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La DuPre contro l’obbligo vaccinale

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Commissione DuPre - Dubbio e Precauzione


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Comunicato stampa della Commissione Dubbio e Precauzione

Riceviamo e pubblichiamo dalla Commissione Dubbio e Precauzione.

L’analisi dei dati epidemiologici forniti dall’Istituto Superiore di Sanità permette di osservare come, in Italia, i vaccini riducano parzialmente il tasso di infezione, in particolare con la Omicron, ma soprattutto abbiano offerto una apprezzabile protezione dalle conseguenze più gravi, con ridotta percentuale di ricoveri in terapia intensiva e decessi.

Questo dato positivo va ponderato tuttavia con il numero di effetti avversi letali, cioè di decessi correlabili alla somministrazione vaccinale, che i dati Eudravigilance riportati dall’Agenzia Italiana del Farmaco pongono a 14, pur ancora in mancanza di farmacoviglianza attiva.

La Corte Costituzionale ha sempre ritenuto ai fini dell’obbligatorietà vaccinale (da ultimo 5/2018) che i prevedibili effetti avversi siano tollerabili, concetto che ovviamente non può includere la morte del vaccinato seppur in proporzioni statisticamente contenute.

Inoltre, anche a causa dell’alta infettività della omicron il numero di casi positivi sta crescendo in modo spropositato e continuativamente sia tra i vaccinati che tra i non vaccinati.

Fortunatamente le pubblicazioni scientifiche recenti suggeriscono che la omicron ha un’ottima prognosi nella stragrande maggioranza dei casi.

Al 7 gennaio la percentuale di soggetti con sintomi critici o severi è intorno al 2% dei casi (fonte dati: ISS).

In questo momento, quindi, come scrive la professoressa Monica Gandhi esperta di malattie infettive, l’unico parametro atto a fotografare l’impatto dell’epidemia sullo stato del sistema sanitario resta quello delle terapie intensive occupate che, al momento (1500) sono ben al di sotto dei valori (4500) raggiunti un anno fa.

Inoltre, vista la alta contagiosità della omicron, la stessa Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere scrive che “un numero significativo di pazienti che arrivano in ospedale per altre malattie (traumi, tumori, scompensi cardiocircolatori) all’atto del ricovero, che prevede il tampone, vengono diagnosticati come casi positivi asintomatici e questo aumenta la pressione nelle aree Covid delle strutture sanitarie” tanto che le regioni hanno finalmente chiesto di cambiare i parametri distinguendo tra ospedalizzati “per Covid-19” e “con Covid-19”.

La crescente diffusione della variante Omicron fa supporre che si possa giungere presto ad una condizione di endemia simil-influenzale, come scriveva su The Atlantic anche Yascha Mounk professore della Johns Hopkins University.

Quindi, piuttosto che indulgere nella retorica catastrofista colpevolizzando di nuovo i cittadini, a due anni dall’inizio della pandemia ci aspettiamo che il governo abbia attivato i reparti necessari completando gli organici carenti, tenendo conto dell’importanza di altre importanti patologie – dai tumori alle malattie cardiovascolari – che sono state gestite con preoccupanti ritardi ed inefficienze di cui ben presto pagheremo alti costi, umani e sociali.

Ricordiamo che la salute non è solo rischio di contagio. I dati epidemiologici raccolti in 9 regioni italiane hanno evidenziato un aumento dell’84% degli accessi in Pronto Soccorso per patologie neuropsichiatriche, ed è particolarmente preoccupante notare che i casi di ideazione suicidaria sono incrementati del 147% rispetto al periodo pre-Covid.

Probabilmente i contagi saliranno ancora nelle prossime settimane e così i tamponi con i loro insostenibili costi. Ricordiamo che il tampone è un presidio diagnostico e che andrebbe usato come screening solo in precise situazioni ad alto rischio.

L’incremento atteso dei “positivi” non potrà quindi servire ancora da pretesto per ulteriori misure draconiane, incomprensibili dal punto di vista sanitario e insostenibili dal punto di vista logico, sociale e economico. La gestione dei tamponi in questo momento è estremamente complicata. Non si riesce a fare tracciamento nelle scuole, per esempio.

Che senso ha imporre il Green Pass base per tutte le attività?

Una recente ricerca dell’Università degli Studi di Milano, ResPOnsE Covid-19, mostra chiaramente come il Green Pass e l’obbligo non abbiano alcun reale beneficio nei termini di aumento dei vaccini negli scettici e nei contrari, mentre alimentano scontro sociale e radicalizzano le posizioni. Così facendo si crea ancora più disagio politico e sociale.

Riguardo all’obbligo di terza dose, ci teniamo a ricordare che lo stesso Abrignani, sul Corriere della Sera, ribadisce che in base alle attuali conoscenze immunologiche bisogna essere molto cauti anche con la terza dose, che non può essere anticipata troppo.

Dichiara inoltre che con quarte dosi ravvicinate e non motivate si rischia la «paralisi» del sistema immunitario. Visto che la comunità scientifica sta ancora studiando gli effetti delle terze e quarte dosi sul sistema immunitario, non si dovrebbe avere più cautela e dare attuazione al principio di precauzione invece di rendere obbligatorio il booster per tutti gli over 50, in contrasto con la giurisprudenza costituzionale sulla tollerabilità degli effetti per il vaccinato?

È essenziale che la Corte Costituzionale finalmente si pronunci accogliendo nei tempi imposti dall’ urgenza il ricorso dei parlamentari isolani presentato il 7 gennaio.

Persino alcuni esponenti del CTS hanno espresso perplessità sull’utilità dell’introduzione dell’obbligo vista la situazione attuale. Infatti, se l’introduzione dell’obbligo è volta a decongestionare la rete ospedaliera, la misura è chiaramente inadeguata: gli effetti al limite si farebbero sentire non prima della primavera, quando si sarà molto attenuata la circolazione del virus.

In base a quanto precede, la Commissione DuPre ritiene senz’altro condivisibili le parole del Prof. Crisanti, secondo cui l’obbligo vaccinale costituisce una “follia incostituzionale”.

In particolare, la Commissione concorda con Crisanti, quando questi sottolinea che l’obbligo appare una “novità assoluta nella sanità pubblica”, configurandosi come un obbligo di cura, finalizzato esclusivamente a “impedire la malattia”, onde diminuirne l’impatto sul sistema sanitario”.

In effetti, un obbligo non generalizzato ma limitato a una fascia della popolazione, gli over 50, è da intendersi come obbligo terapeutico, e non come misura tesa a limitare la trasmissione del virus.

Così come già avvenuto per la campagna di vaccinazione dei bambini, sembra dunque sproporzionata e pericolosa per la salute pubblica la misura governativa, introdotta in disprezzo del principio di precauzione e per l’ennesima volta con ingiustificata decretazione d’urgenza e senza discussione parlamentare, di obbligo vaccinale per gli over 50 in mancanza di ponderate e condivise valutazioni scientifiche.

Vista la totale assenza di funzioni di garanzia esercitate dalla Presidenza della Repubblica, e vista la ripetuta imposizione di decine e decine di voti di fiducia richiesti in aula dal Governo Draghi nonostante l’abbondante maggioranza parlamentare di cui gode, imposizione che umilia il Parlamento ed impedisce ogni modifica ai testi portati in aula dall’esecutivo, la Commissione DuPre chiama, ancora una volta, i cittadini ad esigere l’immediato ristabilimento dei diritti costituzionali fondamentali e delle funzioni essenziali della democrazia parlamentare in Italia.

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