spettacolo che portai in scena un anno dopo la morte di Annibale, per perpetrare il suo ricordo di uomo e di artista dopo quel maledetto 12 settembre del 1986. Serata d’amore è l’omaggio devoto e accorato di Isa Danieli e Manlio Santanelli ad Annibale Ruccello nel trentennale della sua scomparsa. Un viaggio dentro il suo teatro, un percorso alla rovescia dalla sua ultima commedia alla prima, che lega in un unico evento le voci femminili del suo cosmo poetico: dall’indimenticabile Donna Clotilde di Ferdinando all’inquieta Ida di Week End alla terribile Jennifer. Una sfilata di personaggi segnati da una disperata solitudine, quel prezzo che deve pagare chi ama o anche chi soltanto dispone ad amare.

Le note di Isa Danieli e Manlio Santanelli
L’opera di un commediografo di qualità mal si presta ad essere ricondotta, anche soltanto in sede di interpretazione, ad un unico concetto generale che possa valere per ogni testo di cui quell’opera si compone.
Ricondurre, in tal caso, equivarrebbe a ridurre.
Ciò vale ancora di più se riferito all’intera produzione di Annibale Ruccello che, per l’indubbia capacità che egli possiede di raccogliere dalle silenziose esplosioni del quotidiano la più piccola scheggia, il minimo frammento che ne rievochi con struggente amarezza la perduta integrità, si sottrae ostinatamente all’uso di singole chiavi di lettura.
E tuttavia, leggendo e rileggendo le commedie di Ruccello in vista della messa in scena di questa “Serata d’amore”, ci siamo imbattuti di continuo in un tema che, seppure in forma sempre diversa, ricorre con ossessiva puntualità: la solitudine.
Ma la solitudine che aleggia nelle atmosfere teatrali di Ruccello, e le inchioda ad un panorama di spietata attualità anche quando, come in “Ferdinando”, l’azione è suggestivamente posta lontano nel tempo, è di una qualità del tutto speciale; o, meglio, speciale è la circostanza in cui i suoi per personaggi contraggono un simile malessere. Perché, a ben riflettere, quella solitudine è sempre vincolata all’amore attraverso un preciso nesso di causalità. È, in breve, il prezzo che deve pagare chi ama o anche chi soltanto dispone ad amare.
E non potrebbe essere diversamente. La civiltà in cui viviamo, e che il teatro di Ruccello si restituisce in tutte le sue contraddizioni, sembra favorire l’amore (si pensi al caso limite della pubblicità, che spudoratamente lo reclamizza come uno dei rami più proficui della produzione e del consumo); ma in realtà è ferocemente erotofobica, penalizza amore e amanti a tutti i livelli: nega nei fatti quello che pure non perde occasione di esaltare a parole.
Resta la solitudine, ultima “spes” o meglio ultima disperazione. E così una “Serata d’amore” automaticamente diviene una “serata di solitudine”.
A questo punto, però, dobbiamo registrare il verificarsi di un piccolo ma significativo miracolo: l’impiego della Danieli come attrice solista si rivela non soltanto una scelta produttiva, ma anche un’inquietante soluzione stilistica. Il suo folle monologare, il suo ansimante dialogare con interlocutori invisibili, normale conseguenza del suo stare in scena da sola alla fine sembra insinuare che tutto il teatro di Ruccello possa essere letto come una ricca galleria di personaggi che parlano ai fantasmi, che si muovono in mezzo ai fantasmi.
L’opera di un commediografo di qualità, abbiamo detto, mal si presta ad essere ricondotta a singoli concetti generali. Ma peggio ancora si presta ad essere esplorata, ad essere penetrata nel suo mistero di fondo. Se con questo spettacolo ci siamo appena accostati a quel mistero, se soltanto lo abbiamo sfiorato, possiamo dire con soddisfazione che ne è valsa la pena.

Orari
mercoledì 26 ore 21:00
giovedì 27 ore 21:00
venerdì 28 ore 18:30
sabato 29 ore 21:00
domenica 30 ore 18:30

Biglietti
Il botteghino del Teatro Nuovo
è aperto da martedì a sabato
ore 10:30 – 13:00 e 18:00 – 21:00
domenica ore 16:30 – 18:00
botteghino@teatronuovonapoli.it

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