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Confesercenti Campania: ‘Lo Stato ha voltato le spalle alle imprese’

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Vincenzo Schiavo - Presidente di Confesercenti Campania


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Schiavo: ‘Interventi urgenti o sarà fallimento di massa’

Riceviamo e pubblichiamo.

Confesercenti Campania alza la voce a tutela delle proprie imprese: il suo è in grido d’allarme impetuoso per una situazione economica sempre più drammatica.

È quanto emerge dopo i primi due mesi del 2022, alla fine di uno studio dell’Osservatorio di Confesercenti.

Denuncia Vincenzo Schiavo, Presidente di Confesercenti Campania e Vicepresidente nazionale con delega al Mezzogiorno:

Lo Stato sta voltando le spalle alle nostre imprese, molte delle quali sono già sul baratro. Esigiamo dal Governo risposte immediate, è assolutamente fondamentale che venga riattivata la moratoria.

Basti pensare che le imprese che in Italia hanno richiesto la moratoria al 31 dicembre sono oltre un milione e 300mila: solo in Campania sono 320mila su 508mila imprese attive, dati Unioncamere, ovvero circa il 68%, quelle che hanno richiesto prestiti e finanziamenti per sostenere la crisi economica dovuta alla pandemia, nel periodo 2020 – 2022.

Nel Mezzogiorno il 78% delle imprese si è indebitato nello stesso lasso di tempo. Le 320mila imprese campane si sono indebitate a causa del Covid per poter pagare i costi fissi – fitti, utenze, tasse, ecc. -, per evitare la chiusura dell’attività, per poter sopravvivere e far vivere le proprie famiglie.

Di queste 320mila la maggior parte già dal 1° gennaio è costretta a pagare alle banche rate altissime per i prestiti che hanno contratto. L’imprenditore in Campania si trova in una vera e propria morsa assassina: da un lato deve far fronte ai debiti precedenti, dall’altro deve pagare quelli maturati nel terribile periodo del Covid.

In questo scenario l’economia non è ripartita affatto, il caro bollette (leggasi i dati a seguire) sta amplificando le perdite e come se non bastasse c’è la minacciosa ombra delle conseguenze della crisi internazionale dovuta alla guerra.

In Italia il valore economico degli scambi commerciali import/export con i Paesi russofoni pesa per un fatturato di 12,5 miliardi di euro, 2,5 solo per il turismo, e la nostra regione ha tante imprese che lavorano con tali Paesi.

Sostiene Vincenzo Schiavo:

L’economia attuale non consente incassi adeguati per iniziare a recuperare e le previsioni per l’immediato futuro sono negative.

Basti pensare che i saldi sono stati uno scempio, si è incassato il 30% di quanto introitato nel 2019 perché i consumatori non hanno soldi da spendere.

Le imprese stanno, per questo motivo e purtroppo, imboccando la strada del fallimento.

Sono più di 70mila le aziende che non hanno pagato i mutui di gennaio e febbraio, con la conseguenza che le banche le hanno dovute, per legge, iscrivere alla CRIF, sistema informativo creditizio.

Il circolo vizioso di tale iscrizione è noto: nel breve periodo tali imprenditori vengono considerati ‘attivi pagatori’ presso tutte le banche e le finanziarie e l’intervento successivo di Mediocredito, a favore delle banche, espone le loro aziende all’aggressione e quindi al fallimento.

Questo è lo scenario terrificante che il Governo non considera, avendo lasciato con il cerino in mano gli imprenditori. Lo Stato è sordo e cieco e in questo scenario terrificante migliaia di aziende rischiano il fallimento.

I dati del caro bollette

Secondo l’Osservatorio di Confesercenti il caro bollette per energia è in media dell’80%/90%. Il che vuol dire che le 508.000 imprese attive pagano 150 milioni al mese in più, ovvero 2 miliardi di euro l’anno, dei quali 440 milioni di IVA.

Una montagna di euro che si amplificano considerando le spese private degli imprenditori e dei consumatori: le 2.189.000 famiglie in Campania devono sopportare un aumento di 180 milioni al mese, oltre 2 miliardi e 160milioni l’anno, ovvero 216 milioni di IVA ogni 12 mesi versate allo Stato.

Aggiunge Schiavo:

Ecco perché bisogna ridurre o azzerare l’IVA per il 2022.

Esempi del caro bollette: un ufficio di piccole dimensioni è passato da 368.57 euro pagati a febbraio 2021 a 612.38 euro a febbraio 2022. Un bar a gennaio 2021 pagava 1063,55 euro di energia, ora deve pagare 3257,09! Un ristorante che nel settembre del 2021 pagava 2730,20 ora a gennaio 2022 deve far fronte a un costo di 4713,58 euro.

Le proposte di Confesercenti Campania

Confesercenti Napoli e Campania, per questi motivi drammatici, propone di dare risposte immediate per evitare migliaia di fallimenti.

Avverte il Presidente di Confesercenti Campania:

Bisogna in primis attivare la moratoria per tutto il 2022, ridurre o cancellare l’IVA per quest’anno, ridurre il costo del lavoro perché ancora oggi l’azienda che assume paga allo Stato il 68% in più di tasse e contributi, esempio: una busta paga di 1321 Euro netto costa all’imprenditore 2.380/2.450 euro mese.

In un momento come questo, dove bisognerebbe rilanciare l’economia, facilitare le imprese, aiutando i lavoratori, è necessario, per esempio, ancorare il reddito di cittadinanza all’assunzione. Coloro che lo percepiscono dovrebbero essere assunti dalle aziende che da un lato garantirebbero un surplus sul reddito statale e dall’altro una formazione al lavoro per i dipendenti.

Se lo Stato non intende prendere in esame queste o altre misure essenziali per sostenere le aziende sarà il primo responsabile di migliaia di imprese fallite e di lavoratori disoccupati.

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