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Eco e Narciso?

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Eco e Narciso? ... ma l'eco ancor non si sente! di Vincenzo Cacace


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… ma l’eco ancor si sente!

Olio su tela, cm.70×50

Era proprio lì… in quell’istmo, in quella lingua di terra che ciclicamente diventava un’isola, al salire dell’alta marea… o no?
Allora, forse, era comunque un angolo particolare di una lontana terra, un sito nascosto agli occhi di tutti e visibile solamente alle Entità ultraterrene che transitavano nel nostro mondo sotto mentite spoglie… per indagare e… “divertirsi” ad interagire con il “mondo degli uomini”…?

Come… non è quello… nemmeno?

E… non può essere che, fosse, invece, una delle immagini radicatesi in quella parte “ombrosa” della mente… la mia in questo caso, nella quale riposano, sonnecchiando, gli Archetipi… i “Principiali” concetti, sempre così pronti a balzare fuori con tutta la forza coinvolgente che hanno appunto i Grandi Arcani… ed essi, pur nella loro realistica oggettività, sono tali… perché, nel loro persistere a riaffermarsi, come una centralità nella vita degli uomini, mantengono comunque inalterata e impenetrabile la loro Misteriosa e… Numinosa Essenza…

Può essere?

Un dipinto è come uno specchio che riflette l’artista… dimmi, dunque, o speculare immagine… perché non rispondi?

Io domando, è vero, al mio “riflesso”… cercando di compenetrarmi nel riferimento del Mito… ma, neanche l’eco, la rifrazione del suono emesso, che spesso rincorre le parole anche intorno al ricordo di quell’antica fonte… mi risponde!

È forse lo stesso Silenzio che nella sua “lingua” muta, ora vuol comunicarmi di certo qualcosa… perché?

In effetti, son divenuto un attento spettatore, l’indagatore della mia stessa Visione… quindi può darsi che cerchi di darmi il suo assenso a persistere?

Ma, poi la vedo… seduta alla sponda… tra Terra ed Acqua dalle quali è nata, figlia e anima della Natura… ed a lei dunque, mi rivolgo:

Cosa vuoi dirmi tu… ninfa… Essenza femminina… da sempre innamorata di chi non dà mai ascolto al tuo amorevole afflato… cosa vuoi indicare, infine, con il gesto di quel dito che denota certo un “qualcosa”… forse, disperazione, angoscia per la tua delusione… per il tuo “mal d’amore”, vuoi affidarti ad un canto… ad un musicale fremito… al mistero celato nel Blu… di quell’Empireo… che la sera si fa… “trapunto” di stelle?

Così come vola nell’aria delle valli la tua voce… parole che si rincorrono come un gioco a “rimpiattino”… ma io lo so bene, come tu stessa sai che… gioco, non è… ogni suono o fonema è una “stilla”… una lacrima amara, “secreta” dal dolore!

Sai… credo di poter indovinare il tuo nome… ecco… tu sei Eco… e tu, proprio tu, ora sei così silente?

Già… è vero, il silenzio è calato… mentre l’ultimo “Narciso” si specchia non per interrogarsi, scendendo nel profondo della Coscienza ma… soltanto per rimirarsi nel proprio effimero sembiante… offuscato, perduto nella sua mitica leggenda, che egli stesso si narra, descrivendosi come il figlio della divinità del fiume, Cefiso e della ninfa… Liriope.

Forse una nuova Età Saturnale si sta avvicinando?

Eco ora tace ed indica il Cielo… forse lo intuisco… è probabile che voglia avvertire gli animi “cercanti”… di prepararsi all’arrivo di una nuova stagioni del mito?

In realtà, credo che Ella stessa per prima attenda quella stagione in cui potrà alla fine salvarsi da quel vagabondare disperato in cui si perde la sua voce nelle valli.

Da tempi lontani, infatti, va lamentando il suo desiderio perduto d’amore.
Oppure… chi si affaccia ancora in quella scena… è un Ermes nella sua duplice veste d’Arpocrate… venuto ad imporre una silenziosità più “ermetica”, appunto, che sottintende, invece, miriadi di parole!

Esso appare tra i frutti di una terra rigogliosa, che non è certo quella che noi uomini stiamo trasformando in palude “miasmatica” e velenosa…

Ma… qualcuno ancora lo sa… ricorda e non dimentica che Eco venne trasmutata in roccia da Nemesi, divenuta, per lei, una divinità pietosa…
pietra inamovibile da quel suo sito lacustre ed ora… rimane “ancorata” in quella scena, la stessa che ha visto l’epilogo della sua malinconica esistenza, consegnandola alla illusorietà di un Mito che gli antichi credevano eterno… pietra consumata dall’uso… perché divenuta “basamento” dal quale specchiarsi nelle limpide acque, per tutti i “Narcisi” passati… presenti e futuri!

Ma si sa che… tutto sfuma… e il tempo inclemente, corrode ogni storia… consuma ogni punto di riferimento che possa condurre l’esistenza dell’Uomo verso la sua vera evoluzione… così le nuove mitologie insorgono, imponendo le loro egemonie… sempre più vili!

Certamente è più facile seguire l’andamento generalizzato indicato dagli “influenzatori” di professione… lo “stereotipo”… piuttosto che strutturarsi riconoscendo il valore dell’Archetipo… pertanto l’uomo contemporaneo, “stanco erede”, non si interessa più delle illuminazioni fornite dal Mito e… rifugge dall’indagarlo nel suo reale insegnamento… panacee del Sogno… dell’Ideale, descritti da simboli… e filosofie.

Egli, “accovacciato” nella misera condizione di piccolo fuscello portato dal vento, chiude la sua “porta”, per confortarsi con la propria immagine riflessa.

Incomunicabilità non causata da una Conoscenza troppo Alta, ma dovuta, semmai, alla “misconoscenza”… quindi egli… non intende più muoversi o allontanarsi dai suoi agi… o dalla contemplazione di quelle sue narcisistiche fattezze… “perfezionate” dal bisturi… e così è anche per il suo pensiero, anch’esso “ritagliato” per farlo adagiare in una nuova forma del cranio…  quello dell’Homo Reductus…

Ma… io, intanto, dipingo e… lo faccio ogni giorno per non perdere il “filo”… la traccia dell’origine… così come l’Astro Diurno sorge e tramonta… e questo è già il fondamento di un Archetipo… il mio pennello, momentaneamente riposto per assopirmi la notte ed andare a caccia di sogni, lo ritrovo, al mattino, ancora umido e la pittura continua ad essere e si fa… Arte della Memoria!

Narciso distratto… è perduto nella sua “minima” realtà… estrapolata dal mondo… mentre il Mito ripone le sue “connessioni” cosmiche tra le costellazioni che ancora ispirano gli oroscopi…

Continua ad indicare Eco… e chiede ospitalità nel mio “giardino parallelo” dal quale è vero che convintamente io stesso non intendo uscire… perché non desidero accompagnarmi o assimilarmi a Narciso, che ha invaso il nostro mondo moltiplicando se stesso…

Così io… ti ospiterò… ed in cambio tu… mitica Essenza… mi racconterai… con voce sopita, ciò che cullava nelle antiche sere la formazione umana…
Eco… di quel tuo mondo perduto!

Autore Vincenzo Cacace

Vincenzo Cacace, diplomato all'Istituto d'Arte di Torre del Greco (NA) e all'Accademia di Belle Arti di Napoli, è stato allievo di Bresciani, Brancaccio, Barisani, ricevendo giudizi positivi ed apprezzamenti anche dal Maestro Aligi Sassu. Partecipa alla vita artistica italiana dal 1964, esponendo in innumerevoli mostre e collettive in Italia e all'estero, insieme a Giorgio de Chirico, Renato Guttuso, Ugo Attardi, e vincendo numerosi premi nazionali ed internazionali. Da segnalare esposizioni di libellule LTD San Matteo - California (USA), cinquanta artisti Surrealisti e Visionari, Anges Exquis - Etre Ange Etrange - Surrealism magic realist in Francia, Germania e Italia.