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Le parole sono magiche!

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La gentilezza è terapeutica?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che per ottenere una buona salute occorre avere cura di tre cose: del corpo, della mente e delle relazioni.
Ma come si possono avere buone relazioni se, a detta degli ultimi studi in merito al linguaggio, l’essere umano sta dimenticando la gentilezza?

I social hanno alimentato un odio sconsiderato a causa del fatto che si possa evitare il confronto faccia a faccia e dando così sfogo a qualunque frustrazione personale, usando come capro espiatorio i profili rintracciabili nei vari gruppi.

Le parole, sia che vengano pronunciate verbalmente o messe per iscritto, possono essere medicina o veleno.

È pura follia pensare di potere ottenere ragione insultando ed offendendo i nostri interlocutori poiché qualora l’avessimo, quella ragione, non verrebbe accettata e il risultato non sarebbe altro che rabbia, rancore e risentimento.

Gran parte del popolo che si dibatte nei social si presenta allo scopo di dimostrare la propria superiorità, di far sentire uno schifo gli interlocutori e tutto questo nella folle speranza di poterli convincere.

Le parole gentili sono magiche, sono un balsamo per l’anima, alleggeriscono la mente, placano il cuore e vengono usate con amabile delicatezza. Per tale ragione nei corsi di Counseling Filosofico insegno ad utilizzarle nel modo corretto.

Gli antichi saggi “pellerossa” sostenevano che le storie guariscono, poiché ispirano coraggio e fiducia, amore e compassione, fratellanza e solidarietà.

Ma quali sono le nostre favole se passiamo il tempo a lamentarci e ad insultare ed offendere ad ogni occasione che ci capiti a tiro?

Come possiamo sperare di cambiare il piccolo frammento di mondo a noi circostante se usiamo un linguaggio deprimente e decadente?

Ecco perché il mio costante invito è di fare attenzione alle parole che usiamo quando discutiamo con qualcuno.

La polemica non è un argomento e il dialogo dovrebbe avere lo scopo di ricercare insieme una verità soddisfacente per tutti.

Offendere e insultare non equivale a dialogare.

È solo un modo per convincere gli altri della propria superiorità con l’intenzione di annichilire la voce dell’altro, il quale potrà anche ridursi al silenzio ma senza avere cambiato minimamente la propria idea, anzi, al contrario, ne sarà ancora più convinto di prima.

Le parole gentili sono come fiori che emanano il proprio delicato profumo mentre le offese e gli insulti hanno l’aspetto maleodorante dei bidoni della spazzatura.

Si tratta allora di scegliere cosa vogliamo essere e chi vogliamo attirare a noi.

Le mosche e i ratti prediligono immondizia e fogne, quindi esistono certamente persone che apprezzano il linguaggio volgare e separatista, ma onestamente non credo che tali individui sollecitino in positivo le nostre difese immunitarie, dal momento che producono solo rabbia e malcontento.

Personalmente preferisco un linguaggio somigliante a quello dei fiori i quali con i loro amabili e gentili profumi attirano api e poeti, allo scopo di produrre miele per lo stomaco e parole d’amore per l’anima.

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Autore natyan

natyan, presidente dell’Università Popolare Olistica di Monza denominata Studio Gayatri, un’associazione culturale no-profit operativa dal 1995. Appassionato di Filosofie Orientali, fin dal 1984, ha acquisito alla fonte, in India, in Thailandia e in Myanmar, con più di trenta viaggi, le sue conoscenze relative ai percorsi interiori teorici e pratici. Consulente Filosofico e Insegnante delle più svariate discipline meditative d’oriente, con adattamento alla cultura comunicativa occidentale.