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Yemen: Griffiths a Riad per un cessate il fuoco globale

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Per l’inviato dell’ONU gli yemeniti meritano di meglio di una vita di guerra senza fine.

L’inviato speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite in Yemen, Martin Griffiths, ha concluso tre giorni di consultazioni a Riad con funzionari dei governi yemenita e saudita sul suo programma per un cessate il fuoco globale nello Yemen.Il suo piano prevede di allentare le restrizioni imposte alla circolazione delle persone e merci da e verso il Paese ed obbligare le parti in conflitto a riprendere il processo politico per porre fine alle ostilità.

Durante la sua visita, il mediatore delle Nazioni Unite ha incontrato il Viceministro della Difesa saudita, il Principe Khaled bin Salman, il Vicepresidente yemenita, Ali Mohsen Saleh, il primo Ministro yemenita, Maeen Abdul Malik, l’Ambasciatore saudita in Yemen, Muhammad Al Jaber e l’inviato speciale degli Stati Uniti, Tim Lenderking.

Nei suoi incontri, Griffiths ha discusso della situazione critica a Marib, sottolineando la necessità di fermare la battaglia in corso in quell’area e di consentire agli sforzi diplomatici di pace di ottenere risultati positivi. Ha espresso anche la speranza che si registrino nuovi progressi nell’attuazione dell’accordo di Riad tra il Governo e il Consiglio di transizione meridionale e per evitare un’ulteriore frammentazione nello Yemen.

Griffiths ha ritenuto le parti in guerra responsabili del popolo yemenita e ha chiesto una risoluzione pacifica delle loro divergenze, senza alcun ritardo.

Ha dichiarato:

Cambiare la rotta è ancora possibile ora, ma diventerà molto più difficile se la guerra prosegue e la divisione e la frammentazione aumentano mentre le condizioni umanitarie continuano a deteriorarsi.

Gli yemeniti meritano di meglio di una vita di guerra senza fine.

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Autore Redazione Arabia Felix

Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.