Dal 22 gennaio 2022 150 eventi distribuiti in 330 giorni di programmazione
Dieci erano le città che si contendevano il titolo di Capitale Italiana della cultura 2022, Ancona, Cerveteri (RM) Verbania, Volterra (PI), Bari, L’Aquila, Pieve di Soligo (TV), Taranto, Trapani e Procida.
L’isola di Arturo, come annunciato il 18 gennaio 2021 dal Ministro Franceschini, ha vinto, sbaragliando con grazia le avversarie, con la motivazione:
Il contesto dei sostegni locali e regionali pubblici e privati è ben strutturato. La dimensione patrimoniale e paesaggistica del luogo è straordinaria. La dimensione laboratoriale che comprende aspetti sociali di diffusione tecnologica è importante per tutte le isole tirreniche ma è rilevante per tutte le realtà delle piccole isole mediterranee.
Secondo la giuria, presieduta dal prof. Stefano Baia Curioni, il progetto presentato da Procida:
Potrebbe determinare, grazie alla combinazione di questi fattori, un’autentica discontinuità nel territorio e rappresentare un modello per i processi sostenibili di sviluppo a base culturale delle realtà isolane e costiere del Paese.
Il progetto è, inoltre, capace di trasmettere un messaggio poetico, una visione della cultura che dalla piccola realtà dell’isola si estende come un augurio per tutti noi, al Paese, nei mesi che ci attendono.
E proprio questa mattina, 22 novembre, nella sede della Regione Campania, in via Santa Lucia a Napoli, è stato presentato il progetto ‘Procida Capitale Italiana della cultura 2022’.
Ma qual è il suo significato? Lo chiedo al Sindaco della splendida isola flegrea, Dino Ambrosino.
Procida è diventata la Capitale Italiana della cultura grazie ad una Commissione che ha creduto nelle possibilità della nostra isola, di questo piccolo comune di 4 km quadrati che si affaccia sul golfo di Napoli e che sta dando grandi soddisfazioni all’Italia intera.
Credo che questo progetto del Ministro Franceschini, nato con un percorso di co-creazione che ha coinvolto la cittadinanza e che è stato ritenuto capace di rappresentare un modello per i processi sostenibili di sviluppo a base culturale delle realtà isolane e costiere del Paese, dia l’opportunità, a tanti comuni d’Italia, di potersi mettere in evidenza, riscuotendo, come sta accadendo a Procida, anche un grosso successo internazionale.
È bastato questo innesco per fare in modo che l’immagine di questa isola facesse il giro del mondo.
Per la prima volta, infatti, nella storia di Procida, è bene ricordarlo, il New York Times ha mandato sull’isola un suo inviato per farla conoscere anche oltreoceano. Il National Geografic, inoltre, l’ha segnalata tra le 25 località da visitare nel mondo nel 2022.
Un progetto vario, interessante, alla cui creazione hanno lavorato istituzioni cittadine, regionali, abitanti, esperti. La vittoria, dunque, non è stata determinata solo dal progetto, ma ha contribuito anche e soprattutto una sinergia, una forte rete istituzionale, che è stata imbastita per raggiungere un risultato vincente.
Ci siamo messi all’opera per questo progetto sin dal gennaio 2020 per coinvolgere la comunità e fare in modo che presentasse un valore aggiunto rispetto agli altri.
L’anno della nuova Capitale Italiana della Cultura inizia il 22 gennaio 2022. Ci saranno 44 progetti culturali, di cui 34 originali, 150 eventi distribuiti in un cartellone di 330 giorni di programmazione, 350 artisti provenienti da 45 Paesi differenti del mondo e il coinvolgimento diretto di oltre 2000 cittadini con la rigenerazione di 7 luoghi simbolo dell’isola.
Il tema di questo incredibile viaggio è che ‘La cultura non isola’, come ci racconta Agostino Riitano, Direttore del progetto Procida Capitale:
L’isola è ed è stata la fonte di ispirazione di questo progetto culturale. Rappresenta i valori dell’accoglienza, della compassione, della cura, del legame con la vita. Saranno questi valori che noi cercheremo di declinare con il nostro programma culturale.
L’isola di Procida ce la immaginiamo, nel prossimo anno, come un laboratorio culturale di felicità sociale, convinti che l’azione culturale sia necessaria e indispensabile per poterci aiutare e anche per poter modificare i nostri comportamenti sempre di più in un’ottica di eco sostenibilità e, quindi, per poter guardare la nostra relazione con l’ambiente e con la natura, con occhi e comportamenti differenti.
Sono stati 10 mesi intensissimi, il 18 gennaio abbiamo appreso di essere diventati la Capitale Italiana della Cultura. Da quel momento in poi, ci siamo sentiti un po’ come Davide che vince contro Golia, considerato che insieme a noi erano in lizza importanti città, molto attrezzate dal punto di vista infrastrutturale e culturale.
Noi, però, abbiamo interpretato questo viaggio dal primo momento, insieme alla regione Campania, non come la gara tra le città più belle, ma tra quelle città che hanno la capacità di interrogarsi sulla funzione della cultura nel presente, nel contemporaneo e verso una dimensione futura.
Ci parli del programma.
È suddiviso in 5 sezioni, declinate con 5 verbi: Procida Inventa, Procida Ispira, Procida Include, Procida Impara, Procida Innova, sotto il tema ‘La cultura non isola’, ideato prima della pandemia e, oggi più che mai, attuale, che pone l’isola come luogo di esplorazione, sperimentazione e conoscenza, modello delle culture e metafora dell’uomo contemporaneo.
Vengono sviluppate 3 categorie di progetti: Progetti Faro, che favoriscono i processi di trasformazione, rigenerazione e rivitalizzazione urbana, Progetti Ancora, che approfondiscono le eredità culturali con un forte impulso della dimensione locale alla visibilità nazionale internazionale, Progetti Comunità, volti a promuovere, facilitare e costruire comunità solidali, capitale sociale e beni relazionali.
Dunque incontri formativi, laboratori, mostre, installazioni multimediali, artisti, il festival ‘Il vento del cinema’, diretto da Enrico Ghezzi, la biennale dei giovani artisti del mediterraneo, sport, la mostra di Mimmo Iodice e tanto ancora, che scopriremo dal 22 gennaio e per 330 giorni. Ma, oltre a queste centinaia di eventi, il Governatore Vincenzo De Luca ci anticipa altro.
Desideriamo utilizzare al meglio questa eccezionale occasione, unica nel suo genere. Oltre alle 100 cose di cui ci interesseremo, stiamo lavorando e vorremo realizzare almeno 2 eventi simbolo, tali da avere una ricaduta internazionale, nel campo della musica e della cultura campana, uno all’inizio del viaggio e un altro conclusivo.
Vorremmo farlo sempre all’insegna della grande storia e dei valori permanenti di cultura, di umanità e di accoglienza.
Un evento del genere, per come è stato concepito, è un impegno dal punto di vista organizzativo non banale e richiede un grosso lavoro preparatorio.
Presidente De Luca, i servizi, le infrastrutture per accogliere una moltitudine di turisti, come cambieranno?
Naturalmente ce ne siamo interessati a 360°. L’EAV ha lavorato a un programma straordinario di potenziamento del trasporto. Avremo trasporto gratuito sull’isola dal 1° aprile al 30 ottobre.
Abbiamo provveduto all’acquisto di 9 mezzi elettrici e avremo la possibilità di una mobilità sostenibile che garantirà trasporti agevoli per tutta la giornata.
Abbiamo implementato i collegamenti marittimi con un grosso investimento per moltiplicare i transfer tra Procida, Napoli, Ischia, la fascia costiera.
È stata una delle cose prioritarie che abbiamo dovuto e voluto affrontare per evitare di creare congestione e avere ricadute negative.
Anche il problema sanitario è stato affrontato. L’ASL Napoli 2 ci ha supportati, lavorando su un delicato problema; passiamo da 10 mila residenti che abbiamo normalmente nell’isola a una presenza prevista di 100 mila persone. Si può facilmente comprendere quanto il tema della salute diventi prioritario.
Abbiamo quindi programmato un potenziamento con interventi strutturali nell’ospedale di Procida, un potenziamento del Distretto Sanitario 36 per l’acquisizione di nuove tecnologie. Abbiamo acquistato anche un gommone sanitario che ci permetterà tempi più rapidi per raggiungere la terraferma.
In 20 minuti si arriverà a Monte di Procida e, di là, all’ospedale di Pozzuoli in tempi veloci. L’ASL Napoli 2, inoltre, cosa del tutto innovativa, ed è bene pubblicizzarla, ha programmato l’utilizzazione di un drone con presa da 34 chili per il trasporto di sangue, emoderivati, farmaci, tamponi, defibrillatori e tutto ciò che può servire in caso di emergenza sanitaria.
Allora, è il caso che certa gente si renda conto che l’immagine della Campania è completamente diversa dagli stereotipi che propongono. La nostra regione, quando vuole, si sa organizzare, sa diventare una macchina perfetta.
Per noi questa avventura, è stata, è e sarà una grandissima sfida, ma ci sentiamo tranquilli, ci siamo preparati in maniera seria. La nostra terra è in grado di accettare pienamente la sfida dell’efficienza, del rigore e dell’organizzazione.
Autore Antonella di Lello
Antonella di Lello, giornalista radiotelevisiva e sportiva, specialista in pubbliche relazioni. Etologa ed educatrice cinofila.