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Fase seconda

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Fase seconda di Vincenzo Cacace


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… e non è l’Alba… ma… è l’Albedo

Olio su tela, cm50x40

In effetti… quella luce poteva avere tante qualità in quel suo modo di “implodere”, velando, attenuando, ogni “lucore” o riverbero, adagiandosi sulle “cose”, rivoltando se stessa ed offrendo il lato più ” vellutato” quindi, senza essere accecante bensì, “appiattente”… portando sotto una “trasparenza” sulfurea ogni colore… ogni sfumatura o sottotono… ogni plastica volumetria delle cose, oppure anatomica, rispetto alle figure…
tutto quel contesto racchiuso nell’opera, rapito in un “fotone” forse ribelle ad ogni regola… in un attimo… un improvviso “baluginio”, dovuto alla riuscita di una prassi trasmutatoria nella quale l’Idea è diventata Visione.

Agli inizi, qualche volta accadeva, ma ora sempre più di frequente, nella mia particolare Alchimia da “mesticante” o… ricercatore cromatico ma, anche da “mendicante” esperienziale… perché ogni tanto, preso dalla nostalgia del “Miele d’Africa”… tesoro da riscoprire, parte aurea delle antiche mestiche e “ricette” pittoriche, gelosamente custodite, che tanto hanno “dannato” nel metterle in opera, anche l’animo dei Grandi, io… rifuggendo dal dato tecnico “certo”… da quell’accademico e banale “fare” per “rituffarmi” in una sorta di “empirismo” avventuroso e soprattutto così ricco di incognite meravigliose, da preservare poi, come nuovi “Limes”… punti avanzati di un percorso da contrassegnare e… dai quali il giorno dopo… ri-partire ancora… io stesso, dunque, rimango pensoso di fronte al risultato… così imprevisto… e foriero d’altri stimoli!

È come un “gioco” traduttivo, fatto più che altro di… similitudini!
Eterne ricerche metodologiche… non soltanto mie… che si completano via via nel Tempo ma, in realtà, nel desiderio di trovare e conoscere profondamente la Via Perfetta… esse non si completano affatto.

Certo, possiamo farle nostre, racchiuderle in noi come in un Tempio, a testimonianza dell’Umana Conoscenza… in quel Progetto incompleto… privo eternamente del soffitto, che lascia però aperta la sua connessione con le Stelle… con l’Infinito.

I pittori sono Filosofi

questo asseriva convintamente Giordano Bruno!

Non perché io mi cimenti ad esserlo ma, in effetti, la Pittura è anch’essa “Filosofale” così come l’Alchimia… cioè, come era in origine la Scienza… intrisa di Filosofia!

Nella teoria e nella pratica delle operazioni trasmutative, come si sa, ad ogni “fase” al loro compimento, vi è sempre un effetto “fosforescente” luminoso… un’Illuminazione… una Luce che sorge ed esplode, diradando il buio.

Vista nel nostro “micromondo” è come una cosmica supernova… ed ognuno di quegli istanti si palesa come il risalire al mondo reale, da un “girone” dantesco che, ogni volta, è siglato dalla presenza della parola “Stella”.

La risultante è… appunto… secondo una filosofale interpretazione, come l’emissione di una “radiazione uranica”… che fissa a mo’ di “fotogramma” la presenza dei corpi e delle cose… così come è stato per le ombre delle figure tragiche di Hiroshima e Nagasaki stampate sui muri… o ciò che rimane impresso nel Sacro Lino… la Sindone di un Uomo Risorto… così è il “fenomeno” che materializza non la semplice ispirazione, immaginata dalla letteratura, bensì l’Eidesi o “Imago”… una Visione che si stampa in un fenomeno di Luce attraverso il gesto d’Arte, che può rendere tutto chiarissimo, oppure diafano, ialino… come in questo caso, sulla tela preparata al chiaro… e non per intercessione di una materia lumeggiante sopra un tenebroso “cretto” scuro… dualistiche possibilità… ambedue esplorate a suo tempo da un Artista grande e considerato a torto “maledetto”… Caravaggio… lo cito senza voler fare per questo dei paragoni… ma soltanto per attestare delle operazioni certo più umili ma, in questo caso, consustanziali.

Adesso però, tramite il gesto pittorico di una mano liberata dalla connessione “nervile” del corpo, quindi “perduto”… abbandonato alla deriva, in un’assenza della volontà o della lucidità della mente, con i sensi estrapolati da ogni contingente concretezza… io divento uno strumento completamente a servizio dell’intuizione animica in un “flash” seppur momentaneo e… l’Alba… anzi l’Albedo mi appare.

Ed ecco che il tuo volto si “stampa” sulla mestica chiara sulla trama di lino… mentre la “biacca” impasta e rapprende le altre enigmatiche emersioni…

Chiuso nell’ampolla ancora fumante è il ricordo di quel paese perduto nel sogno e del quale hai rapito e conservato quell’angolo per noi più intimo…

Beh… anch’io confesso di non averlo mai dimenticato quel primo bacio… noi due seduti al pomeriggio col Sole calante, sulla sabbia ancora calda, nascosti alla vista del mondo, dallo scoglio ricoperto di alghe e di salsedine… e… il mare… con la sua onda delicata, quella la risacca “sfrigolante” e spumosa a lambire i nostri piedi intrecciati insieme come in un tralcio di vite… o… di Vita?

Tutte “cose” che tornano ad essere come le tessere di un mosaico a ricostruire il Principio, non ancora esaurito nell’ultimo arrivo…

Albedo… sì!
Fase alchemica… sì!
Pittura fatta di imprevedibili “emersioni”… sì!

Forse tutto quel che ancora rimane da dire in merito è solo che tutto ciò può essere, forse, un punto intermedio, atto a lasciare alle spalle ogni “pigmento” esistenziale più oscuro per procedere costantemente nella Luce… visto che, quest’ultima, dall’Albedo in poi, si fa tenue ed accattivante, per non accecare i suoi “viandanti” perduti tra il fuoco d’Amore… la pulsione del Sogno… ed il desiderio di salvare ogni momento della Bellezza nella tela dell’Eternità…

E… allora, dipingo… ritraggo scoperte e ritrovamenti.

È la passione spinosa di una rosa… l’integra acqua del Cielo… la rugiada purissima nella coppa d’aquilegia o… la candida purezza del giglio da perseguire in quel cammino?

Può… forse, qualche sano dubbio permane… nel definire se essa sia una “fase alchemica” come tappa dell’esistere… Albedo oppur qualcosa d’altro… ma… se dall’Alba prende il nome, allora è qui che, anch’io da lei… riparto!

Autore Vincenzo Cacace

Vincenzo Cacace, diplomato all'Istituto d'Arte di Torre del Greco (NA) e all'Accademia di Belle Arti di Napoli, è stato allievo di Bresciani, Brancaccio, Barisani, ricevendo giudizi positivi ed apprezzamenti anche dal Maestro Aligi Sassu. Partecipa alla vita artistica italiana dal 1964, esponendo in innumerevoli mostre e collettive in Italia e all'estero, insieme a Giorgio de Chirico, Renato Guttuso, Ugo Attardi, e vincendo numerosi premi nazionali ed internazionali. Da segnalare esposizioni di libellule LTD San Matteo - California (USA), cinquanta artisti Surrealisti e Visionari, Anges Exquis - Etre Ange Etrange - Surrealism magic realist in Francia, Germania e Italia.