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SMOCSG, Pontificale in memoria della Beata Maria Cristina

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Beata Maria Cristina


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In programma il 31 gennaio nella chiesa di San Salvatore in Lauro a Roma

Nella memoria liturgica della Beata Maria Cristina di Savoia, Regina delle Due Sicilie, il parroco di San Salvatore in Lauro a Roma, Mons. Pietro Bongiovanni e Silvana Alesiani, rispettivamente Assistente Ecclesiastico Nazionale e il Presidente Nazionale dei Convegni di Cultura Beata Maria Cristiana di Savoia, invitano al Solenne Pontificale che verrà celebrato lunedì 31 gennaio 2022 alle ore 18:00.

Presiede il Cardinale Gerhard Ludwig Müller, Prefetto emerito della Congregazione per la Dottrina della Fede, Gran Priore del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.

Il 9 dicembre 2021, vigilia della memoria liturgica della Beata Vergine Maria di Loreto, Mons. Pietro Bongiovanni, Assistente Ecclesiastico Nazionale dei Convegni di Cultura della Beata Maria Cristina, ha celebrato, a San Salvatore in Lauro, una solenne Santa Messa, insieme a Mons. Giovanni Pietro Dal Toso, Arcivescovo titolare di Foraziana, Segretario aggiunto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e Presidente delle Pontificie Opere Missionarie.

Scenografica discesa di petali di rose, dalla cupola, sopra l’altare, simbolo delle Grazie concesse da Maria Immacolata, Madre di tutti noi. Era presente il Presidente Nazionale Silvana Alesiani con un gruppo di rappresentanti romane.

Nell’anno 1937 le donne di Azione Cattolica desiderando raggiungere con la loro opera apostolica gli ambienti culturalmente più preparati fondarono un movimento dando vita così ad una “Opera” capace di promuovere formazione culturale, sociale e religiosa.

Era vivamente sentita in questo periodo negli ambienti femminili la mancanza di un centro ove ritrovarsi in omogeneità spirituale e socioculturale. Già nel 1940 si contavano una trentina di Convegni che nella seconda metà del secolo scorso si sarebbero estesi in tutte le principali città italiane.

Questo Movimento fu intitolato a Maria Cristina di Savoia, Regina delle Due Sicilie (1812 – 1836) perché il meraviglioso esempio che coniuga la santità della vita e la profondità del sentimento religioso alla modernità di pensiero di una regina che, nonostante la giovanissima età, molto ha operato per dare un forte impulso non solo alla carità e al sociale ma anche e soprattutto al lavoro con particolare riferimento a quello femminile.

Ella aveva compreso l’importanza del lavoro, dell’estensione delle misure di protezione sociale e del rilancio delle manifatture e dei commerci, nell’assicurare una vita più dignitosa alle persone.

Su questa linea di principio nascono i Convegni di Cultura Maria Cristina di Savoia. Nel 1950 dal bollettino d’informazione nasce la rivista Rassegna. Nel 1956 si emana uno statuto ed un regolamento. Nel 1963 prende vita il Premio Letterario ‘Maria Cristina’.

Nel 1971 fu sancito ufficialmente l’atto costitutivo dell’Associazione Femminile dei ‘Convegni di Cultura Venerabile Maria Cristina di Savoia’, che nel secondo articolo ribadisce

l’impegno di studio ed approfondimento delle problematiche sociali per contribuire al miglioramento delle condizioni di vita e alla piena realizzazione della persona umana.

Maria Cristina di Savoia, figlia minore del Re di Sardegna Vittorio Emanuele I e dell’Arciduchessa Maria Teresa d’Asburgo-Este, nasce il 14 novembre 1812 a Cagliari e muore a Napoli 31 gennaio 1836. Ricevette dai pii genitori una solida formazione cristiana. Nel 1832 sposò Ferdinando II, Re delle Due Sicilie, e, nel duplice stato di moglie e di regina, fu modello luminoso di ogni virtù.

Vera madre dei poveri, seppe farsi carico delle sofferenze del suo popolo, per la cui promozione ideò ardite opere sociali. Morì ancora giovane, dopo aver dato alla luce il primogenito Francesco, tra l’unanime compianto della famiglia reale e del popolo napoletano.

È stata beatificata il 25 gennaio 2014, nella Real Basilica di Santa Chiara in Napoli, dove è sepolta. La sua memoria liturgica cade il 31 gennaio, giorno della sua nascita al Cielo.

Bella, mite e colta – charmante et parfaite, la definiva il Conte di Cavour – a suo agio con ambasciatori, sovrani e lazzaroni, portatrice di una vision politica di orientamento riformista e, talvolta, apertamente liberale: sono queste le caratteristiche di Maria Cristina, che, nel breve arco della sua vita, sarà capace di ritagliarsi un profilo di grande spessore, a dispetto della sua estrema riservatezza.

A fianco del marito nella gestione del trono, la sovrana riuscirà, infatti, a influenzarne le decisioni, a mitigarne la durezza, a caldeggiare lo svecchiamento della governance e le riforme di cui Ferdinando sarà fautore, proprio a partire dai primi anni 30.

Accanto a questo indirect role spicca il vero e proprio protagonismo della regina nella gestione dell’assistenza e della beneficenza pubblica, nella promozione del mecenatismo di Stato, nell’ideazione di progetti relativi alla custodia ed alla valorizzazione dei beni architettonici e culturali del Regno.

Anche sotto il profilo delle relazioni diplomatiche, Maria Cristina è in grado di incidere profondamente dando vita ad una complessa trama di affari, capace di rafforzare la proiezione internazionale della Corona.

Lo studio dei documenti permette di tratteggiare il volto di una regina “moderna” e cosmopolita, ostile alle persecuzioni politiche – celebri sono le sue intercessioni per la sospensione della pena di morte -, attenta ai temi dell’emancipazione, soprattutto femminile, della tutela delle arti e delle antichità, della comunicazione con le masse, dell’assistenza agli indigenti e del welfare di Stato, che rappresentano a tutti gli effetti un “surrogato” del protagonismo politico vero e proprio.

A lei si deve l’istituzione di un opificio di letti, indumenti e coperte presso il convento di San Domenico Soriano, per distribuirne i prodotti alle famiglie meno abbienti; a lei si deve il rilancio della lavorazione del corallo a Torre del Greco e quello dell’industria serica a San Leucio, due straordinarie misure di politica economica che aspettano ancora di essere ricostruite in modo approfondito e analitico.

A lei si devono, ancora, l’estensione delle misure di protezione sociale e il rilancio delle manifatture e dei commerci in tutte le province del Regno, e in particolare nella “ribelle” Sicilia, nella convinzione che solo una rinnovata presenza dello Stato e un volto più clemente della monarchia avrebbero potuto colmare la distanza fra l’isola e la capitale partenopea.

La Sua memoria è custodita e diffusa con straordinario impegno dai Convegni di Cultura a Lei dedicati e disseminati nell’intero territorio nazionale. Essi proseguono l’opera ispirati dalla Sua vita.

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