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‘Non tutti i ladri vengono per cuocere’ a Classico Contemporaneo

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Non tutti i ladri vengono per cuocere


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Il scena il 30

Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa di Hermes Comunicazione.

Nell’ambito di Estate a Napoli 2016 dal 17 al 30 agosto si terrà la rassegna teatrale ‘Classico Contemporaneo’ III edizione, direzione artistica Gianmarco Cesario e Mirko Di Martino, organizzazione Teatro dell’Osso in collaborazione con Aries Teatro ed Eventi.

Il quattordicesimo e ultimo appuntamento nel Chiostro del Convento di San Domenico Maggiore, Napoli, martedì 30 agosto, ore 21:30 con ‘Non tutti i ladri vengono per cuocere’ di Danilo Rovani, liberamente ispirato a ‘Non tutti i ladri vengono per nuocere’ di Dario Fo, con Cosimo Alberti, Stefano Ariota, Massimiliano Cataliotti, Daniela Cenciotti, Donatella de Felice, Danilo Rovani.
Al pianoforte Maestro Luigi Montesanto. Aiuto regia Roberta Guida, make up art Vincenzo Cucchiara trucco Virginia Pezzella, scenografia Dario D’Isanto grafica e video Alessandro Derviso, regia Danilo Rovani.

Napoli, anni ’60. L’assessore Frazosi porta nel proprio appartamento la sua amante, mentre sua moglie è nella casa di campagna. Credendo di essere soli i fedifraghi danno inizio a quella che dovrà essere una serata piccante. I due però ignorano che un maldestro ladro poco prima si è intrufolato nell’appartamento…

Fu sul principio degli anni duemila che conobbi questo atto unico di Dario Fo, ne fui interprete al teatro Brancaccio di Roma, con la regia di Riccardo Cavallo; capii subito il potenziale insito in quel testo. A quindi anni, circa, di distanza ho deciso di metterlo in scena, questa volta non solo come attore, ma anche come regista.
Avvalendomi di un cast di attori-cantanti, ho ambientato la vicenda sì in un interno borghese, come da testo originale, ma fingendo che questo interno fosse lo studio televisivo in cui venivano registrati i programmi come Studio Uno o Il Musichiere.

Un rimando a quell’epoca, quelli che sono stati gli anni ’60, non solo attraverso l’originale ambientazione del testo, ma una vera e propria forma di tributo alla televisione di quel tempo e agli interpreti geniali che l’hanno resa indimenticabile, una sorta di amarcord per gli spettatori di ogni età; perché, se per i più anziani sarà un piacevole tuffo nel passato, per i giovani sarà un modo divertente e scanzonato di conoscere un passato importante della nostra storia artistica e non.

Seguendo la scia di quelli che erano gli show e un filone della cinematografia dell’epoca, ho preparato una messinscena che strizza l’occhio anche ai famosi film musicali che proprio in quegli anni riscuotevano enorme successo ai botteghini e che col tempo hanno assunto il nome i “Musicarelli”. La vivacità del testo, supportato da una regia attenta alla parola, al gesto e al movimento scenico, rende questa commedia degli equivoci una sorta di Commedia dell’arte dei giorni nostri.

Tenendo fede non tanto nel testo quanto nell’ideologia al maestro Fo, ho privilegiato una regia volta al totale lavoro sull’attore, sfruttando la parte mimica e vocale in tutte le sue forme, corporea e scenica, creando così personaggi surreali, sopra le righe, caricaturali. Ne è massimo esempio l’uomo che assume il ruolo di donna e moglie del ladro; anche questo un riferimento alla grande commedia italiana che ha visto perfino attori del calibro di Tognazzi, Gassman, Manfredi e Panelli, passando per il principe Antonio de Curtis, calarsi nei panni di una donna per esaltare la forma comica.

Un ritorno alle origini e alla tradizione nel nome della più classica commedia italiana in chiave anche musicale come siamo stati abituati dalle grandi produzioni del Teatro Sistina. Oggi che sempre più la società corre e si definisce smart, uno spettacolo che omaggia un’epoca e i suoi artisti che l’hanno resa immensa.
Danilo Rovani

Danilo Rovani
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