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A Massimo Andrei il Premio Pistrice – Città di Positano

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Massimo Andrei


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La cerimonia il 6 agosto

Riceviamo e pubblichiamo.

Sabato 6 agosto, al termine della rappresentazione dello spettacolo “Le Favole del Mare” di e con Massimo Andrei, il Sindaco di Positano, Michele De Lucia, consegnerà allo stesso attore, regista ed autore, il Premio Pistrice – Città di Positano.

Il Comitato artistico del Positano Teatro Festival ha deliberato l’assegnazione della quarta edizione del Premio Pistrice – Città di Positano, all’attore, regista ed autore Massimo Andrei con la seguente motivazione:

Per la sua straordinaria capacità di coniugare tradizione e modernità, attraverso lo studio e la divulgazione del patrimonio culturale, storico e favolistico, mediato da una naturale ironia, ed utilizzando linguaggi che vanno dalla scena al cinema alle più moderne espressioni della comunicazione. Un narratore del terzo millennio, portatore di buon umore e di poesia, con cui incanta ed affabula con impegno e levità.

Il Premio Pistrice – Città di Positano è stato istituito nel 2013 per celebrare la decima edizione del Festival, per espresso volere del Direttore Artistico Gerardo D’Andrea, ed intende premiare ogni anno una figura d’artista che si è particolarmente distinta nella divulgazione della tradizione culturale e teatrale campana in tutto il territorio nazionale.

Questi i vincitori delle precedenti edizioni:
2013 – Antonella Morea
2014 – Mariano Rigillo
2015 – Lucio Allocca

Di seguito, l’intervista realizzata a Massimo Andrei.

Cosa significa per lei ricevere un premio in nome della tradizione, che lei promuovi, grazie ai suoi spettacoli, con linguaggi moderni?

La tradizione ci dà forza e slancio. Spendo di avere alle spalle materiali importanti e spesso immortali, è quasi naturale andare a ricercare e individuare formule nuove, consone ai nostri tempi, irriverenti e “traditrici” per poter esprimere temi sociali o intimi. Un esempio è avere usato la tecnica del video mapping per ospitare e ambientare le scenette comiche di Razzullo e Sarchiapone, figure provenienti dalla cultura popolare e sacra del 1600, anch’esse fiabesche.

Come nasce il suo amore e l’idea di raccontare la favola in teatro?

La favola, la fiaba, il racconto popolare… sono l’origine del teatro. È un uomo che racconta qualcosa ad altri uomini davanti a lui. E il bisogno di ritornare alla forma performativa primordiale mi ha fatto raccontare quello che sapevo o che imparavo… da sempre.
C’è per lei un riferimento per questo lavoro di studio e diffusione del patrimonio favolistico?
Giambattista Basile è sempre il mio punto di partenza… la sua lingua barocca e colorata, vivida e divertente, i suoi doppi sensi continui, le figure retoriche portate all’esasperazione, i riferimenti sessuali… gli omicidi e le buffe avventure dei suoi personaggi sono il terreno grasso e ricco su cui mi muovo… Dal lato opposto, come riferimento giocoso, delicato e soprattutto leggero… c’è la modalità di narrazione di Paolo Poli… ma quella è più inarrivabile… perché lui era la Leggerezza fatta persona… Noi narratori comuni siamo più grevi.

Cinema, Teatro, televisione, come attore, autore e regista. In quale combinazione si riconosce di più?

Tutti questi ruoli sono importanti e amati, ma mi interessa di più la scrittura. Vorrei avere tempo e possibilità per dedicarmi solo alla scrittura. Il bisogno di guidare e allestire mi porta a fare anche il regista, ruolo che amo… ma mi riconosco nella creatività dello scrivere.

Quali sono i suoi progetti futuri?

Finita la tournée con ‘Favole del Mare’ debutteremo con un altro lavoro che ha per protagonista la fiaba, ma avrà temi e ambientazioni differenti: ‘Favole Sottoterra’.
Nel Museo del Sottosuolo di Napoli, a 30 metri di profondità, allestiremo racconti comici e suggestivi ambientati nelle cavità.
Il profondo, le viscere, il sotterraneo mi ispirano molto e non vedo l’ora di “calarmi” in questa nuova suggestione.
Ci saremo tutto l’autunno. Fino a Natale compreso. ‘Favole Sottoterra’.