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‘O Stregone al Nouveau Théâtre de Poche

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'O Stregone


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In scena dal 2 al 5 giugno a Napoli

Riceviamo e pubblichiamo.

Da giovedì 2 giugno a domenica 5 giugno 2022, ore 21:00, presso il
Nouveau Théâtre de Poche, via Salvatore Tommasi, 15, Napoli, andrà in scena lo spettacolo ‘O Stregone, scritto e interpretato da Davide Raffaello Lauro, regia di Peppe Miale, scenografia di Rosita Vallefuoco, assistente alla Regia Gennaro Madonna, assistente alla drammaturgia Daniele Giampaolo.

Sinossi

Michele è un chimico conosciuto come lo Stregone, ma lui non fa magie, né incantesimi, conosce solo il suo lavoro; si esilia in una di grotta che chiama “casa”, la sua vita scorre al contrario e in loop, dentro un passato da cui non riesce a scappare, in cerca di una soluzione, di un miracolo che possa riparare la sua vita e porre rimedio a un dolore che sente di non meritare.

Le sue giornate sono scandite da formule scientifiche e ricordi, a volte sembrano semplici e leggeri, altre volte complicati e dolorosi; il mondo fuori la grotta cerca di entrare nella sua vita, ma Michele finge di non vederlo, non concedendo neanche un centimetro a nuove possibilità.
‘O Stregone, sorta di favola moderna, è un racconto sull’ossessione del fallimento, e sull’incapacità di andare avanti.

Di chi crede che la vita possa essere vissuta solo con pratiche formule, tuttavia la vita non è una formula chimica, ma un atto di presenza.
Davide Raffaello Lauro

Note di regia:
Michele, detto ‘O Stregone dai tempi della sua giovinezza, cita innanzitutto a sé, e solo incidentalmente al pubblico, il pensiero del principe della risata. Ha necessità di dire quelle parole nella misura in cui diventa interlocutore di se stesso che cerca disperatamente di dare un senso ad una esistenza altrimenti priva di obiettivi.

Ha un dolore che porta con sé. Un dolore che pudicamente non disvela ma di cui lascia tracce nel profluvio delle parole dette affinché chi ascolti possa mettere insieme tasselli di un puzzle che poi ricostruirà. E chi ascolta forse riuscirà ad andare oltre le parole ascoltate leggendo e guardando, con sensibilità speriamo indotta dal vigoroso e dolce racconto del protagonista, alla tenerezza di un uomo.

Un uomo che certo è Michele, ma che forse è ognuno di noi quando ingenui auspichiamo che la vita in qualche modo non lasci sempre e comunque tracce di sé. Perché ogni singolo momento di doloroso ricordo è una sensazione che buca lo stomaco. Una sensazione che magari dura un attimo, ma ineluttabilmente riapre una ferita.

John Irving con straordinario intuito ha scritto che “…La memoria è un mostro: tu dimentichi… essa no. Archivia le cose, ecco tutto. Le conserva per te, o te le nasconde e le richiama, per fartele ricordare, a sua volontà. Credi di avere una memoria. Ma è la memoria che ha te.”

Michele si ribella o meglio, prova icarescamente a ribellarsi alla prigionia cui la memoria lo costringe. L’amore per la moglie e il figlio genera la ribellione. L’amore per la chimica, sua grande passione, genera la possibilità che il sogno si avveri.

E la tensione vibrante verso l’obiettivo da raggiungere rendono persino eroico Michele. Anche se, come sul volto di ogni eroe, si staglia qua e là negli occhi di Michele un segno che svela una consapevole malinconia. Un segno che noi tutti possiamo riconoscere perché ci appartiene o ci apparterrà.
Peppe Miale

Max 25 spettatori a sera.

Prenotazione necessaria:
0815490928 – 3663429683 WhatsApp
theatre.depoche@libero.it