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‘Napoletani prima… o poi’ a Palazzo Zevallos Stigliano

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Talenti Vulcanici - foto Alessia Della Ragione
“Antonio Manna, il basso napolitano” Nicola Ciancio, Basso Talenti Vulcanici Stefano Demicheli, cembalo e direzione Consulenza musicologica Paologiovanni Maione Trascrizioni a cura di Enrico Gramigna


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Il 19 dicembre in prima assoluta a Napoli un viaggio tra i ‘virtuosi’ del ‘600 e ‘700 prodotto dalla Fondazione Pietà de’ Turchini

Riceviamo e pubblichiamo.

Un concerto dedicato ai ‘virtuosi’ che, tra il ‘600 e ‘700, legano la propria formazione e la propria attività musicale alla capitale meridionale.

In scena, i Talenti Vulcanici diretti dal Maestro Stefano Demicheli propongono, in prima assoluta, ‘Napoletani prima… o poi’, in programma domenica 19 dicembre 2021 alle ore 19:00, nella sede di Gallerie d’Italia a Palazzo Zevallos Stigliano.

Una nuova produzione della Fondazione Pietà de’ Turchini che conclude la prima intensa parte autunnale di ‘Note Svelate’, titolo della stagione musicale 2021 – 2022.

Il ritorno a Napoli, per il concerto a Palazzo Zevallos, dei Talenti Vulcanici rientra in una rassegna che Gallerie d’Italia ha voluto offrire al pubblico napoletano per suggellare la conclusione della lunga permanenza in uno dei più affascinanti palazzi storici di via Toledo, prima di trasferirsi negli spazi nuovi a poche centinaia di metri, nella prossima primavera.

Sottolinea Federica Castaldo, Presidente della Fondazione Pietà de’ Turchini:

Una lunga stagione di attività e progetti musicali che, nel salone monumentale di Palazzo Zevallos, abbiamo inaugurato e contribuito ad animare con produzioni rimaste memorabili come ‘La Jole’ di Porpora o ‘L’Erminia’ di Scarlatti, per citarne solo alcune.

Questa volta l’ensemble, nato in seno alle attività formative della Fondazione, propone un progetto tutto strumentale che ha come tema la produzione musicale di autori attivi nella Cappella Reale di Napoli tra Sei e Settecento, con la sola eccezione di Domenico Antonio Gallo, che però con la Città centra, eccome.

Si legge nelle note di sala che accompagnano il programma a cura di Paologiovanni Maione:

La letteratura strumentale fiorita in seno all’invitta ‘scuola napoletana’, trova proprio nelle gallerie, nei saloni e nelle stanze della musica partenopei la propria giustificazione, avvalorata, soprattutto, dalla predisposizione e predilezione mostrata, per gli strumenti, da diversi nobili ‘virtuosi’.

Il principe della Riccia, il principe di Torella, il duca Serra di Cassano, il duca di Spezzano per citarne soltanto alcuni amavano intrattenersi in ‘reservate’ accademie dividendo il leggio con i musicisti mercenari.

La letteratura strumentale napoletana ha una cifra del tutto originale fondata su ardite soluzioni dalla cifra stilistica fortemente connotativa e su moduli ritmici e melodici di chiara ascendenza teatrale.

Tempi di danza si susseguono, variamente, nelle composizioni in cui si miscelano sapientemente brillanti passaggi virtuosistici e suggestive soluzioni armoniche.

All’amalgama di questi sfaccettati materiali, compositori e strumentisti baciati dal genio, pervengono attraverso un’indiscussa sapienza dove anche la pagina destinata all’uso effimero, è pressoché sempre concepita con notevole bravura, all’insegna della ‘naturalezza’ e ‘semplicità’ sostenute da una rigorosissima e rigidissima formazione.

La figura di Domenico Gallo è traghettata nella ‘storia’ dall’errata attribuzione di alcune delle sue musiche all’astro pergolesiano. L’equivoco perdurato sino al Novecento gli è valso una notorietà inaspettata, il recupero stravinskyano ha fatto emergere il suo nome e un interesse per la sua misteriosa attività, grazie al balletto ‘Pulcinella’ del celebre compositore russo.

Tuttora dall’incerta ‘patria’ e dalla sconosciuta formazione, sebbene segnalato come figlio di quella trionfante ‘scuola’ partenopea, Gallo s’impone all’attenzione degli ascoltatori per la scrittura dalle scelte stilistiche insolite.

Gli altri artisti in scaletta legano la propria formazione e la propria attività alla capitale meridionale occupando ruoli ambiti nelle maggiori istituzioni musicali: Valente fu organista nella chiesa di Sant’Angelo a Nido mentre Supriani e Ragazzi spiccavano all’interno dell’ensemble di Palazzo e ben presto raggiunsero una notorietà che li portò in giro per le grandi capitali musicali del tempo.

Angelo Ragazzi, formatosi al Conservatorio di Sant’Onofrio è divenuto celebre alla corte di Vienna e in Spagna. Ad eseguire il concerto ci saranno i solisti e le prime parti dell’ensemble premiato con L’Abbiati di recente, come Monika Toth, Catherine Jones e la direzione di Stefano Demicheli al cembalo.

Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria per email a coordinamento@turchini.it.

Info: www.turchini.it

‘Napoletani prima… o poi’ – Un viaggio tra i virtuosi di Napoli
In collaborazione con Gallerie d’Italia – Palazzo Zevallos Stigliano di Napoli

Programma

Domenico Gallo ( Venezia 1730 – Venezia 1768)
Sonata IV in sol minore per due violini, viola, violoncello e basso continuo
Angelo Ragazzi (Napoli 1680 – Vienna 1750)
Sonata a tre in re minore
Allegro, Adagio, Allegro
Francesco Paolo Supriani ( Napoli 1678 – Napoli 1753)
Toccata a violoncello solo
Angelo Ragazzi (Napoli 1680 – Vienna 1750):
Sonata a tre in si minore
Adagio, Allegro, [senza indicazioni di tempo], Allegro
Domenico Gallo (Venezia 1730 – Venezia 1768): 6′
Sonata I in sol maggiore per due violini e basso continuo
Moderato, Andantino, Presto
Francesco Paolo Supriani (Napoli 1678 – Napoli 1753)
Toccata a violoncello solo
Antonio Valente (Napoli c. 1520 – Napoli c. 1601): 5
Gagliarda napoletana per clavicembalo
Domenico Gallo (Venezia 1730 – Venezia 1768): 10
Sonata XII ‘Follia’ per due violini, viola, violoncello e basso continuo
Allegro, Adagio, Allegro

Foto Alessia Della Ragione

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