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Psicologi Emilia-Romagna su mascherine a scuola

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Francesca Cavallini, Ordine Psicologi Emilia-Romagna


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‘Per bambini e adolescenti non rappresenta un problema. Ai più piccoli sia raccontata come uno strumento magico’

Riceviamo e pubblichiamo.

Lunedì 13 settembre in Emilia-Romagna riaprono le scuole con l’obbligo per gli studenti di indossare la mascherina in classe.

Se molti bambini e ragazzi hanno già dimestichezza con l’utilizzo del dispositivo sui banchi, per gli iscritti al primo anno della scuola primaria l’uso continuativo dello stesso rappresenterà una novità.

Spiega Francesca Cavallini, coordinatrice del gruppo di lavoro di Psicologia Scolastica dell’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna:

I bambini che provengono dalla scuola dell’infanzia hanno alle spalle un’esperienza di gioco senza mascherina.

Erano abituati a muoversi all’interno degli spazi senza impedimenti e potevano avere contatti fisici con gli amici e le maestre, anche se con le dovute precauzioni di lavarsi le mani, o di tossire nella piega del gomito.

Per loro il passaggio all’uso del dispositivo rappresenta una novità che deve essere spiegata in modo tale da essere vista come positiva.

Come? Con l’aiuto di fantasia e creatività. Per esempio, gli insegnanti potranno inventare una storia in cui la mascherina è uno strumento magico che può proteggere dalle avversità. L’idea dell’oggetto, dunque, dovrebbe essere affiancata a elementi di gioco e di divertimento.

Continua Francesca Cavallini:

L’importante è che i genitori diventino consapevoli che le preoccupazioni sono più loro che dei bambini. I bambini hanno una flessibilità cognitiva molto elevata e il cambiamento non li spaventa.

È una reazione normale quella di allarmarsi di fronte ai piccoli disagi che il bambino può esprimere, anche perché l’inizio della scuola rimanda al pensiero del figlio che cresce e che vivrà un’esperienza di comunità diversa.

Ma il consiglio è di porre l’attenzione sugli aspetti positivi, invitando i più piccoli a parlare di ciò che li fa stare bene.

L’utilizzo della mascherina, per esempio, ne ha tanti.

Dice la psicologa:

Da genitori tendiamo a focalizzarci su ciò che il dispositivo toglie, senza renderci conto di quello che dà. Ad esempio, indossandola si impara il rispetto verso gli altri e la collettività e a osservare maggiormente gli sguardi.

Per i bambini che sono già abituati a utilizzarla, inoltre, la mascherina non rappresenta un problema.

I più piccoli hanno imparato a seguire i protocolli di sicurezza senza lamentarsi; sono incredibilmente forti. Inoltre, in adolescenza alcuni ragazzi si sentono a proprio agio con la mascherina perché nasconde imperfezioni della pelle a volte causa di imbarazzo.

Gli adulti dovrebbero dunque provare a distinguere le loro preoccupazioni da quelle dei ragazzi, capire quali sono le proprie emozioni e riflettere su queste come esercizio di consapevolezza genitoriale.