Dedicato all’amico fraterno Pietro Riccio e al suo incommensurabile amore per Napoli e per la Libertà
È l’amore che comincia a creare sulla Terra in nome del Logos. Al suo interno è il mistero della reintegrazione: il suo calore deve operare nel corpo animico sino al fisico, per la trasmutazione della forza delle correnti che un giorno saranno chiamate alla generazione angelica.
L’impresa è urgente e richiesta: occorre destarsi e operare, perché i tempi sono maturi. Il richiamo del Graal vincerà ogni altro richiamo umano.
Il sangue del Drago non si cicatrizza… se non per virtù della bevanda della Sacra Coppa. Massimo Scaligero
L’uomo non è cattivo, ha solo paura di essere buono.
Eduardo De Filippo
Un ricordo personale che risale a quando avevo più o meno 17 anni, intorno alla metà degli anni 70.
Allora abitavo nell’amatissima Napoli e frequentavo il Sannazaro, al Vomero, Liceo Classico di antica e nobile tradizione.
Quando in TV andava in onda una commedia di Eduardo De Filippo, immancabilmente, con un folto gruppo di compagni di classe ci si riuniva in qualche casa e seduti chi sul divano, chi per terra, sul classico tappeto persiano del salotto, assistevamo rapiti allo spettacolo. Poi, tra un vassoio e l’altro di profumatissime sfogliate e di morbidi babà, condividevamo le nostre emozioni e scambiavamo considerazioni fino a tardi. Mica male la mia generazione!
Non so se fu un caso, ma al caso non ho mai creduto, il più caro di questi amici, O. B., probabilmente intuendo certe predisposizioni, per il mio compleanno mi regalò un libro, ‘Il Simbolismo della Croce’ di René Guénon, arricchito da una bella e lunga dedica.
Conservo gelosamente questo saggio che diede idealmente lo start ad una ricerca interminabile. Nei mesi successivi lessi avidamente praticamente tutta l’opera dell’esoterista francese allora pubblicata e in seguito miriadi di opere di altri autori. Schuon, Eliade, il Gruppo di Ur, Tolkien…
Spesso giravo con un fascio di libri di questi ed altri autori sotto il braccio, i più diversi e forse strampalati, per approfittare di ogni frammento di tempo, di ogni pausa, per potermi rituffare nella lettura e nell’approfondimento, almeno dottrinale, dell’esoterismo e della tradizione iniziatica.
Una mattina, mentre stavo per prendere la Funicolare Centrale, quella che collega il Vomero a Piazzetta Augusteo, “per scendere giù a Napoli”, come si usava dire, fui avvicinato da un signore elegante e distinto, all’inglese, come solo a Napoli si possono trovare che con tono fermo e garbato e dandomi del “lei” mi disse:
Continui ancora con questi studi ma faccia attenzione, sono pericolosi.
Poi si dileguò nel nulla.
Ringrazio ancora il provvido consiglio di quell’incognito ermetista. Negli anni ho capito meglio il senso di quell’ammonimento. Più volte ribadito, in altra forma, da altri maestri e maestri involontari (“upaguru” in sanscrito) che ho incontrato lungo il cammino.
Un vero cercatore che tenti di uscire dall’automatismo di una vita meccanica per accedere a stati progressivi di libera coscienza dovrebbe procedere con gradualità e rispetto delle leggi che governano il Creato.
Perché ad ogni porta, ad ogni passaggio di livello, che ci si creda o meno, sono appostati i Guardiani della Soglia, terribili Demoni che assumono le sembianze dei nostri vizi, dai più banali ai più innominabili.
Questi avversari occulti, posti a difesa del Paradiso (παρά-δεισος), non sono solo forze endogene, privatissime, psicologiche, personali. Sono anche e contemporaneamente Entità esogene, prive di ogni empatia e smaniose di “divorarci” alla prima occasione.
Questo il motivo per cui, chi procede rettamente e correttamente sulla via iniziatica, quando si trova ad un passo da un nuovo conseguimento, da un nuova rivelazione, da una nuova stazione luminosa, subisce accadimenti sconvolgenti e misteriosi nella sfera professionale, affettiva o esistenziale che a posteriori, in un tentativo di rassicurante razionalizzazione, spesso vengono attribuiti al fato crudele che si è accanito contro di noi.
È un fenomeno conosciutissimo anche in ambito psicoanalitico con il nome di “resistenza”.
Grazie a Dio, nonostante certe difficoltà ed avversità si incidessero a fuoco sulla mia pelle, non ho mai mollato. Sentivo nitidamente che la vita che stavo vivendo, a scuola, nella società, in famiglia, non era “completamente” reale. E che quella “vera” era solo a un passo da me. Dentro di me.
Da allora non ho mai smesso di cercare, di sperimentare, con umiltà e perseveranza. È proprio vero: il morso del Drago non si cicatrizza.
Autore Hermes
Sono un iniziato qualsiasi. Orgogliosamente collocato alla base della Piramide. Ogni tanto mi alzo verso il vertice per sgranchirmi le gambe. E mi vengono in mente delle riflessioni, delle meditazioni, dei pensieri che poi fermo sul foglio.